sabato 18 aprile 2020

LE RADICI SI NUTRONO DI CREDENZE ZOPPE










Con brandelli di suoni celesti si nutrono le radici di credenze zoppe, avvinghiate a corde sciolte e screpolate dalla perpetua insoddisfazione.
Riacquistano sí un po' di memoria, ma devono presto rassegnarsi a respirare gocce d'apparenze molto insonni, fanghi echeggianti nei ricordi fumosi che s'attorcigliano ai capelli, respiri incrostati d'intenso, scritti maliziosi, amplificati dai colori del tramonto, ed affanni strozzati da presenze invisibili.
All'origine, strisce penetranti strappano le prime pagine nel quaderno della vita, eliminando gli scarabocchi umidi di chi li soffia sbirciando attraverso lo strappo della tunica che indossa.
Non cedendo allo sconforto, si continua comunque a scrivere, affermando ghirigori che scalfiscono, salvataggi idrofili accanto al lavandino, frastuoni su lenzuola trapuntate ed abrasioni pavoneggianti come alberi bambini,
Malgrado orgoglio, rabbia e dolore, gridi d'allarme sfrondano i rami contro il tronco, fiaccole trasmettono ed amplificano fremiti di palcoscenici deserti, striscioni pesanti piú che arcobaleni, messaggi incappucciati d'asfalto, ringraziamenti lividi sulle labbra dove il canto ammaestrato sovrasta anche il rumore della strada.





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