lunedì 27 maggio 2019

MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA.








Chi, abbandonato al proprio destino, affida disperati messaggi a galleggianti che navighino in balía dei capricci del vento e dell'incostanza dei movimenti marini, difficilmente riceverá risposta.
Scompariranno tra i flutti, oppure finiranno in luoghi dove nessuno presti loro attenzione.
Puó anche succedere che chi ne trovi uno e lo legga, pensi ad uno scherzo, e, con una risata, lo abbandoni sulla sabbia o lo rigetti alle onde.
La mancanza di solidarietá é una costante del comportamento umano, che non merita certo alcuna attenzione.
Consiglio -quindi- a chi si trovi in grande difficoltá, di cercare il conforto dove cresce rigoglioso, in quell'ambiente universale appositamente creato dall'Amore, dove all'egoismo é interdetta l'entrata e gli oggetti hanno forma arrotandata.
Non disperda le sue preziose energie invocando aiuto da chi non sa nemmeno come fornirlo.
Rivolga invece lo sguardo alle foglie che oscillano nella brezza mattutina, cerchi di decifrare tutti i nomi che si portano pirografati addosso; sotto ciottoli levigati ai margini d'un ruscello troverá risposte precise ad ogni quesito della vita; sappia che con l'erba allegra del prato rigoglioso si possono scrivere tutte le frasi della riscossa e del buon-umore.
Se proprio vuole inviare una richiesta d'aiuto, la depositi con fiducia tra i petali umidi d'un fiore.


mercoledì 22 maggio 2019

PERDERE IL FILO...









Rileggere quanto appena scritto é come andare a cercare giocattoli in soffitta, ripristinare l'uso d'un bicchiere in mille pezzi, costruire di nuovo il villaggio spazzato via dall'uragano, implorare il ritorno di quanto scomparso all'orizzonte o nel chiarore della bruma estiva.
Parole che, in prima stesura, sembravano docili e remissive, a nostro totale servizio. rivelano adesso la volontá imperiosa d'evadere dalla prigione in cui credevamo d'averle sistemate per sempre.
Sono lí, in fila ordinata, ma fremono d'impazienza, sognano di saltare e correre via, il piú lontano possibile dalla nostra vista.
Sapevamo che mai ci sarebbero appartenute totalmente, da tempo sospettavamo della loro ambiguitá.
Eppure, selezionandole, abbiamo coltivato l'illusione che volessero collaborare, aiutando ad esprimere e spiegare quanto ci passava per la mente.
Ora -peró- rivelano intenzioni ben differenti da quelle a cui le avevamo destinate.
Si ribellano ansiose a quella memoria melensa di fatti e pensieri, per noi degni d'essere tramandati su carta, per loro soltanto un passatempo stucchevolmente letterario.
Decise a rinnegare ed offendere tutto il processo che le ha create, se potessero, ci annichilirebbero le dita per sempre, riducendo in macerie quei dizionari dove ne verificammo l'esistenza
Incattivite e stanche, chiedono ora d'essere lasciate in pace.
E cosí faccio, evitando di riconsiderare il significato di questo mio scritto.





lunedì 20 maggio 2019

NOME.








Tutti i servizi aerei commerciali, persino i voli regionali di brevissima durata, sono contraddistinti da una sigla, formata da due lettere seguite da uno o piú digiti (al massimo quattro).
Sono tassativamente escluse altre forme denominative, si tratta d'una convenzione incontornabile.
OK, ma non sarebbe piú gradevole e sensato poter dar un nome umano all'oggetto meccanico che, come un compagno d'avventura, é in grado di condurci ad una destinazione dove, spesso, persone care ci attendono?
Se mi fosse concesso, sicuramente proporrei il nome d'una donna.
E non soltano perché suona meglio del suo corrispettivo maschile.
Probabilmente la scelta ricadrebbe sul vocabolo che piú stimola il desiderio di rifugiarmi ancora nel suo grembo.
Credo che, cosí, qualsiasi viaggio acquisterebbe un significato profondo, non limitandosi ad essere un trasferimento geografico ed un noioso rituale.
Assumerebbe sempre i connotati d'una esperienza extrasensoriale, molto coinvolgente.
Intraprendendolo, alimenteremmo la speranza di raggiungere un mondo remoto ed ancora da esplorare.
E, quando ci forzassero a sbarcare, non ci sentiremmo di certo arrivati a destinazione,
Soltanto un volo che porti un nome femminile profuma di mistero ed avventura, prelude alla felicitá che accompagna un incontro conturbante.
Battezziamolo noi con il nome di chi amiamo di piú.



 

venerdì 17 maggio 2019

I NOSTRI RELITTI.









Si passa l'esistenza a nascondere i propri relitti in luoghi reconditi e misteriosi, invece di contemplare l'idea di lasciarli alla vista di tutti, dando loro lustro e consistenza, trasformandoli in gioielli da esporre in bacheca, o dipinti incorniciati d'immenso.
Raramente si assume l'iniziativa di portarli in spiaggia per affidarli alla compassione del mare.
Si preferisce incastonarli in bancarelle ambulanti per non sopportarne gl'incarichi.
Spesso, ci si convince a lasciarli rotolare sull'asfalto della vita, nell'illusione che possano raggiungere quella casa dove il cuore si rifiuta di abitare.
Se si smettesse di trascinarli a forza, impigliandoli tra arbusti di cemento e carta, la mente, liberandosi, partorirebbe la luce, con l'eleganza di bambine scalze che passeggino all'ombra dei ciliegi.
I disastri forgiano soltanto chi, anche se abbagliato dall'arcobaleno, invece di perdersi tra trifogli e primule, procede spogliandosi e danzando come brezza a mezzogiorno, o ricordo di profumi infantili  annidatisi nelle tasche di cappotti malmessi, appesi ad un palo tondo, o dimenticati nel corridoio che conduce al tramonto.


