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giovedì 11 luglio 2019
PAURA D'ESSERE SOFFIATA
Lo sguardo di chi si specchia nelle minute aperture celesti, dove riposano le stelle, o rincorre nuvole precoci ed impertinenti, che giocano a sfigurare l'orizzonte, deve guadare distese immense della sostanza eterea che denominiamo «Atmosfera».
Lí vige la libertá incontrasta dell'aria che prospera e s'afferma.
Per vagare nei meandri dello spazio, la vista umana richiede il supporto di meccanismi biologici che derivano dal processo respiratorio.
Attraverso il naso o la bocca spalancata, particelle di cielo vengono risucchiate fino ai polmoni, dove vengono metabolizzate per contribuire al benessere fisico.
Ma si tratta d'una costrizione imposta dall'alto, alla quale l'aria s'assoggetta con grande riluttanza.
Non sopporta affatto di trasformarsi in respiro, odia entrare in cavitá dove esistono angoscia e disperazione, e miasmi putridi contagiano ogni ricordo.
Preferirebbe soffermarsi ad accarezzare i boschi di montagna, o lasciarsi cullare dai venti di scirocco, mantenendosi lontana da ombre distese che le s'aggrappano come ad una preghiera, mortificata in trappole e letti di paura.
Nessuno ascolta le sue lamentele, invece di rispettarne il rifiuto, tutti cercano d'adescarla per abusarne la fragranza ed il buon umore.
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