giovedì 11 settembre 2014

LE FORMICHE NON SI CHIAMANO PER NOME














La pioggia di meteoriti c'ostacola i movimenti e scoraggia ogni iniziativa .
La forza del vento che trasporta polvere di rame e polline di ciliegio , accartoccia ed asciuga veli nuziali , ruvidi come cuori afflitti da solitudine crudele ,
Vediamo nuvole scaricare rabbia sui rami frondosi , di betulle pronte a spogliarsi per accogliere uno scoiattolo infreddolito , e ci chiediamo se la neve tarderá ancora molto .
Lasciamo che la melanconia pervada la mente , ed alimenti pensieri , suggeriti da chi non ci vuole bene .
Ci dimentichiamo perché siamo qua ,








Rimba - quando si sofferma ad osservare con Amore il formicaio che si trova ai piedi del suo Baobab - sa che ogni manifestazione della Natura , anche se infima , racchiude il significato della nostra esistenza terrena .
Ripete spesso che , nell'immensitá universale , tutto quello che rappresentiamo é meno significativo d'un granello di sabbia .
Ma facciamo parte d'un contesto elaborato , come accade alle formichine .
Sono d'accordo a trarre una salutare lezione dalla loro organizzazione ed approccio vitale .
Peró , siccome non mi piacciono esempi banali e semplificazioni eccessive , non intendo enfatizzare gli aspetti sociali della vita in colonia .
Di quelli sono farciti centinaia di racconti destinati all'infanzia .
A me importa di piú che si consideri come spesso sbagliamo ad assumere protagonismo .
Considero l'umiltá una qualitá importante , indispensabile per costruirsi un'esistenza tranquilla , dove non entrino nefaste influenze e perniciosi conflitti .
Ecco perché concordo con Rimba , che esorta ad imparare dalle formiche , a seguirne l'esempio  .
Ovviamente , esiste una differenza fondamentale : loro seguono istinti a cui non possono sottrarsi , mentre noi umani abbiamo la libertá di scegliere .
Ma - anche concedendo che gli insetti non posseggono il nostro grado d'intelligenza - dovremmo ammettere che sanno vivere meglio di noi .
È perché la Natura non ne incoraggia l'individualitá , che costituisce il nocciolo dei nostri problemi .
Invito a fare un esperimento , per comprovare le salutari implicazioni dell'oblìo di sé stessi .
Provate , anche soltanto per un'ora della vostra giornata , a pensare ed agire come una formichina .
Non guardatevi intorno , in cerca di motivi di rabbia o delusione , aspettatevi dagli altri soltanto quello che vi possono dare , poco .
Cosí facendo , nessuno potrá offendervi o ferirvi , non si porrá nemmeno l'ipotesi di dover perdonare chi non si sia rivelato all'altezza delle vostre aspettative .
Invece di perdere tempo ed energie preziose analizzando l'operato altrui , troverete il modo d'entrare in contatto con la parte piú intima del vostro essere , quella dove abita l'Amore e non c'é posto per altro .
Forza , allora , sintonizziamo le nostre antenne , affiniamo le zampette e mettiamoci al lavoro !
Presto scorderemo anche come ci chiamano , ritorneremo ad essere incapaci di soffrire a causa degli altri , come quando , immersi in una piscina di gradevole liquido amniotico , tutto ci sembrava chiaro e semplice .
Rimba lo afferma spesso : « le formiche non si chiamano per nome , nessuna si crede piú importante o inferiore , non perdono la vita a lamentarsi o recriminare , a crearsi conflitti inutili ! » .
Perché mai noi , avvalendoci di nozioni ed esperienze millenarie , non possiamo fare lo stesso ?














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