Acquiescente, la memoria d'incanto illustra, ed assapora lentamente, enfasi di trasmissioni che percorrono attimi sgargianti e rarefatti incantesimi persi nel silenzio.
Appaga sonoritá emesse da disarmati appagamenti che trapelano in sordina.
Sfiora collisioni nella brezza dei sentimenti, ricorrendo al fluido denso, originario del sigillo strascicante in grado di tramutar sembianze ai soffi contraffatti dal calore dei bisbigli.
Si dedica a produrre immormorati esili stupori, soprattutto quando, sfinita, affronta fremiti e gestualitá irrevererenti, nella cella di pensieri rabbrividiti dal movimento di penombre ritagliate in vapori malinconici.
Annusa affanni e fragranze affogate nell'oblio.
Ruba inquitudine a complici in attesa d'interferire in volteggi sincopati ed imprendibili ostilitá latenti.
Nella contemporaneitá, si sgretola come slavina senza freni, rivaleggia vibrazioni catturandone la coreografia offuscata, scavalca trappole allestite da atteggiamenti irrazionali, logora il volo d'immagini che rincorrono l'afflato dei naviganti e gli scalpori ingrigiti di transiti fuori scena.
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