venerdì 28 giugno 2019

IMPARIAMO A SCRIVERE SENZA PAROLE!








Il ritmo delle parole stipate in furgoncini fermi in coda perché il semaforo é spento, scritte di fretta su finestrini e pareti di tessuto senza forma, é innaturale come il dondolio d'un vascello prima di salpare, offende l'equilibrio di chi si ferma prima di attraversare.
Procedendo a sbalzi, sono soltanto coreografia arida di strade senza curve, del vialone dove si scorre guardando verso il monumento eretto per celebrare un tempo che nessuno sa s'é passato o no.
Per incanalarle verso l'alba d'un nuovo mondo, si dovrebbe trovare il coraggio di affrontarle e chieder loro di denudarsi completamente, per rivelare le radici dell'essenza.
Immediatamente, allora, smetteremmo di mascherarci come attori sul palco dei dementi, elaborando drammi e sfoghi in toni di velluto, per auditori garbati ma disattenti.
Indosseremmo appena lenzuola di vento, incapaci di proteggerci dagli affronti del maltempo,  totalmente prive di furore simbolico e sintomi fittizi.
Emergeremmo dalla palude come elefanti accorsi per sbirciarsi tra di loro.
Per poter piangere, non ci rifugeremmo piú all'interno del linguaggio.
E, rielaborando il peso delle delusioni, rinunceremmo ad argomentare concetti e formule feticce, estratte dal formulario che c'hanno imposto di firmare prematuramente.
All'apice d'uno sfogo, non ricorreremmo ad espressioni verbali sentite e risentite migliaia di volte, ma, seduti come coleotteri nello strume, dischiuderemmo la scatola che contiene tutti i tesori.


Nessun commento: