Assistere , dalla platea , alla rappresentazione di drammi - apparentemente estranei alla nostra esistenza - non diverte né annoia .
È sempre istruttivo ed emancipante - peró .
Fornisce mezzi d'interpretazione carmica , che , altrimenti , dovremmo ricercare tra le rovine d'un passato molto doloroso .
Consideriamolo un dovere morale , anche se ci sembra esercizio di curiositá indiscreta ed improduttiva .
Seduti in poltrona , concentriamoci sulle difficoltá di chi , davanti ai nostri occhi , soffre e si dispera , e s'aspetta di non venire ignorato .
Anche se , per non disturbare l'ambiente , ci viene richiesto di rimanere in silenzio , possiamo comunicare profondo amore , offrendo attenzione ed il massimo rispetto .
E non sottovalutando il nostro ruolo di spettatori .
Spesso , uno sguardo d'intesa , apporta aiuto ben piú valido di mille parole , recitate senza convinzione .
Asteniamoci soprattutto dal contemplare il crimine di fingere simpatia e comprensione , soltanto per mascherare insensibilitá e cinismo .
È , indubbiamente , preferibile rimanere impassibili alle sofferenze di chi svela pubblicamente la sua disgrazia , che salire sul palco , per inscenare un'interpretazione che non sia dettata dal cuore .
Messaggio spirituale ricevuto il giorno 20 di Maggio .
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