lunedì 1 giugno 2020

LA DIMENSIONE DI NON RITORNO










Per immedesimarsi nella presunzione di convogliare umori tra le articolazioni del bisogno, si prova a distillare liquore citrino nella stanza trasparente delle fatalitá, motivando la rugiada ad ostentare odori acquiescenti ed agevoli su pieghe scintillanti del sorriso.

Il raffinato duellante accentua l'impatto di fruscii sfumati, coinvolge, modellandoli a piú riprese, taciturni emblemi, per impreziosirsi del carisma che rende irresistibili occhi diafani e didascalie tracciate su ricerche di dolcezza.

Ticchettando rigurgiti amari nella bacheca impolverata del cinismo, disavanza la processione del traffico esasperante, smorzando enfasi e manciate d'insulsa languidezza.

La scacchiera di strapiombi ammainati ospita scivolosi pretesti impulsivi, ma bisbigli di parabole inventate rincorrono le onde, per nascondersi dietro al muro coraggioso di sonoritá stanche di recitare ruoli alieni.

Acerbi albori di richiami vaporosi si ritrovano clandestini, sollazzandosi caparbiamente assieme a specchi cleptomani ed adamantini, imprigionandosi nel torpore indelebile di astio ardito, emesso a rilento dal crinale dei respiri.

Chi s'appropria di rimasugli e venature mimetizzate in calici d'ambrosia, si barrica nel presupposto arcigno di cadenze trafelate, s'avvince ad intrecci avvenenti, scalpellando intonaci e scrostandosi le unghie, ma, prematuramente, calca i soppalchi della dimensione di non ritorno.





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