In una ridente localitá della Mesopotamia , Gralim , facoltosissimo commerciante , abituato a permettersi tutti i lussi d'una vita agiata , sentendosi ormai vicino alla fine dell'esistenza terrena , decise di organizzare un imponente giardino .
Pensó che - dedicandolo a sé stesso - si sarebbe garantito un po' d'eternitá .
S'immaginó vivo anche dopo la morte , per mezzo delle piante piú rare , ed i fiori piú spettacolari .
Incaricó quindi i tre giardinieri piú stimati della zona , dando loro completa libertá d'azione , ed illimitati mezzi economici per realizzare l'opera .
Ma - data l'importanza che attribuiva al progetto - lo accompagnó con estremo interesse e preoccupazione .
Non si stupí quando Biossim , il piú giovane e meno esperto dei tre , preferí importare 54 differenti varietá di rosai , dei colori piú insoliti , per poi sistemarli in un monticello artificiale , di fronte ad un piccolo stagno , creato per ospitare ninfee gigantesche .
Si congratuló con lui e lo retribuí molto generosamente .
Treffoal , al termine di tante acquisizioni di cui s'occupó , allestí una piccola foresta di conifere e quercie , agili e promettenti .
Garantí , cosí , ombra e protezione per le specie piú delicate di violette e nasturzi , che raccolse in 5 aiuole concentriche , decorate con getti d'acqua iridescente , e tre minuscoli mulini-a-vento .
Il suo lavoro venne particolarmente apprezzato da Gralim , che non lesinó nella ricompensa .
Il terzo giardiniere , di nome Marezim , in pensione da molto tempo , viveva in cima ad una montagna , nella casa che s'era costruito , utilizzando soltanto materiali derivanti da demolizioni .
Non avrebbe accettato l'incarico .
Ma , quando Gralim andó a cercarlo di persona , sentí una necessitá imperiosa d'aiutarlo .
Cosí si lasció convincere .
Impose solo una condizione , quella di poter agire senza venire questionato .
Ed aggiunse : « Il mio contributo si concretizzerá nei tempi e nei modi piú appropiati . Ma senza fiducia , nessuno l'apprezzerá ! » .
A dire il vero , dedicó pochissimo tempo al suo compito , si recó una volta appena al giardino .
Svuotó il contenuto d'un sacchetto , di carta bruna , in alcune cavitá del terreno , nell'angolo lasciato incolto , come aveva richiesto ai due colleghi .
Poi se ne ritornó sulla sua montagna .
Quando gli venne comunicato che il giardino era pronto , Gralim non riuscí a contenere l'impazienza .
Si precipitó , di prima mattina , a perlustrarlo nei minimi dettagli , ammirandone tutte le bellezze .
Rimase deluso - peró - vedendo zolle aride , dalle quali non traspariva alcuna crescita .
Sapeva che quello era l'angolo del vecchio giardiniere .
Ricordandosi delle sue sagge parole , si mantenne calmo , nell'aspettativa .
Ma , dopo mesi trascorsi senza vedere alcun risultato , pensó fosse necessario chiedere spiegazioni .
Andó in cima alla montagna , dove venne accolto con un sorriso enigmatico ed un gesto della mano .
Marezim non rispose a domande dirette , si limitó ad ossevare : « La Natura é grande maestra , non agisce con precipitazione , sa che le opere migliori sono quelle costruite con pazienza ! » ed indicó una nube che , pigramente , s'attardava intorno al Sole .
Passarono tre anni da quell'occasione .
Nel giadino , ancor piú spettacolare e rigoglioso , si manteva inalterata la zona brulla voluta dal vecchio giadiniere , una macchia triste , inutile , stonata in quel caleidoscopio lussureggiante .
Gralim non attese oltre , decise di confrontare l'autore di quell'insuccesso .
Colto da un attacco di frenesia , s'incamminó rapidamente verso la montagna .
Ma il corpo , vetusto e fragile , non gli permise di raggiungerne la cima .
Rimase senza vita , a pochi metri dalla casa di Marezim .
Dopo il suntuoso funerale , gli eredi di Gralim si spartirono ogni proprietá .
Ma del giardino , a cui non si sapeva attribuire valore commerciale , nessuno si occupó piú .
Piante vigorose e fiori sublimi , a poco a poco , risentendo dell'abbandono , si ritrovarono in condizioni pietose .
Dopo cinque anni , il piú bel giardino della Mesopotamia divenne una fetta di deserto , senza alcun segno di vita .
Fu allora che , nella parte di terreno dove Marezim aveva seminato , apparvero i primi germogli , rigogliosi ed intraprendenti .
In pochi giorni , un fitto intreccio di giovani canne manifestó la sua presenza , ondeggiando con gioia , elevando le braccia al cielo , in un gesto di ringraziamento .
Come ben sanno in Cina e Giappone , il Bambú impiega sette anni per sviluppare la complessa rete di radici , che permetteranno , poi , una crescita sorprendente , rapidissima .
Durante tutto quel tempo , alla superficie non si nota alcuna attivitá .
Ma non significa che la Natura stia dormendo o che si sia dimenticata d'agire .
È che sta edificando un'opera senza pari , che non potrebbe apparire in tempi piú corti .
Se Gralim lo avesse capito , fiducioso d'aver lasciato una traccia indelebile nel suo giardino , si sarebbe incamminato in pace verso quella montagna .
4 commenti:
Bom dia, que belíssimo conto.Todos temos o nosso jardim ,onde queremos plantar hoje e ver as flores florescerem logo, mas é necessário a espera da natureza que é sábia. Belíssimo texto para refletirmos. Grande abraço!
Sim , é verdade : a Natureza tem todas as respostas , enquanto nós só temos uma perspectiva muito limitada ....
É para mim uma grande satisfação notar que estás interessada a este modesto espaço , espero que voltes sempre !
MUITO AMOOR !!!
LED,
os jardins precisam de terra adubada e neste seu texto ela é.
Muito obrigado por sua adesão ao meu blog e estou seguindo você também!
Um abração cario e bem brasileiro.
Caro Paulo ,
me emocionam as tuas palavras carinhosas , agradeço-te !!
Curiosamente , este Blog , escrito em Italiano , vem seguido por muitos Brasileiros .... :-)
Penso que isso aconteça porque no teu pais há muita abertura mental e uma propensão para tudo o que transcende do materialismo mais mesquinho !
UM BEIJO !
Posta un commento