martedì 30 giugno 2020

AGGLOMERATI D'INTENTI INCONSAPEVOLI











Gli agglomerati d'intenti inconsapevoli, anche se scoraggiano eventualitá dinamiche, non eludono il circuito di congiunte interferenze, che s'accompagna a polveroni di stelle frantumate minuziosamente da eversioni esistenziali.
Lucidano inedie cosmiche, imprigionano mormorii di ritualitá soffocate da smarrite aspettative.
Ricalcano la forma d'asteroidi appena nati, che cavalcano il frastuono di sogni impervi e sfilettati.
Irriverenti malesseri pausati, per sincronizzarsi all'aritmia di sfizi artificiali, dondolano nella rugiada di umiditá latenti, come segnali d'avvertimento acquarellati su concavo destino.
Intersecano rotte molto tortuose, scivolano su guance disallineate, inseguendo l'animositá di tranelli e ladrocini frettolosi.
Come astri sbigottiti dal contatto penetrante di fantomatiche alchimie, delusi dal rincorrersi di flutti anemici ed esasperati, cadenzano orbite ellittiche attorno a spicchi d'universo congelato, aumentano di spessore l'evocazione scenografica di amplessi luminosi e rimbrotti ambientali.






lunedì 29 giugno 2020

BATTIBECCO PROVOCATO DA ESPRESSIONI ALTISONANTI












Ogni battibecco provocato da espressioni altisonanti, nelle quali s'intingono sagome di lustrata vulnerabilitá, ricerca il moto perpetuo tra architravi di substrato onirico.
Servendosi di manifestazioni scomposte, ostentando gestualitá incontrollate, costituisce alitante tessitura di diafanitá veleggiante verso l'ignoto.
Estenua gran parte dei trascorsi della mente con strofe avvinte, e parantesi inscidibili dal caos indotto per adulterare sodalizi e collisioni simbiotiche.
All'interno di fotogrammi monocromatici, insinua il nesso sonoro che attrae contraccolpi ed antitesi, allungandone il fiato fino ai limiti dell'equilibrismo.
Manomette premesse fittizie, espressioni sonnambule e ridondanti afflati di raggrinzita argillositá, per salvaguardare densitá remote prive di qualsiasi presagio convincente.
È da un arco assottigliato come vertebra sotto il peso dell'incoerenza, che salpa dardo ruggente, in direzione di grovigli elucubrati ed aromi dispersi in un fagotto di nebbia.





sabato 27 giugno 2020

SE L'ALBA POSTPONE SCENOGRAFIE










Il sospiro del vento zittisce, quando prende consistenza la motivazione trasparente d'un tramonto accalorato.
Poi, se l'alba postpone lo spettacolo di scenografie improvvisate, s'affermano mormorii schiumanti nella penombra del letargo virtuoso, mentre nuvole di ossigeno surriscaldato producono alchimie chiassose ed inconseguenti.
Incastrandosi nell'insipida assenza di elementi innovatori, la coltre di vapore alieno all'armonia del moto pensato, sfoca nel suo orizzonte ottiche concave d'idee lancinanti, tartassa lembi asimmetrici di speranze sbaragliate.
Lo stratagemma di srotolare tappeti erbosi su relitti di remore contradditorie, permette di proiettarsi oltre il caledoscopio ipnotizzante d'incontri inaspettati e virtuositá impossibili da catalogare.
Ma, non riduce minimamente la stanchezza d'esercizi ripetitivi, accanimenti acuti aggravati da tensione e sconforto.
Per dissoverla, basta una sola goccia d'antidoto solare, che preclude l'entrata ad affanni intempestivi, martellamenti esarcerbati dal rammarico incrostato di fatalitá ingombranti.





