Anche se praticamente impossibile, la raccolta a mano di tutti i sassolini, che il ruscello rifiuta di bagnare quando non piove da mesi, rappresenta sicuro punto d'ormeggio, per chi ricerca l'infinitá dell'amore.
Gesto tiepido ed avvolgente, come utero di mamma per la creatura che si porta dentro, fa parte del vocabolario di chi insegna ad osservare tutto dall'alto degli scogli, sbucciando mele raccolte dove si cammina senza sollevare polvere.
Senza inumidirsi le labbra per proferire insulti, né aggiustarsi i capelli, lasciando che si scompiglino osservando quel coltello conficcato verticalmente nell'orizzonte.
È tra lenzuola macchiate da macabri dolori, che s'insinuano le ambizioni represse.
Galleggiano soltanto sul lago appiattito dal ridimensionamento di sé stesse.
Lí, scorre leggera la mano che accarezza per costruire ponti ultrepassando muraglie e rocce, mentre tutte le parole che si pronunciano finiscono per assomigliarsi molto.
Lasciamo la cattiveria a chi la coltiva assiduamente, dato che la teatralitá di ch'inganna é duratura quanto una scritta sulla sabbia.
Le rughe del cuscino ospitano l'intimitá dei pensieri notturni, pochi attimi prima che la coperta che allunghiamo fin sopra la testa, li nasconda alla vista di tutti.
Diventa indifferente che il sole illumini direttamente il giardino della mente, quando anche inciampare in un'errore é conseguenza diretta dell'amore.
Ognuno -quindi- affronti la propria storia, addomesticandola come frutta succosa e dolce.
Addentandola per assaporarne la dolcezza della polpa, non esisti ad inghiottire anche l'amara durezza della scorza.
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