La parola sconsiderata ed abrasiva , non attinge alcun traguardo .
È priva di significato , vuota come il Cuore di chi l'ha pronunciata .
Compie un'escursione , che s'esaurisce in pochi passi .
È un sacco stracolmo , e ben confezionato , che , appena esce dalla bocca , si trasforma in involucro afflosciato .
Pregiudica ogni opzione comunicativa , attizza conflitti ormai assopiti .
Eppure , non confonde chi l'ascolta , si limita a ritorcersi contro il suo autore .
Rinunciamo - quindi - a ricorrervi , mantenendoci in silenzio di fronte a qualsiasi provocazione .
Esercitando auto-controllo verbale , diamo un sicuro passo verso una possibile conciliazione , che , con una risposta impulsiva , pregiudicheremmo in modo definitivo .
Per dialogare serenamente , conviene prevedere la traiettoria d'ogni dardo avvelenato scagliatoci contro , in modo da scansarsi a tempo .
Sicuramente , non é ingaggiandosi in un crescendo dialettico , ch'implichi affermazioni degeneranti in critiche ed insulti , che si contribuisce all'armonia ed alla comprensione reciproca .
Ricordiamo che , alla parola si puó rinunciare , senza compromettere minimamente il valore del pensiero che la genera , mentre , spesso , avviene che si blateri , astenendosi da alcuna attivitá intellettiva .
Chi si cala in un anfratto , ignorandone la profonditá , non si meravigli se non riesce piú ad uscirne .
Si comporta come chi sputa fiumi di lettere disarticolate , e spera che si raggruppino formando , da sole , i versi d'un poema che nessuno ha mai composto .
Messaggio psicografato il giorno 21 di Dicembre .
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