giovedì 25 luglio 2019

L'ATTESA D'UNA SORPRESA CHE RIEMPIA IL CONTO DEGLI EVENTI.







Ogni sera, prima che le orecchie comincino a ronzare, mi soffermo ad inalare il silenzio del quaderno che custodisce il confine del mare tra la luce delle stelle, insieme a lunghi racconti di elfi, giraffe e balene blu.
Ma, come molti, temo che il vuoto d'un pensiero inatteso soffochi, e, la pioggia fitta che cade all'imbrunire, inghiottisca fino alle ginocchia.
Cosí, nella foresta immaginaria dove cerco rifugio, afferro la prima ombra volante che m'oscura la vista, scambiandola per liana resistente.
Ondeggio come salame appeso in cantina, illudendomi di far capo solo ed esclusivamente al destino.
Potessi riconoscere che, invece, sto costruendomi la trappola, da cui, poi, imploro che qualcuno mi venga a tirar fuori, deciderei di camminare veloce seguendo la mia voce, urlando che devo rimettere tutto in discussione, anche il nome di battesimo.
Non mi farei piú risucchiare la mente, la lascerei vagare, come veliero prima che s'innabissi e rimbombi dal fondo dell'oceano.
Mi sussurrerei all'orecchio che la strada é d'un colore intenso e sconosciuto, ma che conduce sempre a meta propizia.
Di certo, mi porterei lontano da quella boscaglia confusa e scura che il pantano della vita concima assiduamente con la polvere dei monumenti, il sudore delle tempie e l'attesa d'una sorpresa che riempia il conto degli eventi.





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