venerdì 28 giugno 2019

IMPARIAMO A SCRIVERE SENZA PAROLE!








Il ritmo delle parole stipate in furgoncini fermi in coda perché il semaforo é spento, scritte di fretta su finestrini e pareti di tessuto senza forma, é innaturale come il dondolio d'un vascello prima di salpare, offende l'equilibrio di chi si ferma prima di attraversare.
Procedendo a sbalzi, sono soltanto coreografia arida di strade senza curve, del vialone dove si scorre guardando verso il monumento eretto per celebrare un tempo che nessuno sa s'é passato o no.
Per incanalarle verso l'alba d'un nuovo mondo, si dovrebbe trovare il coraggio di affrontarle e chieder loro di denudarsi completamente, per rivelare le radici dell'essenza.
Immediatamente, allora, smetteremmo di mascherarci come attori sul palco dei dementi, elaborando drammi e sfoghi in toni di velluto, per auditori garbati ma disattenti.
Indosseremmo appena lenzuola di vento, incapaci di proteggerci dagli affronti del maltempo,  totalmente prive di furore simbolico e sintomi fittizi.
Emergeremmo dalla palude come elefanti accorsi per sbirciarsi tra di loro.
Per poter piangere, non ci rifugeremmo piú all'interno del linguaggio.
E, rielaborando il peso delle delusioni, rinunceremmo ad argomentare concetti e formule feticce, estratte dal formulario che c'hanno imposto di firmare prematuramente.
All'apice d'uno sfogo, non ricorreremmo ad espressioni verbali sentite e risentite migliaia di volte, ma, seduti come coleotteri nello strume, dischiuderemmo la scatola che contiene tutti i tesori.


lunedì 24 giugno 2019

SCHIAVI ABUSIVI.









Per entrare lá dentro non serve bussare alla porta ed annunciarsi.
L'accesso viene tassativamente negato a chi non vi risieda giá.
Stringenti norme si applicano per mantenere intatti i connotati dell'ambiente dove la schiavitú é praticata, indipendentemente dai motivi che la determinino.
Mi stupisce -quindi- che, ogni giorno, migliaia d'individui riescano ad evadere l'attenta sorveglianza e s'infiltrino subdolamente all'interno di quella struttura.
Sono schiavi abusivi, contravventori decisi, ma, forse, sabotatori involontari di quello stesso sistema del quale si sentono parte, e che contribuiscono attivamente a propagare.
Ritagliano per sé un ruolo operativo che definiscono anticonvenzionale, la cui portata rivoluzionaria sanno -peró- essere ininfluente ed illusoria.
E, perció, s'astengono dal ritenersi responsabili anche solo del parziale smantellamento della catena millenaria, caratteristica d'ogni processo di sfruttamento individuale.
Pur minando consapevolente tutte le piú intime implicazioni della loro presenza esistenziale, non si  riconoscono come alieni o antagonisti sociali.
Si spingono verso le folle nei momenti di maggiore confusione, quando piú denso é lo scorrere delle ore, mentre avvengono cataclismi politici o screzi professionali.
Frequentemente, si mimetizzano in vasti centri commerciali e blocchi d'uffici adibiti alla produzione d'una cultura massificata, che non rifiutano né amministrano.
Ogni notte, rimangono sotto le coperte a rabbrividire, finché non arriva il sogno in cui si succhiano le dita avidamente, proteggendosi le labbra dai raggi del tramonto.
L'opinione che hanno di sé stessi muta periodicamente, passando da un nulla all'altro, cercando il buio in ogni punto incandescente.
Nel calendario appeso alla parete, vedono la mappa del mondo che sfugge, mentre ci si sforza di proseguire la conversazione.
Dipingono con un cucchiaio inzuppato le strade del loro prologo. e, quando viaggiano in auto, si rintanano sempre nel sedile di dietro, convinti d'essere i protagonisti dello specchio retrovisore
È che si mostrano soltanto per non farsi scoprire, e l'unico compromesso che contemplano é quello di rinunciare ad esistere.






mercoledì 19 giugno 2019

OMBRA ALL'ORIZZONTE.







