mercoledì 29 aprile 2020

DOVE COMINCIA LA STRADA CHE SALE...










Dove comincia la strada che sale a leggere le iscrizioni cesellate da lente ondulazioni, si mischiano ferite e graffi con la sabbia disposta per arginare fiumi in piena.
Lí, vivono e risaltano, le paure affrontate scavalcando detriti e sensazioni immonde, si nascondono, sopite, le complessitá di bisbigli attratti da varchi indecentemente gioiosi.
Cantano mani e piedi, scivolando in direzione dell'oblio. corrono come battiti accelerati da parole che indossano veli informi e spieghettati.
Si lasciano alle spalle colori alleggeriti dal riposo delle stelle, abbracci mescolati d'azzurro, labbra baciate in momenti in attesa di germoglio, dolori vissuti sotto la neve dei ricordi, acque spumeggianti che confondono il moto degli oceani.
Avvolgono, rassicurandoli, sospiri che invitano al sopore, vocine che inondano di preghiera il mattino silenzioso, vagiti del pianto vellutato di creature dal cielo espulse e calpestate.



lunedì 27 aprile 2020

S'ASSAPORANO NEL CESTO CHE PROFUMA DI RANCORI











S'assaporano nel cesto che profuma di rancori, i marasmi intrufolati di braccia energiche, e miopi speranze sedute sui gradini di grotte immaginate.
Conoscono appena le dimore solitarie dove s'inchinano, come sudditi ammaliati, i raggi luccicanti che stampano orme di foglie su deserti di dune accantonate.
Quando s'allontano, poi, sistemano con gli occhi verdi il colore del vento richiamandolo nel bosco, dipingono il mare sulla cima del monte piú elevato, si pongono una mano sul petto e piangono abbracci nascosti, dimenticando come illumina parole la sorgente creativa del desiderio inscatolato.
Travolge il vuoto dei limiti infiniti, l'illusione che abitua alla lontananza, e stanca la pazza determinazione di giorni raccontati in mezzo ai massi, raccogliendo mattoni e frutta senza chiederne il prezzo, soltanto per sbirciare il movimento di chi ha fretta.



venerdì 24 aprile 2020

IL DESIDERIO DI RINNOVARSI








Il desiderio di rinnovarsi accarezza e penetra ogni atomo raggrinzito, quando, pregando il tormento d'abbandonare il campo, ci s'affaccia in pensieri profumati e luminosi.
Ma, alla mente, ritornano sempre colori rintanati, traumi tardivi, morsi fragorosi, tracce di vita, abbandonate tra cespugli urticanti e qualche pietra a cui manca la libertá corrotta.
Anche se bellezze panoramiche si celano alla petizione indignata di comunitá fuori dal mondo,  camminare, in equilibrio, sull'asfalto sfumato di scivoloso e pungente grigiore, scintilla l'esistenza di chi abbraccia radici dove scorre il pianto a dirotto.
Vacillano i battiti di sogni svaniti, ma proiettano sorrisi bevuti da nubi stufe di scaricare pioggia, mentre tempeste custodiscono cuori innocenti dietro il paravento dei loro trambusti infuocati.
Risorge e brilla, la stella, giocando nell'aria frizzante che ruota intorno al piedestallo di sabbia, tra due alberelli appena nati, la quotidianitá danza nell'orto del destino e nel cantuccio d'un letto sfatto.






martedì 21 aprile 2020

ADESSO...










Fame e stupore strattonano le sere prosciugandole, piedi pesanti inciampano nel fetore di ferri appuntiti, pietosa rugiada, come brodaglia, offre umore alle orme piatte che sembrano sospiri in cerca di conforto ed esile calore.
In un angolo, il ghigno stanco d'un messaggio sabbioso rassicura il giaciglio immaginato da gabbiani sballottati a ritroso.
Annaspano nel fango nubi riflesse in vuoti tricolori. mentre labbra urticanti s'inumidiscono con movimenti circolari, nel tentativo d'inserire un cubo in un'altro.
L'acqua paffuta e banale disegna un'insolita cornice intorno al biglietto ruvido ed ingiallito, caduto dal petto capovolto dell'abbraccio incompleto ed avvelenato.
Le carezze spezzate sono pedine martoriate da continue avversitá.
Piccole mani sfiorano felpate i confini del mondo, saranno per sempre segnate, figlie affrante di cobra affamati che dilagano in campi trasbordanti.



