Percorre strade in salita e scalinate di pietra imbarazzata ma iridescente, ravviva l'aspetto dei prati che si mascherano nel trambugio pervasivo di luci surreali, avvolge il soffio di chi attende l'autobus da mesi, gocciola dalle ferite come miele appiccicoso che traspiri dalla mente, unguento che calma e dilata, accompagna di rassegnazione dolce la malinconia delle prime ore del mattino, é la canzone che tutti conoscono ma nessuno osa intonare.
Melodia inafferrabile, sussurro di corrispondenze misteriose, insinua aspettative insistenti, vortici di quiete momentanea e deliri insoddisfatti, trasfigura facciate di palazzi del settecento, s'inserisce rinvigorando il quadro di stoffe aderenti su cosce giubilanti, adduce gioia purissima e delicatezza inesprimibile in coloro che si dedicano ad udirla.
Stempera un languore segreto nelle ubicazioni piú inusitate, facendo credere d'aver raggiunto la casa dell'altro sole, quello che colora l'anima nel buio della sera.
Se questa musica vi s'insinua nel cuore, come avviene per molti milioni di persone, lasciate che ve lo spezzi in due, che sia sangue del vostro sangue, vertebra di pensieri rotondi, inebriati dell'amore che non dá tregua, che cammini suonando zampogne, imprimendo al cervello briciole argentate, come durante quei banchetti da cui é stata temporaneamente estromessa per aver osato echeggiare fuori dal portone principale.
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