sabato 9 novembre 2019

VINCERE L'ESTRANEITÁ DI LINEE SCURE








Elaborando chimere, fino a renderle simili a favole plausibili come storie tramontate sopra sabbie rancorose, frugando nell'immaginazione per rivivere sogni impossibili, e sfacciati incanti di pensieri assillati ed ottusi, si scopre dove posar la fronte, e sparger lacrime d'ondoso movimento.
Ma, chi rivolge all'orizzonte ciocche madide ed aggrotta il viso in espressione estaticamente malinconica, anche se cerca d'aggrapparsi alle stelle, coincide sempre con i sorrisi infantili dell'arata terra, su cui cammina a piedi scalzi.
Si muove a tentoni in mezzo a melodie sfumate, appena schivando alberi addobbati di briciole argentate e, per non abbagliarsi al sole, s'invita a speranzose evocazioni di gioie festeggiate nel cuore della notte.
Per non maltrattarsi come bambola di pezza, arrufandosi come batuffolo di polline inafferrabile, scelga di vincere l'estraneitá delle linee scure che circolano stagliandosi come ossa in controluce, e non aspiri piú odori cupi e suoni gutturali emessi durante maremoti e lagnosi momenti inoculati di struggimento.
Eviti accuratamente d'amalgamarsi a remoti residui di tormenti ed aneliti nostalgici. visioni d'un orizzonte angusto e gravido quanto la sofferenza che nasconde.




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