lunedì 15 luglio 2019

I BINARI.








Metafore a parte, é tra i binari su cui scivola il metallo di treni lanciati verso destinazioni popolari, che si delimita l'ambiente sociale di chi accetti di muoversi dentro spazi regolati, alla ricerca d'una via comoda che sostituisca percorsi sofferti ed emarginanti.
Invece d'aggrapparsi al pendio della massicciata, rimanendo in bilico a penzoloni sull'abisso, molti cercano la protezione dell'itinerario prestabilito, elargito dall'ortodossia educativa, con la compiacente supervisione della cultura massificata.
Come soldati d'un esercito regolare, incolonnati geometricamente per impressionare ed intimorire nemici inesistenti, minimizzando le defezioni provocate dalla disubbidienza, avanzano compatti in direzione del niente, dove troveranno ad attenderli il salvadanaio delle incertezze.
Si nutrono avidamente d'ogni cartaccia abbandonata da chi, masticando fango, sorrideva a denti stretti e spruzzava inchiosto dalle dita, prima di barcollare e cadere pesantemente dove il ciottolato aguzzo emerge tra una traversina e l'altra.
Usano come arma il procedere insipido, tedioso e spesso letargico, conservano i cocci della vita in scatoloni ingenti, che sbatacchiano come se contenessero pepite d'oro, leggono, piú volte, tutte le parole del diario di bordo, ma ignorano i segni che si portano addosso, le storie scritte sul proprio corpo.
Fantocci disumanizzati che, invece di calpestare magma di rizomi infuocati per accedere a sogni d'ottimismo sconfinato, impiegano ogni energia rimanendo tra quei binari, dove il futuro lo si lascia dietro le spalle, ed il passato scompare tra le nebbie all'orizzonte.







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