Gli sgoccioli ticchettanti degli ultimi istanti del giorno, prima d'allontanarsi per sempre, deambulano in tondo, forse smarriti o solo un po' perplessi, soffermandosi ad ammirare l'effetto di quei colori con cui hanno appena riverniciato il mondo.
Ma, soltanto quando, scandalosamente, i pigmenti rivelano forme e sguardi incuranti d'ogni decenza, si rende necessario soffocarli, per poi poterli rivestire con lo scuro pulsare della notte.
L'oscuramento s'accompagna con sospiri profondi, mentre i diversi colori si cancellano uno alla volta, senza che sia necessaria alcuna violenza.
Si tratta d'un meccanismo naturale di progressiva eutanasia, che pur conserva in sé, ben evidente, la matrice della vita.
Le onde del mare, allora, deglutiscono le ultime scintille di cui fuligini infuocate si sbarazzano per scappare a gambe levate, si spogliano della docile dolcezza d'un vestitino svolazzante, per calarsi nel brontolio esausto d'un manto impenetrabile.
Agli incroci delle strade compare il noioso bagliore della luce elettrica, ma, sulla schiena arcuata di fondali immensi, miriadi di balene scivolano al buio, incuranti di brontolii e richiami.
Alcune, prima d'immergersi, c'avevano guardato, mescolando un nome o due alla voce roca dei flutti.
Qualcuno di noi s'impegnó vanamente a richiamarle indietro, articolando poche vocali soffocate, e gesticolando al vento, prima che l'ombra bituminosa, ricoprendo anche l'orizzonte, cancellasse ogni desiderio di riscossa.





 

venerdì 14 giugno 2019

CERCHI CONCENTRICI.







Come cerchi concentrici, che si sovrappongono nelle pupille di chi s'immerge a fissarli intensamente, scrittura e lettura sempre finiscono per coincidere.
Ogni verbo che venga affidato all'esilio offerto dagli scaffali del tempo, sperduti quanto i libri che contengono, é destinato a suscitare curiositá e tenerezza, in chi venga a riscattarlo dal destino cartaceo.
Acquistando, cosí, la posizione corrispondente al suo ceto, nel ripostiglio della memoria trova rifugio eterno.
S'afferma imperiosamente quando abbandona la gabbia, dentro la quale lo scrittore l'aveva relegato, vedendosi trascritto nella memoria del lettore attento.
Inizia -allora- ad interagire con il mondo, vive, soffre, combatte, si rielabora alla luce dello spazio.
Anche se frainteso, costruisce ponti, scavalca avvallamenti e trincee, pur mantenendosi protetto da infezioni e contagi.
Al suo ritmo, scrittore e lettore ballano all'unisono, delimitando un territorio, all'interno del quale non é concessa la presunzione d'impartire direttive e l'ammutinamento é impensabile.
Chi scrive, tenga conto che, chi legge, svolge la funzione del rivenditore che s'incarica d'abbellire vetrine utilizzando prodotti che trova in magazzino, recapitati di notte, ed inviati da chissá dove.









mercoledì 12 giugno 2019

LE POZZANGHERE.








Non si creda che, per procedere il piú speditamente possibile, sia necessario evitare una ad una le pozzanghere che costellano i sentieri della vita.
Al contrario, é immergendovi i piedi scalzi e doloranti, che s'ottengono benefiche sensazioni di tranquilla frescura, e si ritemprano le forze necessarie per proseguire.
C'é concesso d'avanzare soltanto a piccoli passi su terreno impervio e disagevole, dov'é impossibile lasciare orme che altri possano seguire.
S'approfitti -quindi- d'ogni difficoltá, trasformandola creativamente in opportunitá dinamica ed induttiva.
È esercitandosi a marciare in condizioni avverse, che s'acquisice il metodo piú idoneo per valorizzare il significo della sofferenza ed ottenere progressi esistenziali, altrimenti irraggiungibili.
Invece di disperarci, quando corsi d'acqua limacciosa e dirompente c'interrompono la via, impegnamoci a guadarli con pazienza e determinazione, utilizzando proprio l'inadeguatezza come arte d'appoggio e sostegno.
Cosí facendo, probabilmente cadremo piú volte nei turbinosi vortici del destino, rischiando di venirne risucchiati e disorientandoci per un po'.
Certamente ci sbucceremo ginocchia e polsi contro spuntoni di roccia che demarcano gli anfratti piú profondi, ma diluendo cosí il sangue ribollente, incontreremo la forza di continuare. 
Ognuno di noi, sguazzando come mosca caduta a picco nel vino d'un bicchiere, invece di ubriacarsi di timori ed ansia, si ricordi che, fintanto che le ali si mantengono asciutte, é sempre possibile riprendere il volo verso le stelle del firmamento.




giovedì 6 giugno 2019

SALTELLA IMPAZIENTE...








