martedì 28 novembre 2017

UN PAIO DI STIVALI IN MOVIMENTO .






Il racconto di oggi richiede da Voi uno sforzo supplementare , altrimenti solo sará un'insieme di immagini surreali , e poco s'inserirá nel contesto che m'interessa presentare .
Vi chiedo di ricorrere all'immaginario collettivo per visualizzare quello che le mie parole non possono descrivere .
Un'esile figura di donna , forse ancora adolescente , s'appoggia pigramente al tronco d'una quercia secolare , nel cortile antistante una chiesetta di campagna .
È giorno , ma presto sará notte .
Oltre che dall'angolazione delle ombre che s'allungano sul selciato , fino ad uscire dal nostro campo-visivo , si puó dedurre che ore siano dalla sensazione ovattata che pervade l'alito , s'appiccica alla pelle .
È il respiro delle piante che ci s'attacca ai polmoni .
Probabilmente siamo negli anni '50 , in una regione remota , poco popolata , al centro della Spagna .
Preferisco - peró - che sia la vostra fantasia a decidere quando e dove ambientare questa scena : magari é successa proprio ieri , nel paesello dove abita ancora vostra nonna , o si tratta d'una presenza eterea , che ricordate d'avere scorto durante la vostra infanzia e che , oggi , continua a suggerirvi sensazioni difficili da decifrare . Oppure é soltanto una provocazione , squallida , di PincoCarla .
Forse quella ragazza tu , lettore sconosciuto , l'hai davvero incontrata , hai scambiato un paio di parole con lei , prima d'accettarne l'invito .
Seguendone i passi decisi , hai percorso dietro di lei quel sentiero che t'ha indicato , dopo aver superata la soglia del cimitero , e prima di svoltare verso un cancelletto semi-aperto .
Osservando l'agile , energetico movimento di quelle gambe , poco appariscenti nella gonna di tessuto scuro , ti sei sorpreso ad immaginarle divaricate , come per confermare una disponibilitá che , al momento , era solo una supposizione .
Hai voluto combattere l'indolenza che , a volte , i dubbi generano .
Cosí - un po' smarrito - ti sei affrettato , affiancandoti a lei , proprio dove un cespuglio di rovi difficoltava il cammino .
La tua mano ha sfiorato il tessuto ruvido e sgradevole , paglia di fine-inverno , che s'attacca al pavimento umido del fienile .
In quell'istante , devi aver capito , per la prima volta , che un vestito di donna puó repellere , anche quando non copre interamente le sue forme .
La gonna , chiesta in prestito all'unica compagna-di-scuola che non sapesse dire di no , si abbinava male alla giacchetta di velluto marrone chiaro , cosí squadrata sulle spalle , da ricordare , da dietro , la sagoma d'uno spaventapasseri , protagonista d'una fiaba , mal contata , nel teatrino d'un burattinaio dilettante .
Un paio di stivali di cuoio grezzo , con un tacco appena accentuato , come quelli che uso io per l'equitazione , possono costituire un elemento suggestivo sessualmente , molti uomini vi ci vedono un  sofisticato strumento di seduzione femminile .
Ma , se usati per lungo tempo da piú d'una persona , allora , infangati e logori , servono solo a proteggersi dalle asperitá del terreno , e , forse , per facilitare la fuga , qualora si presentino situazioni di pericolo .
Io so che quelli ai piedi di quella ragazza , servirono anche a scalciare violentemente chi non rispettasse i patti .
Non meraviglia che alcuni , infatti , vedendosi proporre un incontro in un luogo appartato , in cambio di una piccola cifra di denaro , si sentissero incoraggiati a pensare che tutto fosse permesso .
Avrebbero avuto ragione , se quella ragazza fosse stata una puttana qualsiasi , come tante che sempre popoleranno questo mondo .
Ma - se cosí fosse stato - io non mi sarei motivata a raccontarvi la sua storia , non vi pare ?
Indipendentemente dalle aspettative suscitate , concedeva sempre pochissimo a quegli uomini , solo l'accesso indispensabile per un rapporto sessuale , in piedi , durante il quale non si permetteva di osservare quanto stesse succedendo .
È importante che sappiate che nessuno mai conobbe il suo nome .
Invece di inventarsene uno , da dare in pasto a chi le chiedesse di presentarsi , utilizzava sempre la stessa risposta , ripetendosi come un messaggio da segreteria-telefonica : « Come mi chiamo non importa , dimmi come ti chiami tu ! »
Neppure degnó mai d'un sorriso qualcuno di quegli uomini con cui trascorse brevi momenti d'intimitá .
Che avesse scelto un luogo adibito al culto religioso per proporre atti considerati peccaminosi dalla Chiesa , puó sembrare strano , indubbiamente .
In realtá , lí , trovava il coraggio che le sarebbe mancato in qualsiasi altro posto , non sarebbe mai entrata in un bordello , né avrebbe mai frequentato volontariamente locali considerati piú idonei all'esercizio della prostituzione .
Una volta s'oppostó al ciglio d'una strada asfaltata , suscitando immediato interesse negli automobilisti di passaggio .
Ma , confusa e spaventata , corse via , prima ancora che qualcuno fosse riuscito a parlarle .
Nel cortile di quella Chiesetta , accanto alla terrazza dov'era nata , in una afosa notte di Luglio , si sentiva invece protetta , e capace di qualsiasi iniziativa .
Un paio di giorni dopo la sua nascita , la madre , un'emigrante marocchina arrivata lí non si sa come , non sopravvisse alle conseguenze del parto , non programmato né assistito .
Dopo il suo battesimo , avvenuto lo stesso giorno del funerale della mamma , fu il sacerdote che celebró entrambe le cerimonie , ad occuparsi di lei .
Le venne concesso di vivere e crescere nei locali adibiti a Sacrestia , anche quando , per ragioni amministrative , si decise di trasferire altrove il Sacerdote , e non si volle dedicare piú alcuna attenzione ad un paese ormai spopolato .
È ingiusto abbandonare i luoghi dell'infanzia , per affrontare una vita in un ambiente non facile da capire , soprattutto quando sembra che il mondo finisca a 500 metri da lí .
Cosí lei decise di restare , per costruirsi un futuro proprio dove molti avevano abbandonato il proprio .
Tutti i pomeriggi , tranne la Domenica , che dedicava alla preghiera , appoggiata in modo indolente a quella quercia , verificava costantemente , dentro di sé , tutti gli stimoli che portano alla sopravvivenza .
Aspettava che qualche uomo venisse a cercarla , ma , intanto , assumeva una posa estatica .
Dissimulandosi nelle ombre della sera , il suo viso sosteneva il passare del tempo , mantenendo un'espressione immutabile .
La prima volta che un suo sorriso apparve , fu quando quella quercia si rifiutó di servirle ancora come appoggio , e se la scrolló di dosso .
Non si sa se - in quel momento - morí giovane , o se non fosse mai invecchiata .

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