lunedì 20 aprile 2020

FRASI SCRITTE SU LABBRA SGOMENTE










Le frasi scritte su labbra sgomente, mentre s'aspetta di ricevere un pugno nello stomaco, o s'osserva il movimento impacciato dei passi che portano al patìbolo, sono onde intense che ricordano al dolore il lamento di tristezze disseminate a stento.
Testimoniano complicitá, rabbia ed incomprensione di cupa sonoritá, gridano, appassionate, insulti alla faccia oscura della Luna, percorrono abbagli riflessi nella scia animata dalle impronte di menti stridule e nervose.
S'affacciano allo schermo dell'ascolto, per rimescolare le storie che gattonano in prati calpestati, sfogliano libri alla ricerca di morsi fioriti e lacrime asciugate, torturano il buio penzolando da funi robuste ed accoglienti.
Senza rinunciare alla speranza, il ricordo puó soltanto declamare epitaffi indifferenti al battito incessante di sguardi abbracciati e soffici, rimpicciolendosi, invece di aleggiare sui massi levigati di sentimenti repressi e rumorose note nascoste, imperdonabilmente vestite dall'odore brillante che accompagna tutti ai confini del tempo. 



sabato 18 aprile 2020

LE RADICI SI NUTRONO DI CREDENZE ZOPPE










Con brandelli di suoni celesti si nutrono le radici di credenze zoppe, avvinghiate a corde sciolte e screpolate dalla perpetua insoddisfazione.
Riacquistano sí un po' di memoria, ma devono presto rassegnarsi a respirare gocce d'apparenze molto insonni, fanghi echeggianti nei ricordi fumosi che s'attorcigliano ai capelli, respiri incrostati d'intenso, scritti maliziosi, amplificati dai colori del tramonto, ed affanni strozzati da presenze invisibili.
All'origine, strisce penetranti strappano le prime pagine nel quaderno della vita, eliminando gli scarabocchi umidi di chi li soffia sbirciando attraverso lo strappo della tunica che indossa.
Non cedendo allo sconforto, si continua comunque a scrivere, affermando ghirigori che scalfiscono, salvataggi idrofili accanto al lavandino, frastuoni su lenzuola trapuntate ed abrasioni pavoneggianti come alberi bambini,
Malgrado orgoglio, rabbia e dolore, gridi d'allarme sfrondano i rami contro il tronco, fiaccole trasmettono ed amplificano fremiti di palcoscenici deserti, striscioni pesanti piú che arcobaleni, messaggi incappucciati d'asfalto, ringraziamenti lividi sulle labbra dove il canto ammaestrato sovrasta anche il rumore della strada.





mercoledì 15 aprile 2020

LA MANCANZA GENERA TRAMBUSTO SALUTARE








La mancanza scorre scintillante d'incanto se s'osservano paesaggi viola di dolore, sfregando mani impaurite sulla polvere d'altari d'oro.
Nemmeno quando piove inchiostro sul foglio della vita, una parola trema annegando, se, chi la legge, possiede la forza di mordere il respiro a pieni polmoni, e digerire l'aroma insinuante di sfumature ossigenate che dissolvono il buio della mente.
Lievi carezze sanano quei tormenti e singulti, che s'impennano da braccia perse nel mulinello di bagliori vacui, quando, come frastuoni impoveriti da barriere impenetrabili, scaricano fardelli in un istante, e si dileguano nella spuma vivace d'un batticuore.
Ghirlande di fiori eterni si posano sulla culla del colloquio in attesa di germogliare.
È lí che si rigenera il trambusto di nostalgie ridestate, di risate che ballano intorno agli odori delle notti senza luna, di fiamme innescate dal vagito di chi non s'arrende mai.





martedì 14 aprile 2020

SE SCAPPIAMO, CI RINCORRE...









Se scappiamo, ci rincorre, ignorandolo, favoriamo l'eventualitá di venirne sopraffatti.
Neppure nei vapori d'una grotta, sotto i legni contorti del bosco incantato, o appiattendoci sui fondali spazzolati dagli abissi, é possibile sfuggire all'impatto dei suoi passi incalzanti.
Per sopravvivergli, chiniamoci a mangiare dal piatto della sua fame, schivando detriti consumati, ripagando la schiavitú che produce, con abbracci donati a sogni e speranze di salvezza, ignorando squilibri sofferenti, quando il battito esplode da ginocchia contro il petto, e dipinti di parole addormentate s'originano in spazi umili e forti.
Opprime l'asfalto che non riflette l'umore dei cieli, ma momenti d'amore s'avvinghiano a profumi di respiri viventi, rimbombando su cespugli di catene ed abiti spogliati, e, dalle gabbie del dolore, fiati asfissianti seminano schiocchi d'acqua cristallina e succo immenso, che timonieri arditi portano a passeggio risalendo fiumi turbolenti come il pianto che rifugge lo sguardo dello specchio sorridente.




mercoledì 8 aprile 2020

L'ALLEATO PIÚ FEDELE...









