mercoledì 12 giugno 2019

LE POZZANGHERE.








Non si creda che, per procedere il piú speditamente possibile, sia necessario evitare una ad una le pozzanghere che costellano i sentieri della vita.
Al contrario, é immergendovi i piedi scalzi e doloranti, che s'ottengono benefiche sensazioni di tranquilla frescura, e si ritemprano le forze necessarie per proseguire.
C'é concesso d'avanzare soltanto a piccoli passi su terreno impervio e disagevole, dov'é impossibile lasciare orme che altri possano seguire.
S'approfitti -quindi- d'ogni difficoltá, trasformandola creativamente in opportunitá dinamica ed induttiva.
È esercitandosi a marciare in condizioni avverse, che s'acquisice il metodo piú idoneo per valorizzare il significo della sofferenza ed ottenere progressi esistenziali, altrimenti irraggiungibili.
Invece di disperarci, quando corsi d'acqua limacciosa e dirompente c'interrompono la via, impegnamoci a guadarli con pazienza e determinazione, utilizzando proprio l'inadeguatezza come arte d'appoggio e sostegno.
Cosí facendo, probabilmente cadremo piú volte nei turbinosi vortici del destino, rischiando di venirne risucchiati e disorientandoci per un po'.
Certamente ci sbucceremo ginocchia e polsi contro spuntoni di roccia che demarcano gli anfratti piú profondi, ma diluendo cosí il sangue ribollente, incontreremo la forza di continuare. 
Ognuno di noi, sguazzando come mosca caduta a picco nel vino d'un bicchiere, invece di ubriacarsi di timori ed ansia, si ricordi che, fintanto che le ali si mantengono asciutte, é sempre possibile riprendere il volo verso le stelle del firmamento.




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