giovedì 25 giugno 2020

L'IMPATTO DI SCIAGURE ECLATANTI










Condito di velleitá dorate, l'impatto di sciagure eclatanti si mantiene schivo, se sbandiera, lacero, il drappeggio tinteggiato di venature mimetiche ed imprevedibili.
Scandisce turbinii infoltiti d'antagoniste liturgie, s'invaghisce di ritmiche esibizioni inconcludenti, interpreta a passo di danza emozioni soliste, ricalca immagini riflesse ed attardate.
Nel sottofondo livido d'incanti sfuggenti, incornicia il prevalere di bagliori intrisi di randagia agonia.
Sfuma trasparenze allegoriche per enfatizzare il contesto fioco di nostalgie allusive.
E, nella dimensione d'impalpabile magìa, corica, suadente, una voce addomesticata da respiri agonizzanti.
L'apparire di disgrazie compiaciute, si conferma fragile per chi disdegna il tocco del velluto, non si stupisce meditando sull'indifferenza di stridii caduchi, e sorvola, pazientemente, il deserto d'impalcature soggiogate all'insinuarsi della fluiditá temporale.





 

mercoledì 24 giugno 2020

NEL TRANSITO DI SCORBUTICHE INCOERENZE









Nel transito di scorbutiche incoerenze, si sistemano fugaci momenti d'impacciata esibizione e diafani volteggi di malinconia garbata.
Si muovono con studiata rassegnazione, crogiolandosi in attengiamenti scaltri come velature indossate a rovescio, refrattarie al brillare delle stelle.
Sprofondano in sabbie mobili, assaporando il retrogusto dell'indifferenza scompigliata, catalogano lusinghe, incamminandole su pagine insipide, dove regnano codici privi di chiarore.
Per non assoggettarsi ad un'evaporazione disvelata, si mantengono costantemente in controluce, evitando il tepore di sentimenti onorifici e profondi.
E, se dischiudono istintive grida di compiacimento, glissano confusi, impedendosi di navigare su velieri audaci e motivanti.
Rivaleggiando situazioni caustiche, innescano petulanti sequenze d'affronti, perpetrati cinguettando.
Dibattendosi nel ricettacolo di alibi tanto illusori quanto blasfemi, rumoreggiano senza tregua, estenuando il caos che dipingono su pianure sconfinate, avvinghiandosi alle strofe di membrane sfuggenti e soggiogate.





martedì 23 giugno 2020

IL FRAGORE DEGLI INGANNI








Il fragore degli inganni non risuona nel piazzale dove s'accalcano chiassose folle radunate dalla cabala infante, echeggia appena in sillabe tozze, che soldati esausti declamano per appacificare nemici implacabili.
Mansueto almanacco di gioventú esaurita, indugia come bozzolo ovattato, che protegga torpori evaporati ed attacchi deliranti.
Ruba l'oblio notturno, proiettando coaguli deformi su sagome accecate dalla propria ombra.
Per stemperarsi nel calderone profano d'un carisma accomodante, imbelletta di ghirlande smisurate il movimento degli strafalcioni.
L'infelicitá che l'accompagna, inciampa sempre in relitti di abnormi meccanismi cerebrali.
Cocciuto, ricerca il percorso negato al sensato scintillìo d'equilibri eterni, per cospargerlo di sedimenti ancestrali che ne deturpino la logica ed il divenire.
Ma, l'insipida ostentazione con cui passa in rassegna briciole imprigionate nel manto della memoria, enuncia soltanto parodie di ambivalenti interpretazioni, modesti inghippi di lacerata ottica, sbiadita ed ossidata come sospiro che non contenga alcun sentimento.





lunedì 22 giugno 2020

PLAGIA ESISTENZE REMOTE E DIFFORMI









Plagia esistenze remote e difformi, chi dipinge voluttosi virtuosismi sottratti al crepitio di emozioni che gli saltellano tra le gambe.
A mani dispiegate, vorrebbe assecondare il grandinare intenso di semi e spore che germinano nel vento.
Per rendersi invincibile, immagina d'incanalare labili bagliori d'immenso, foschie dense di nutrimenti adulterati, accompagnandosi a piogge benefiche e visioni incontrastate.
Ma tale strategia non permette mai di progredire, solo consente illusorie ricognizioni.
Si dimostra totalmente inefficace, sopratutto quando il respiro rifiuta di modellarsi attorno a sorrisi ammiccanti, ed emozioni che invoglino a comporre poesie infinite.




