Indagano senza emettere sospiri, prodighi di stupore, s'insinuano tra i segreti invaghendosi di passioni primordiali, sognano di forgiare estasi focose, alla ricerca di falde tiepide per planare nell'oblio di sembianze cangianti e prodigi mascherati.
S'abbeverano alla fonte del fluido aromatico che smorza versi adulatori, quando i respiri si fondono nel tinteggiare denso dei dissapori.
Ingaggiano spasmi profondi, cadenzando il ritorno del silenzio privilegiato.
Languono nel chiostro delle percezioni sottili, dove emozioni congelate provocano sonoritá inarmoniche e fatalitá sfibrate, addensandole sul pavimento dei ricordi.
In decadenti discordie, edificano alteri sobbalzi di sillabe scostate.
Sono ciottoli grezzi e frastornati, in attesa d'essere lanciati oltre il confine delle intemperie, verso alture remote ed echi inventati in recessi taglienti, ricorrendo ad ambigue metamorfosi per ingannare il trascorrere del tempo.
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