Chi é convinto che scrivere sia un mero esercizio manuale, é incapace d'attribuire adeguato valore ad una delle piú sublimi attivitá umane, non riesce a raggiungere alcuna profonditá al di sotto della superficie visibile delle realtá.
È come bambino che, invece di lasciarsi condurre per mano da un adulto disposto a svelargli i segreti del bosco, si divincola e piagnucola, prima di rifugiarsi nella cameretta dove custodisce due o tre giocattoli ormai consunti.
Merita che parole pesanti e crudeli gli invadano la mente e ne minaccino l'equilibrio logico ed emotivo.
Per non diventare un sacco incapace d'accogliere altro che rifiuti, conviene prestare estrema attenzione al richiamo della scrittura, soprattutto quando avviene nei momenti piú impensabili ed apparentemente inopportuni.
Abbandoniamo subito qualsiasi altra occupazione, per risponderle in modo affermativo.
Fissiamola intensamente in quei suoi occhi cristallini, espressivi quanto le parole che ci suggeriscono.
Lasciamo che saltelli impaziente, che corra rumorosamente in tondo, mostrandosi disposta a farsi prendere.
Poi, mentre cerca di condurci per un braccio alla scrivania, sorridiamole con tenerezza e gratitudine.
E, quando ci sembri pronta, correspondiamo senza remore il suo desiderio di concedersi.
Anche soltanto per un paio di frasi, due o tre righe scritte di getto, prima di ritornare di nuovo su questo mondo.
Ridiamole poi la libertá che esige, e di cui si nutre continuamente.



  

lunedì 3 giugno 2019

IL BUIO DEGLI ODORI.







Determinando l'inizio della notte, l'orizzonte si tinge di scuro per nascondersi alla nostra vista per un po'.
Quando s'affoga il sole, i toni di colore piú intenso non riescono a sopravvivere.
Dimenandosi e gridando, s'allontanano per raggiungere l'antro misterioso, dove, come vecchi mobili ammassati in cantina, attendono impazienti d'essere richiamati al mondo.
Assiepati cosí, sembrano ortaggi destinati a fondersi per colmare pentoloni che nutrano ed intrattengano l'umanitá intera, almeno fino a che non sopraggiunga di nuovo il mattino.
Il nostro olfatto assume allora funzione di soccorso, costruisce sensazioni dove lo sguardo non penetra piú.
Emergono quegli odori e profumi che la luce manteneva sotto sequestro.
Discussioni, menzogne, tradimenti si presentano con il tanfo acre di sogni frettolosamente abbandonati tra l'immondizia.
Tutte le incomprensioni, durante il giorno guardandosi allo specchio, si possono rassicurare a vicenda, ma, al buio, divengono macchie ch'esalano fetori violenti, simili a quelli emessi da parole stropicciate con stizza o da singhiozzi di moribondo.
Esalazioni maleodoranti accompagnano ogni finzione indossata saltellando, e, mentre si scava dietro al palcoscenico, la puzza che s'espande impedisce di raggiungere l'acqua inbottigliata che avevamo nascosto proprio lí.
Anche in bagno, ed in cucina, prevalgono sensazioni olfattive sgradevoli quando si crede di sfidare il destino, mentre si finge d'ascoltare cosa dicono gli altri.
E, se ci s'incoraggia a cercare sotto al materasso spiegazioni esistenziali, i polmoni trasbordano di miasmi tossici e degradanti.
Al contrario, la pace del pensiero amorevole é sempre miscela di oleose essenze che provocano sublimi sensazioni olfattive.
Elargisce e stimola benessere in chi ne percepisce la fragranza, é particolarmente invitante ed appetitosa, prima che il chiarore dell'alba ne sfumi i contorni.