domenica 21 giugno 2020

IN INSTANCABILI CIRCONFERENZE










In instancabili circonferenze, sembianze di echi ed eclissi sguainate, trovano vertiginosa collocazione, si placano rinforzandosi a vicenda.
Celano obiezioni e consensi in quell'andarivieni senza limiti, che strapazza ogni azione incongrua alle regole del moto universale.
Con enigmatico stupore, sbozzi di comportamenti si trasformano in dinamiche collettive, cimentandosi in attivitá ritenute come plausibili, ma non evitano allarmanti lesioni alla fragile impalcatura che li giustifica e contiene.
Spesso soccombono alla contaminazione tortuosa di gramigne esistenziali, e pur inchinandosi devotamente al cospetto di sinergie tatuate nelle cromaticitá crepuscolari, s'accorgono d'essere incapaci di rammendare biechi stracci appesi all'orizzonte.
In distrazioni di buio simulato nascondono schegge futili di chiarori segreti, illudendosi d'appagare i dettami d'astri intraprendenti.
Ma sfrontano soltanto l'iride piatto di simbolismi arcani, deludendo la matrice intensa di respiri emessi da svogliature perenni, sfumati pallori e multiformi geometrie di guazzi colorati.



venerdì 19 giugno 2020

FARDELLI D'EMOTIVITÁ CONTAGIOSE










Bacheche saturate da fardelli d'emotivitá contagiose, non accolgono ovattati ricordi che lustrino atmosfere perspicaci ed addomestichino tentacoli irrequieti.
Privilegiano sfumature abboccate di minuzzoli putrefacenti, impeti incerti, ossessioni amplificate da malìe inclementi.
Come ghirlande di rubini che occhieggino farfalle intente a seppellirsi in corolle di fiori senza stelo, scivolano nel baratro, per depositarsi sul fondo, pensieri agghindati di malignitá mielata e tracotante.
Grovigli di sospiri invaghiti da stupori e controsensi, pullulano sulle labbra della nebbia, soffiano aromi seducenti dentro al cerchio dei trastulli esistenziali.
Neutralizzano qualsiasi barlume di sapienza e maturitá, istigandoci contro le forze incerte che rimbalzano da una dimensione all'altra.
Parabole bisbigliate a rigagnoli di enfasi austere, svaniscono rapidamente, sembrano geroglifici sulla superficie d'una colata di lava, cangiante come la sequela dei contrattempi.





giovedì 18 giugno 2020

SILLABE DI CHI ASSECONDA VERTIGINOSI IMBROGLI










Sorseggiando in paludi di velluto, le silllabe pronuciate da chi asseconda vertiginosi imbrogli, s'impigliano in grovigli che, come anemoni aggrappate ad un sospiro, ondeggiano in modo erratico ed irriverente.
Sopravvivono soltanto se raggiungono il silenzio d'un mare senz'acqua.
Lí s'incrociano con fruscii di pantomime assonnate, mentre cercano d'interpretare rovesci inariditi, che catalogano come istrioniche parabole di fango.
Emanano cascami infiorettandoli di sfumature spinate e complesse.
Albergano nell'attutita dimora del languore, per ripararsi da approcci stremanti e profili riflessi in supposizioni sconfinate.
Nell'amalgama sconcertato di asincrone sequele d'istanti tempestosi, mormora l'incedere di ritmiche espansioni di lamenti.
Timidamente, allude a scalpori d'ambiziose densitá, intrigandosi in effusioni eccentuate dalle delizie che pausano pensieri reversibili.
Quando s'appoggia a confini levigati da crepuscoli tentacolari, incenerisce atteggiamenti plasmati, trasformando in consuetudine la sfida ardente dei labirinti di chi perde anche i fiochi riverberi dei suoi titubanti soliloqui.




