A chi non riesce ad abbandonarla e fuggire lontano, conviene familiarizzarsi con la cella in cui abita.
Percorra con un dito le crepe che increspano pareti imbiancate di bruma e cloro statico, e si chieda perché appaiono cosí scialbe e disadorne.
Abbassi lo sguardo fino a raggiungere il livello dove l'emozione s'attenua, prima di spegnersi come polvere di stricnina, sparpagliata sul desco querulante tra la cupa immensitá dei tormentosi.
Decida, allora, d'affastarsi dal portone dove folle disordinate premono per entrare, e concepisca lí, sui suoi due piedi, immagini di poesia, mentre suonano migliaia di liuti danzanti al ritmo cristallino di gemme ispirate dalla brezza vergine d'incenso.
Scaturiranno versi sublimi, e colori splendidi, negli occhi di chi non ha mai dipinto un ritaglio di cielo o visitato una pinacoteca.
Un mondo impuro e degradato, nella mente dell'artista si libera dalle passioni, si veste d'armonia e svolazza leggero, spumeggiando nel cuore di chi lo ama.
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