 

martedì 14 maggio 2019

FRUTTA SUCCOSA E DOLCE.








Anche se praticamente impossibile, la raccolta a mano di tutti i sassolini, che il ruscello rifiuta di bagnare quando non piove da mesi, rappresenta sicuro punto d'ormeggio, per chi ricerca l'infinitá dell'amore.
Gesto tiepido ed avvolgente, come utero di mamma per la creatura che si porta dentro, fa parte del vocabolario di chi insegna ad osservare tutto dall'alto degli scogli, sbucciando mele raccolte dove si cammina senza sollevare polvere.
Senza inumidirsi le labbra per proferire insulti, né aggiustarsi i capelli, lasciando che si scompiglino osservando quel coltello conficcato verticalmente nell'orizzonte.
È tra lenzuola macchiate da macabri dolori, che s'insinuano le ambizioni represse.
Galleggiano soltanto sul lago appiattito dal ridimensionamento di sé stesse.
Lí, scorre leggera la mano che accarezza per costruire ponti ultrepassando muraglie e rocce, mentre tutte le parole che si pronunciano finiscono per assomigliarsi molto.
Lasciamo la cattiveria a chi la coltiva assiduamente, dato che la teatralitá di ch'inganna é duratura quanto una scritta sulla sabbia.
Le rughe del cuscino ospitano l'intimitá dei pensieri notturni, pochi attimi prima che la coperta che allunghiamo fin sopra la testa, li nasconda alla vista di tutti.
Diventa indifferente che il sole illumini direttamente il giardino della mente, quando anche inciampare in un'errore é conseguenza diretta dell'amore.
Ognuno -quindi- affronti la propria storia, addomesticandola come frutta succosa e dolce.
Addentandola per assaporarne la dolcezza della polpa, non esisti ad inghiottire anche l'amara durezza della scorza. 

giovedì 9 maggio 2019

RECIPROCAMENTE.








Interloquire é senz'altro il compito piú arduo a cui ci sottoponiamo.
Non si tratta soltanto di mettersi in bocca una parola dopo l'altra, in un linguaggio adeguato alle circostanze, piú o meno articolato a seconda del livello culturale di chi ci sta ad ascoltare, cercando di esprimere concetti plausibili, raccontare episodi vissuti direttamente o riferire quanto accaduto ad altri.
È interloquendo che c'immergiamo entusiasticamente nell'Universo, per dargli una forma che rispecchi le caratteristiche di noi stessi!
In modo da forgiare realtá che, non tradendosi nell'intenzione, c'appartengano totalmente.
Ed apporre sigillo e firma sulla porta che s'apre su libertá incastonate nel vento.
Si richiede -perció- abilitá estrema, quando ci si trova di fronte qualcuno (o qualcosa) che apostrofa verbalmente, in modo da rivolgere tutta l'attenzione che la sua condizione merita e le circostranze impongono.
Invece, molto frequentemente, si borbotta, fingendo di credere a ció che si rifiuta a priori, ostentando falso dispiacere o stupore, elaborando retoriche teatrali, come attori consumati che cerchino d'interpretare al meglio una trama che misconoscono.
Credendo che si tratti d'un rito propiziatorio, vi si dedica molta energia e sacrificio.
Ma, relazionandoci in tal modo, c'infliggiamo soltanto sofferenze improduttive, nell'illusione di riuscire ad evitare che ci scalfiscano dentro.
Barattiamo l'immagine ingiallita d'un nostro ritratto d'altri tempi, con la pretesa di concedere al mondo d'apparirvi, sfumato, nello sfondo.
Ci sistemiamo nel folto piú buio del bosco, invitando esclusivamente l'oscuritá a farci compagnia.
Lá dove non si vedono volti, e l'ombra non puó questionarci, dissolviamo in un bicchiere il dissidio che ci avviluppa , e come vacche nere, pascoliamo cieche, senza il coraggio di confessare un tradimento o rispondere a domande devastanti.
Invece, chi interloquisce saggiamente, alla notte sovrappone sempre il giorno, e, camminando senza sforzo, percorre, in un istante,  piú volte il giro del mondo.








venerdì 3 maggio 2019

LA BELLEZZA.











Se s'uniscono quei suoni originati durante la creazione dei mondi, alla forzata sillabazione del Nome, nell'estasi che si raggiunge, il linguaggio si trasforma in un comando brusco, in un'operazione di calcolo matematico, il cui simbolismo -spesso- assume contorni profetici.
Ecco perché, anche la polemica provocata da un pensiero caratterizzato da impulsi e passioni che sgorgano incontrollati, presuppone quella tendenza, che solo sentimenti profondi possono garantire.
Nel processo conoscitivo, l'atto intellettuale di confrontarsi con il concreto, costituisce il primo passo verso l'elaborazione d'una psicologia del profondo, che metta in pratica ogni dettame della fisica relativista.
In seguito, chi ricerca i lampi dell'intuizione per seguirne i bagliori intensi, si siede comodamente al centro vitale del suo tempo, assorbe la vita che gli corre attorno, e la trascrive in parole e musica, non trascurando l'ausilio figurativo, per spargerla in tutte le direzioni, in modo che a nessuno sfugga la sua portata.
Tale immaginazione si contempla intensamente fino a trsformarsi in essenza di sé stessa.
Da lí nasce, incontrastata, la bellezza, unica vera paladina della veritá.