giovedì 30 giugno 2016

TORTURARSI L'ANIMA







Acuti dolori , provenienti dagl'organi sensitivi , affliggono il corpo , ma , molto piú violente , sono le angustie morali , che apportano sofferenza allo spirito .
Non si creda - quindi - che , una volta abbandonato l'involucro fisico , l'anima riceva immediato sollievo .
Finché permane nel ricordo delle mancanze commesse , delle offese perpetrate , anteponendo orgoglio ed egoismo all'universale alento di bontá , non si concede tregua .
Sopravvive cosí , torturandosi in maniera piú cocente , di quando poteva localizzare l'origine materiale delle proprie pene .
Per risparmiarsi tale destino , conviene incominciare , durante l'esistenza corporea , a prendere distanza da ogni percezione provocata dalle debolezze umane .
Il dolore non é condanna , ma semplice riflesso di passeggere circostanze avverse .
Gli si conceda un ruolo accessorio , anche se educativo , invece di scatenargli contro disdegno e rabbia , prima d'arrendersi alla sua ineluttabilitá .
Si sappia che , nella vita spirituale , i ricordi rivestono grande importanza .
S'eviti - quindi - di collezionare sulla Terra innumerevoli tristezze , e sofferenze molto pronunciate , che sarebbero difficili da obliterare nell'aldilá .
È auspicabile arrivare al momento del distacco fisico , non trasportando alcun bagaglio , sentendosi leggeri come piume , in modo da sgravare l'anima , permettendole tranquillitá e crescita futura .
Impariamo , allora , a dare poco valore alle ferite derivanti da offese , delusioni , malattie e disgrazie .
Consideriamole come inezie , non meritano d'essere ricordate a lungo .

                                                                                                      Messaggio psicografato il 7 di Giugno .








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