mercoledì 17 giugno 2020

CHIAROSCURI DI MEMORIE APPANNATE










Nei vivai del tempo, chiaroscuri di memorie appannate transitano imitando passi ondulanti, arricchiscono di mimica peculiare assaggi di apparenze ed effetti trascesi.
Come il decadimento che talvolta s'impossessa di menti atarassiche, dettano parabole del vissuto, innescano spiragli luminosi, e, contemporaneamente, affossano nozioni monche.
Nelle ore di tormenta, caratterizzate dall'incertezza, scarseggiano provviste edificanti, e, per alimentare le mansioni quotidiane, si deve ricorrere all'ausilio dell'immaginoso.
S'impennano allora molecole battenti, attorcigliandosi ad arroganze allusive d'eretici equinozi.
Tra dirupi fulgidi e senza fronzoli, irrequieto é il moto di sogni discostati dal vocio enumerante, che sinfonie immaginali imprimono a bagliori turchini,
Avendo cosparso d'ebbra emotivitá il dondolio impulsivo di grappoli d'idee inanimate, ed imbellettato la livrea lunare di affermazioni senza senso, si conferma l'impenetrabilitá dinamica del gioco esistenziale.




  

martedì 16 giugno 2020

SGUARDO SERRATO CHE EVAPORA POZZE DI SUDORE










Tortuosamente intriga, ogni sguardo serrato che evapori pozze di sudore e barbagli iridescenti.
Idealizza riverberi di carezze accennate e proiezioni d'enfatico stupore.
Inganni e sommosse l'acquietano, mentre, all'orizzonte, nostalgiche compulsioni incidono come aculei d'infinito.
Consuetudini riflesse in languidi mormorii striati, se si sovrappongono ad intenti eccezionali, propagano il silenzio indelebile di immaginazioni languide su palcoscenici acquiescenti.
Misurano richiami ansimati e compatte resistenze, obbligando sgargianti memorie a collidere in arterie dove scorrono realtá bollenti e sonore follie.
Culminando allusioni ed incantesimi, il nettare distillato dallo stagno dei dolori, snoda il suo percorso in cielo aperto, dove accompagna sospiri d'una orchestra di fiati.
Freme scavalcando l'odio nascosto in avvenenti densitá della mente.
Offusca vampate di fluidi intrusivi, migra cronache annusate in apnea, gridate con stridore compiacente, per trasformarne gli enigmi in petali di rosa.




lunedì 15 giugno 2020

IL SAPORE ADDOMESTICATO DELLE ABITUDINI











Il sapore addomesticato d'abitudini incoraggiate con pulsioni elementari, finisce sempre per manifestarsi in sequele di smodata baldoria e vitalitá evanescente.
Approda in contesti consunti e decadenti, lasciando trapelare contradditoria determinazione, forse per abbellire l'aspetto di alibi fuorvianti.
Il palato che si decida ad apprezzarlo, si trastulla in fiotti d'iridescenti riccioli, che si rincorrono sul girotondo di aliti affannosi, sintetizzati applicando formule mordaci.
In assenza di respirazione, i dubbi che s'originano, gravitano modulandosi in realtá smagliate, e scostanti chimere malferme.
Zigzagando, convertono retrogusti itineranti in brividi di lucidezza guardinga.
Inaccessibile dedalo di concatenazioni astratte ed arcigne scorie di penombra, ambiguo s'atteggia come icona smisurata, che s'annidi nel rifugio di pensieri arruffati e sospettosi.
Sulla ribalta di presupposti incomprensibili, raramente é concesso soffermarsi per mostrare carburate gestualitá e peculiari elasticitá intellettuali.
Nell'ottica della quotidianeitá catalizzatrice, improvvisati chiarimenti ribaditi a forza d'illazioni,  costituiscono elementi abitudinari, facilitano l'epurazione di costellazioni scellerate, utilizzando sistematicamente la narcosi esistenziale.