L'acerrimo nemico nasconde la sua presenza, si lascia individuare soltanto dopo aver invaso il campo vitale dell'essere umano.
Una volta entrato dentro, si rivela malefico e persistente, ospite scomodo molto difficile d'annientare.
Ricordiamoci -peró- ch'é sempre possibile ricorrere a fedeli alleati per isolarlo e sconfiggerlo definitivamente.
Il contesto é cosí drammatico da sembrare catastrofico, ma esiste un'efficace antidoto su cui contare, ed al quale tutti abbiamo accesso.
Un esercito invincibile, composto da miriadi di elementi ubiquitari, sempre a totale disposizione di chi sappia comprendere l'importanza degli equilibri naturali.
Se richiesto con la dovuta considerazione ed amicizia, l'ausilio del mondo vegetale arriva rapidamente, permettendoci di rintuzzare qualsiasi attacco biologico e dissesto ambientale.
Costituisce l'arma piú potente, che l'Universo ci mette a disposizione, l'unica che si rivela efficace in tempi tragici come quelli che stiamo attaversando adesso.
Affidiamo con il massimo entusiasmo, a piante e fiori, il compito non soltanto di preservarci l'esistenza, ma soprattutto di contribuire marcatamente al ritorno del suo benessere.
Per aumentare le possibilitá di combattere quel virus che ci minaccia tanto gravemente, non se ne ignori l'origine zoofila, in contrapposizione a qualsiasi componente vegetale.
S'ammetta che, se si tratta d'un attacco violento, sferrato da specie animali minacciate dall'aggressione umana, selvaggia iniziativa intrapresa per sistemare ecosistemi vituperati dal nostro cieco egoismo, sicuramente nessun animale ci fornirá conforto e simpatia.
Il soccorso arriverá soltanto quando abbandoneremo la dinamica competiva perniciosamente innescata imponendo i nostri capricci all'ambiente circostante.
Vedremo allora che l'intero regno vegetale ci sosterrá, accogliendoci nell'abbraccio affettuoso che rigenera corpo e mente, impulsionandoci con salutare vigore, affermando presenze e valori troppo a lungo dimenticati. 






lunedì 6 aprile 2020

IL SOFFIO INCONTENIBILE DELL'INVOLUCRO PRECOCE










Il soffio incontenibile dell'involucro precoce pervaderá anche i luoghi appartati dall'oblio , le ceneri sparse dall'ebbrezza di dita ammalianti, increspando di brividi la bassa marea delle emozioni ed il pudore d'un gemito nostalgico che si rincorre ruotando su sé stesso.
Sará quando plageremo la musica dei sogni, inabissandone l'impatto nella costellazione che incornicia l'obliquo plenilunio d'una brezza soffiata contro lo spiraglio di languide imperfezioni.
Verremo tutti risucchiati dal vortice prodotto da sentimenti incontrollati, ammantandoci del fango che scorre come magma sul filo dei pensieri, mentre il nemico invisibile attraversa riflessi lacerati nel brusio d'un bosco calpestato a passi lenti dalla tempesta che ha sprigionato.



venerdì 3 aprile 2020

RINCHIUDERE PAROLE NEL CASSETTO









Rinchiudere parole nel cassetto per smorzarne toni altisonanti, costringere l'inchiostro a dileguarsi dai fogli di cristallo, dove il profumo d'intrecci floreali morde profondamente il soffio d'una fisarmonica, é come cospargere erba tra cicatrici d'un prato, innaffiare nuvole in cielo e respirare negli occhi d'un figlio preso per mano.
Si arano i campi della vita ricorrendo a messaggi che danzano istintivamente come animali nella giungla, si asciugano ferite sognando scintille che il cuore sprigiona, si cullano i sintomi del dolore calpestando quei singhiozzi che le onde disseminano sulla spiaggia.
Sull'altalena degli abbagli scorrono echi d'un moto che s'affaccia offrendo calore al nido delle debolezze, e vigore alla corsa di vibrazioni e suoni in cerca d'espressione.
Lí s'ascoltano silenzi striduli per cancellare l'impronta delle lacrime con la voce d'un sorriso.