giovedì 3 ottobre 2013

CONSIDERAZIONI .













In seguito a numerose manifestazioni di simpatia ed affetto che mi sono pervenute via email , mi sento di dover aggiungere alcune considerazioni al Post precedente , che narra un episodio di violenza da me subíto un po' di tempo fa' .
Pur essendomi sforzata di presentare qui - in versione emendata - un racconto che potesse risultarvi " addolcito " , sono solo riuscita - a quanto pare - a comunicare dolore , tristezza ed un sentimento di rivolta .
Immagino la reazione che tali eventi hanno suscitato in Voi .
Non puó essere maggiore di quella che ho provato io , che ne sono stata la vittima diretta .
Quindi non é mia intenzione minimizzare comportamenti degradati , che sono conseguenza d'una profonda inciviltá ed ignoranza .
Ma , adesso , m'importa sottolineare come certe disgrazie si possano rivelare utili a chi si trova ad affrontarle .
Non posso sapere se quei cinque uomini sono persone malvagie ed insensensibili .
Ma - secondo me -  hanno agito assecondando un impulso che la nostra societá , pur condannando formalmente e fingendo di punire , mantiene vivo e vegeto , per assicurare quei rapporti di forza che la contraddistinguono .
Si sono creati l'alibi morale che io , essendo definibile come " puttana " , non possa permettermi il lusso di decidere quali cazzi prendere e quali no .
Ma sono convinta che le loro Coscienze non accettino questa logica distorta .
Credetemi : il rimorso non é un'invenzione letteraria o solo un appannaggio religioso .
Possiamo fingere d'ignorarlo , illuderci d'esserne immuni .
Ma , nel cuore di tutti noi , esistono principi Universali che ne valorizzano il significato .
Quindi non é necessario che m'incarichi io di " vendicarmi " , o che le Autoritá competenti emettano una pena adeguata a quegli abusi commessi .
Prima o poi , i responsabili si faranno giustizia da sé .
La loro vita s'incaricherá d'insegnare loro quelle lezioni che si rendono indispensabili per migliorarsi .
Anche senza una retribuzione draconiana o una condanna spietata , quegli uomini , un giorno , si troveranno vittime di violenza e sopruso .
Ed allora capiranno d'avere sbagliato , quella notte che hanno approfittato di me .
Niente mi pare piú giusto , né puó darmi piú tranquillitá .
Peró , non posso negare d'aver sofferto molto in quell'occasione , d'aver provato forte dolore , fisico e morale .
Indubbiamente ho dovuto affrontare un'esperienza difficile , spaventosa ed umiliante .
Ció che mi permette d'accettarla senza disperarmi é la consapevolezza che il dolore porta sempre con sé importanti elementi formativi .
La nostra condizione umana non sfugge a questo meccanismo .
Conviene quindi capirne la sua utilitá .
Interpretiamo le nostre sofferenze come agenti d'emancipazione spirituale , condizioni di progresso .
Non esistessero , ci vedremmo confrontati soltanto da piaceri ed oziositá sterili .
Come conseguenza , il nostro orizzonte si ridurrebbe , e , dentro confini ben limitati , imprigioneremmo il nostro spirito .
Le disgrazie e le privazioni - invece - ci mettono alla prova , permettono d'allargare quelle virtú che aprono la porta ad una vita piú consapevole e completa .
Capisco gli altri , mi identifico nei loro problemi , debolezze ed imperfezioni , quando sono triste e soffro .
Negli effimeri momenti di spensieratezza animale che costellano questa mia vita , corro il rischio d'essere superficiale ed insensibile , estremamente egoista .

Certo , non arrivo a considerare quegli stupratori come miei benefattori .
Ma provo per loro molta pena ed affetto .
Soprattutto so che esistono responsabilitá mie , dirette o indirette , attuali o precedenti , che hanno facilitato quel genere di eventi .
Eppure sarebbe inutile e controproducente colpevolizzarmi .
Accetto invece che tutto dev'essere accaduto per il mio Bene , anche se , in quei momenti , mi sono sentita ultraggiata ed ho temuto di morire .










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