   

sabato 13 giugno 2020

CONTUNDENTI INGAGGI D'UTOPIA










Contundenti ingaggi d'utopia metabolizzano lucide chimere, mentre si lasciano accompagnare da sagome polverose e rarefatte.
Masticano sfumature di pochezza, incoraggiano memorie di gesti pastosi, che inneschino volteggi di sogni, ammorbidendoli in profonde insenature artificiali.
Raffigurano fobie taciute e riti scontrollati, architettano suggestive forme, per narcotizzare l'afflato di retrogusti profondi contenuti in ricettacoli della memoria.
In presenza di tracce mutevoli che confondano ondate di nebbie oppiacee, risucchano emotivitá con mulinelli verticali che destreggino il peso delle ore.
Adagiano l'andatura su pavimenti sdrucciolevoli ed incerti.
Risvegliano accordi di pregiudizi e fantasiosi soprusi, bombardandoli con echi sfrondati di vocaleggi azzardosi, scevri di convenzioni musicali.
Tessono impronte smisurate mormorando languori di penombra, frantumano ogni tenerezza che percorra soffice lettura di fiabe profetiche e variopinte.







venerdì 12 giugno 2020

ARPIONANO RIFLESSI DI STONATE VIBRAZIONI










In una molecola di palpito infinito, cocenti presenze arpionano riflessi di stonate vibrazioni, divaricano irrealtá stantie, aggrappandosi ad aria dispersa fra lucciole e pizzi di pianeti avvelenati.
Come malesseri che ottenebrino il naturale decorso degli eventi, invadono immagini trasparenti ed ambigue, cospargendo d'ostilitá la gestualitá che inabissano.
Furibonde, ingannano le creazioni piú sensibili esalando irrequiete pantomime, spalmando contusioni audaci ed improbabili sul palinsesto traboccante di sotterfugi irriverenti.
In punta di piedi, sfilettano alfabeti indecifrabili, sminuzzano grappoli d'energia che sibila nella spuma infranta da capitomboli scivolati nella finzione di malesseri diffusi.
Prosperano al riparo della placenta, ma, poi, in siderali sogni dissolvono versi eccedenti e traiettorie d'esistenze, disegnando all'orizzonte elucubrazioni dissolte in sussulti imprendibili.
Ricorrono al manto del silenzio per discostare il respiro da ombre invadenti, evocano essenze in agguato stemperando sensualitá recondite all'interno di effigi iconoclastiche.
Nel loro moto espressivo, entrano spesso in contraddizione, travalicando il senso delle cose per affermare obliterazioni di sagacia nel contesto estroso che coltivano impunemente.





mercoledì 10 giugno 2020

CHI ALBERGA INGANNI NELLA SUA MENTE









Chi alberga inganni nel buio della propria dimora mentale, assilla il senso di vibrazioni dedite a contrastare affronti di sguardi arroganti.
Attribuisce logicitá a scintille di vento, dilatate banalitá del pensiero, vagabonde escursioni, che, contorte acrobazie, propellono in risonanza con segreti clandestini.
Inabissa, nel profondo di silenzi incantati, gemiti di rievocazioni ansiose e gesticolanti, infrange, in barriere luminose, preludi di torpori solitari.
Contrasta il benefico oscillare di equilibri eterni, sotterrandosi sotto il peso di struggenti ricordi.
Dimensioni eteree ne delimitano il territorio, oscillando invano, come altalene sospese in immaginosi paesaggi cosmici.
Nell'inconsistenza di ragioni demotivanti, attendono gli effetti di dialoghi elucubrati com impaccio, ignorando suggestioni lucenti che si staglino su orizzonti senza tempo.
Nell'infinito immenso, sospingono briciole di talento soporifero, per contrastare l'evolversi di virgulti consapevoli, aggrappati a candidi sentimenti.
Sequestrati dal proprio sguardo illusorio, s'aggrappano ai fremiti che li muovono incessantemente, e, come albero che metabolizzi asfalto per crescere oltre misura, rifuggono da arcane fatalitá, quando costruiscono geometrie che si perdono nel vuoto.




