Personaggi umidi che vagano senza tregua alla ricerca di quanto hanno perso sul selciato, animano la scena a cui assisto ogni sera, poco prima del tramonto.
L'idea che trovano é quella capace di farli sentire speciali, illudendoli a credere che le sofferenze che stanno affrontando sono fuori del comune, spingendoli a rifiutare con latente spregio la condizione imprescindibile che li mantiene vivi.
In una vanagloriosa affermazione d'eccentricitá, ricorrono morbosamente ad ogni ausilio cannibale o narcisistico, imitando naufraghi appigliati ad un qualsiasi legno galleggiante, in realtá mascherandosi di paranoica diffidenza nei confronti di coloro che schivano i rifiuti tossici, che si vedono lanciare contro.
Eccoli, castellani della fortezza senza mura, arcigna tomba di ghiaccio che credono impenetrabile scudo protettivo, ma che, in pratica, solo li mantiene lontani dal cammino della luce, ingaggiandoli in relazioni fittizie e pretenziose, ed obnubilandone la mente.
Si prosciugano cosí, evidenziando catastrofi solipsiche per mancanza d'autentici stimoli affettivi e di alimentazione spirituale.
Contribuiscono massicciamente alla devianza ontologica che affligge e lacera l'essenza dell'umanitá contemporanea.
Sono tanti i paladini dell'impero delle tenebre.
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