venerdì 17 maggio 2019

I NOSTRI RELITTI.









Si passa l'esistenza a nascondere i propri relitti in luoghi reconditi e misteriosi, invece di contemplare l'idea di lasciarli alla vista di tutti, dando loro lustro e consistenza, trasformandoli in gioielli da esporre in bacheca, o dipinti incorniciati d'immenso.
Raramente si assume l'iniziativa di portarli in spiaggia per affidarli alla compassione del mare.
Si preferisce incastonarli in bancarelle ambulanti per non sopportarne gl'incarichi.
Spesso, ci si convince a lasciarli rotolare sull'asfalto della vita, nell'illusione che possano raggiungere quella casa dove il cuore si rifiuta di abitare.
Se si smettesse di trascinarli a forza, impigliandoli tra arbusti di cemento e carta, la mente, liberandosi, partorirebbe la luce, con l'eleganza di bambine scalze che passeggino all'ombra dei ciliegi.
I disastri forgiano soltanto chi, anche se abbagliato dall'arcobaleno, invece di perdersi tra trifogli e primule, procede spogliandosi e danzando come brezza a mezzogiorno, o ricordo di profumi infantili  annidatisi nelle tasche di cappotti malmessi, appesi ad un palo tondo, o dimenticati nel corridoio che conduce al tramonto.


 

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