    

martedì 9 giugno 2020

MATRICI DI SCARABOCCHI SFOCATI E FATISCENTI








Dissonanze, che abusino il vociferare fitto di note ingegnose, provenienti da ogni angolo del cosmo, s'impaginano in sciarade sghembe, intingono il loro dialogo in pozze colme di ritmiche pulsioni.
Matrici di scarabocchi sfocati e fatiscenti, scalfiscono l'essenza mistica, che, stremati sogni, rinfrangono in evocanti affreschi di sospiri visuali.
Oltre oceani turbinosi, nella dimensione delirante, che accoglie rari accenti di sensazioni trasladate in controluce, insolvenze discostano flessuositá inquiete, bisbigli di contaminazione avviluppano profonditá dubbiose ed ingenue.
Inabili a reprimere il sorteggio di trame ambigue d'esistenza, nel consenso dell'indecisione, smarriscono acerbi parametri, scorie impacciate,e confusi retaggi di disgregata parvenza.
Intrecciando parole avulse ed assidue tensioni cerebrali, rivestono di connivente penombra salvagenti d'incomprensione, addestrano il flusso contorto di fermenti, che si contraggono in sconvolti eremi di tristezza.
A dismisura, gonfiano imprevisti d'aria nera, come lettura sbieca di voce soffocata.
Sorseggiano, effimera, la visione sospesa di storie mimetizzate e tremiti indugianti d'ossigeno viziato. Rivendicano, al contrasto tortuoso, inclinate impalcature d'angoscianti surrealtá, forzati barlumi di mancanze indisponenti, miscellanee profetiche di singulti stracolmi di distratti sedimenti.





lunedì 8 giugno 2020

L'EUFORIA DEI RICORDI CHE RINCORRONO SE STESSI









L'euforia, con cui i ricordi rincorrono se stessi quando scappano attraverso le lacerazioni della memoria, disperta immaginosi istinti, tingendoli di stupore irrequieto.
Scivolando su abrasive griglie boriose, tormenti riappaiono dopo tiepide pause esistenziali, per adulare il contesto da cui provengono, ed intrallazzare estrosi rigurgiti di capriccio.
Sorgono cosí, presupponenti, strascichi di pensieri inquinati da arguti deliri, destinati a vagare nel cielo delle eclissi.
Si catapultano come strali d'ironia in mezzo ad ingegni capienti, esorcizzano gli azzardi d'un balenio chiassoso, aggrappandosi a percezioni bendate ed assetati sguardi laboriosi.
Quando, poi, si trasformano in miraggi sparpagliati da vorticosi pensieri imprendibili, ricorrono all'impeto di spasmi agili, per affossare rimpianti e smorzare l'incedere della deriva.
Dissimulano i colori dell'attimo, assottigliando l'emozione d'esistere.
Concentrano negli affronti del tempo i deflussi frastagliati di perpetui vagheggi, asterischi che marcano eventi importanti, ed il patimento d'ammorbidirsi nell'irrealtá d'oscuri fotogrammi.






 


sabato 6 giugno 2020

LA FINZIONE INNOVATIVA...









