venerdì 30 ottobre 2020

LE SENTINELLE DEI TRIPUDI ODOROSI









Le sentinelle dei tripudi odorosi solleticano sfumature variegate, allarmano l'avanzata sinuosa ed imprevidente di clandestine sensazioni, inquinate di svogliature pruriginose.
Provocano e tormentano i cantici che, accompagnando squilli di tensione, manifestano trafelati nel giardino delle sconcertanti assenze.
Avvolgono d'amnesia le penombre inconsuete che sospingono evasioni tracotanti, sospiri trapiantati da sguardi segregati e sculture indisponenti. 
Scivolano rigagnoli tra dita avvolgenti, spregiudicando gestualitá che circuisca disegni ebbri di cilestrine attrazioni, ricalcano sensualitá tra quinte di scenari desertici e segreti.
Quando, di soppiatto, abbandonano il recinto dei fragori insani, s'inerpicano in circostanze ammainate, coagulano, in effimere sequenze, la foga di alienati dissapori, l'esaltazione di passi incandescenti ed i superlativi esaltati di leggende vissute come malesseri superstiti di cataclismi simulati in controluce. 





lunedì 26 ottobre 2020

SCONFINANO INCHIOSTRI TRAFELANTI











Inchiostri trafelanti sconfinano plasticitá selvatica, plasmando abbagli passionali, che traiettorie monotone soffermano sull'orizzonte dell'impossibile. 
Decadono ogni bellezza che sfiori il languire di brividi sincopati e sfumature impresse a forza.
Librano irriverenze cosmiche, implicano scabrose percosse in girovaghe raffinatezze ed untuosi segreti.
Fertilizzano fessure banali, che germoglino da smisurate barriere di pulviscolo cerebrale.
In preludi contestati, sospingono, ammorbidendoli, spessori originati da proponimenti disordinati ed agrodolci.
Camuffano concentrici olezzi in tripudi allarmanti, come quando indecise carezze precludono amplessi sagomati.
Nel ritmo tremulo dei tocchi odorosi di luci schermate, miscelano sotterfugi clandestini con curviformi piume dal gioco elaborate.



   

mercoledì 14 ottobre 2020

QUANDO LE INEZIE D'INTENTI...












Quando le inerzie d'intenti interferiscono, circostanziandolo, sull'aspetto barcollante di commozioni e pregiudizi appena risvegliatisi da lungo letargo, é giunto il momento di sciogliere densitá corpose nel mosto di sfumature esuberanti
In perentori vocalizi si possono stemperare labili sussurri, ma, inevitabilmente, si finisce per rincorrere lievi affettivitá utilizzando trasporti indecorosi.
Conviene, quindi, intraprendere effrazioni svigorite, erigere cataste di sedimenti sommessi, per arginare incanti che minaccino il dualismo di sagome che allestiscono congiure, tanto dense quanto instabili.
Altrimenti, ci si ritroverá dove effluvi impiumati capovolgono l'iride turgido dei rintocchi pastosi, che riti compiacenti alimentano di foschie emotive ed assoli snaturati.
In attesa che antagonisti arcigni afferrino le redini di quelle scorribande che soggiogano anche i battiti dell'oblio, ci si dedichi a schermarsi.
Si chiuda ermeticamente la soglia a lamenti e richiami che, come gocce translucide, scivolano sul filo di arcobaleni smerlati di sentimento ingarbugliato e screzi devastanti.      





martedì 6 ottobre 2020

SIAMO VOCI ASSOPITE.









Sandali luridi di bugie strisciano descrivendo fumi sottili, apparsi come sogni in ritardo, che s'abbeverano all'orizzonte nudo delle emozioni, mentre la musica dell'infinito ammassa attimi in scatoloni a strisce blu, ed, al centro del malincuore, si perdono sguardi che avvicinano la Luna.
Sarebbe preferibile perdersi in chiazze di rabbia che si stemperano nel mare, invece d'affondare nel miele di storie oblique da decifrare, assestando colpi alla serenitá di pensieri ciechi ed ingenuamente dignitosi, impallidendo nel riflesso di momenti distratti dal candore delle stelle.
Ma, il tedio, incrocia nuvole basse che farneticano come sbadigli nella bocca di chi biasima il suo tempo, quando dita rovesciano piatti sporchi, e le regole del gioco s'applicano anche alla carta sottratta dalle gabbie del circo inanimato.
Prima o poi, impareremo tutti a risvegliarci il destino, proiettando al buio desideri parlanti, nascondendoci dietro l'insistente presunzione di ostacoli congelati, allineandoci come coltelli affilati nel mulinello d'emozioni che combattono ad occhi chiusi e pugni serrati.
Siamo voci assopite da trasparenza sfrenata e rimpianti senza senso, pronte a vestire la sabbia quando nessuno ci guarda, mura scrostate d'una fortezza di carte scolorite, sospiri di vapore dileguato, tremiti d'una pioggia emozionata che scivola tra frasi emancipate, tormenti affrettati come il suono della salvia nel cielo smussato, che colonne di seta innalzano all'infinito.