venerdì 14 giugno 2019

CERCHI CONCENTRICI.







Come cerchi concentrici, che si sovrappongono nelle pupille di chi s'immerge a fissarli intensamente, scrittura e lettura sempre finiscono per coincidere.
Ogni verbo che venga affidato all'esilio offerto dagli scaffali del tempo, sperduti quanto i libri che contengono, é destinato a suscitare curiositá e tenerezza, in chi venga a riscattarlo dal destino cartaceo.
Acquistando, cosí, la posizione corrispondente al suo ceto, nel ripostiglio della memoria trova rifugio eterno.
S'afferma imperiosamente quando abbandona la gabbia, dentro la quale lo scrittore l'aveva relegato, vedendosi trascritto nella memoria del lettore attento.
Inizia -allora- ad interagire con il mondo, vive, soffre, combatte, si rielabora alla luce dello spazio.
Anche se frainteso, costruisce ponti, scavalca avvallamenti e trincee, pur mantenendosi protetto da infezioni e contagi.
Al suo ritmo, scrittore e lettore ballano all'unisono, delimitando un territorio, all'interno del quale non é concessa la presunzione d'impartire direttive e l'ammutinamento é impensabile.
Chi scrive, tenga conto che, chi legge, svolge la funzione del rivenditore che s'incarica d'abbellire vetrine utilizzando prodotti che trova in magazzino, recapitati di notte, ed inviati da chissá dove.









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