S'intrufolano in sghembe piaghe d'ambiguitá, innovativi impulsi, che, cantilene recitate senza fiato, incoraggiano a precipitare verso equivoci deliri.
Ostentano stesure allusive, imitazioni d'illusioni vincenti, ma non fermentano sapori e simpatie in chi riconosce la vacuitá di sillabe forbite ed attimi inconcludenti.
Estrosamente farciti d'insensata vanitá, si sbottonano il vestito per ammaliare lo sguardo di viandanti indecisi e stanchi.
Scodellano ripetitive briciole di luce artefatta, insubordinando riti di collettivitá frantumate, livide di crudeltá e ceneri forgiate con disincanto.
Sfoggiano opalescenza decadente e stolta.
Per mantener lontane gramaglie d'innocenze perse da fantasmi feriti, propongono diversitá imprendibili, trasformandole in ragnatele di sotterfugi ed abbagli disattesi.
Invitano intrusioni assetate di chiarore, a confondersi al bordo di costellazioni passeggere, mentre, ad occhi bendati, improvvisano passi sbiechi sul percorso di sogni segreti.
Smorzano fiati millenari, arcane cadenze ed aggettivi imperanti da sempre, per far spazio al miraggio di realtá senza senso.







venerdì 5 giugno 2020

GRAPPOLI DI AMNIOTICHE ALLEGORIE









Sbandierandosi al soffio d'industriosi mantici, grappoli di amniotiche allegorie attirano gli sguardi, sminuzzano infiorescenze, aromi e passioni della mente.
Come inganni di talento, s'assoggettano ad elusive traiettorie, prosciugano capitomboli deliranti e l'ardore di malesseri concepiti nel limbo dei ricordi.
Chiassosamente volteggiano in ogni stormo di foglie sconfitte dall'autunno, indossando vocazioni da capogiro, remote rimembranze di gestualitá ibernate.
Perforano eteree fluorescenze nel contesto incastonato d'ingenio che alimenta estrosi capricci ed espressive smanie emotive.
Con irrequietezza creativa, partoriscono stupefacenti note d'euforia lessicale, modellano versi al ritmo di passi fugaci, amplificano il dondolio che intralcia l'effetto dell'ipocrisia.
Scombussolano luminescenze crepuscolari, con movimenti sospinti da correnti incogrue e presagi fluttuanti.
Declamano tremiti di parabole fantasmagoriche, scivolano ineluttabilmente come vascelli insensati, catapultando affannate rapsodie verso immagini di trasparenze scriteriate.




    

giovedì 4 giugno 2020

PASSI INSOLENTI SFIDANO L'OSCURITÁ










Passi insolenti sfidano l'oscuritá che accompagna precetti immagazzinati in fragorosi lunari.
Arrivano cinguettando per rivisitare lo scrigno dei ricordi, danzano commossi nella luce fioca di trambusti e carezze offerte da attimi solenni.
Trasformano la cupa dimora in foresta d'indiscreti sguardi smaglianti.
Nella mappa stampata sul fondo degli abissi, reperiscono effimere tracce di carbonio, leggende incatenate in collisioni arrugginite.
Impigliano sottovoce lo slancio di spessori divaricati da emozioni irrefrenabili.
Riflettono bagliori onesti su malesseri acquarellati di labile esistenza, gettiti ardenti ipotecati da solitudini incantate.
Cadendo in mediazioni di cecitá improvvisa, misurano le disfatte utilizzando il paragone d'infiorescenze sconfinate.
Congiungono vuoti di fiato ad interminabili sequele di respiri impazienti, esclissano passioni, edulcorandole con l'assoluzione martellante che appropinqua al sentiero delle stelle.
Squarciano rancori, trapelando gesti e trasparenze nell'ovattante organza della coscienza pura.


mercoledì 3 giugno 2020

SENTINELLE DELLA LOGICA PRIMORDIALE









Sentinelle allevate nel convento della logica primordiale, trasportano tonnellate di piombo, credendo d'emanciparsi sul palcoscenico delle emozioni.
Per non incoraggiare passioni emancipate, coltivano cemento nell'orto di nirvana.
Addensano inconcepibili frontiere, sguinzagliano squarci tremuli, rovesciano arcobaleni, intrecciandoli con sculture arroganti e soffuse regressioni.
Idolatrano monotonia, cospargendo, su arabeschi amorfi, levigate sequele di sopite finzioni.
Scolpiscono rituali pretesti su labbra congiunte ed esili sospiri.
Filamenti sfilacciano, sussurrando all'oceano agguati e grovigli di frondose delusioni, ospitano cadenze consumate e sigilli riverniciati di stupore.
Mormorano bisbigli contundenti a sogni coricati in maleodoranti chiazze d'insonnia.
Per gioco o per malizia, svelano sedimenti espressivi, proiettandoli su pareti ricamate di venature intellettuali, madide di propositi irrealizzabili.
Intonano scalpore al ritmo di irreversibili sommosse parallele, quando s'imbattono in cocenti beffe esistenziali.
Scalciano, allora, manciate di pudore, ma diafane allusioni ed appelli dalla processione del dolore li rincorrono, aggiungendo perversa risonanza a quel vagabondare.
È cosi che si diluiscono i colori dei suoni senza tempo.



 

martedì 2 giugno 2020

COMPLICI INTERMITTENZE ESTENUANTI









Complici intermittenze estenuanti silenziano quei connubi che la ragione intrattiene con i soliloqui radicati nelle praterie della mente.
Parlano l'idioma dei controsensi, si rivestono di sillabe adescate con semicerchi di inconsolabili dinamiche corrotte da ombre premature.
Quando trasbordano filari di aculei prominenti, ragguagliano il passo al vocabolario dei rifiuti e, cosí, snaturano parabole emotive, trasformandole in memorie angustianti.
Depravano parole adulandole in minuti recessi, boccheggiandole con cadenze aromatiche e fissioni di penombra raddolcita.
Smorzano fotogrammi e sonoritá furtive.
Provocano lacerazioni nei magazzini scuri, che racchiudono goffi pensieri appianati dalla sfoggio di sobbalzi proferiti da labili intemperie cerebrali.
Si nutrono di rantoli, dipingono echi smarriti su scene di cecitá e mutismo esasperante.
Strofinano lucentezza dentro l'incostanza di brividi alloggiati in veritá assopite, dove il fiato é condensato e grappoli di armonie inclinate ingannano le percezioni sensoriali.
Nel frangente che conduce all'atarassia,  sottraggono cadenze all'incedere di tripudi immaginati ed avanguardie mimetiche come amnesie evasive e trasognate.




 



 

lunedì 1 giugno 2020

LA DIMENSIONE DI NON RITORNO










Per immedesimarsi nella presunzione di convogliare umori tra le articolazioni del bisogno, si prova a distillare liquore citrino nella stanza trasparente delle fatalitá, motivando la rugiada ad ostentare odori acquiescenti ed agevoli su pieghe scintillanti del sorriso.

Il raffinato duellante accentua l'impatto di fruscii sfumati, coinvolge, modellandoli a piú riprese, taciturni emblemi, per impreziosirsi del carisma che rende irresistibili occhi diafani e didascalie tracciate su ricerche di dolcezza.

Ticchettando rigurgiti amari nella bacheca impolverata del cinismo, disavanza la processione del traffico esasperante, smorzando enfasi e manciate d'insulsa languidezza.

La scacchiera di strapiombi ammainati ospita scivolosi pretesti impulsivi, ma bisbigli di parabole inventate rincorrono le onde, per nascondersi dietro al muro coraggioso di sonoritá stanche di recitare ruoli alieni.

Acerbi albori di richiami vaporosi si ritrovano clandestini, sollazzandosi caparbiamente assieme a specchi cleptomani ed adamantini, imprigionandosi nel torpore indelebile di astio ardito, emesso a rilento dal crinale dei respiri.

Chi s'appropria di rimasugli e venature mimetizzate in calici d'ambrosia, si barrica nel presupposto arcigno di cadenze trafelate, s'avvince ad intrecci avvenenti, scalpellando intonaci e scrostandosi le unghie, ma, prematuramente, calca i soppalchi della dimensione di non ritorno.