Nadira ha 35 anni , vive in una grande cittá dell'Indonesia .
Si preoccupava costantemente d'essere una buona madre per i suoi quattro figli e d'assolvere i numerosi obblighi domestici , sperando di non trascurare le necessitá emotive del marito .
Svolgeva anche. compiti sociali in un'istituzione semi-governativa , aiutando persone disadattate .
Purtroppo - peró - non era idonea a sopportare tanta pressione .
Ne risentiva fisicamente .
Soffriva di costanti mali-di-testa , disturbi digestivi e cutanei , aveva difficoltá ad addormentarsi la notte .
Era conscia di trovarsi in una situazione di notevole disagio .
Ma - imponendosi di cercare una via d'uscita - s'immergeva sempre di piú in uno stato ansioso , dal quale é davvero arduo svincolarsi .
Cosí la tensione l'avvolgeva ad ogni minima contrarietá e chi ne faceva le spese , spesso , era il marito .
In quella famiglia , l'equilibrio coniugale s'era alterato : Nadira non era piú interessata a svolgere un ruolo d'accompagnamento .
E lui , sentendosi allontanato , lasciava sempre piú spazio agl'impegni di lavoro , finendo per trascurare anche i doveri di genitore .
Ne sorsero frequenti discussioni e litigi .
Si permise che l'impazienza vandalizzasse i buoni propositi , su cui s'era impostata la vita in comune .
Nadira , in particolare , era vittima d'un circolo vizioso : quanto piú si deludeva , meno attraente e realizzata si sentiva , riversando fuori di sé la sua frustrazione , in modo tanto ostile da risultare scostante ed antipatica .
Si stava progressivamente isolando da tutto e tutti .
Contemplava spesso il suicidio , sentiva di non possedere un livello d'energia adeguato per affrontare con successo tutte le vicissitudini quotidiane .
Anche perché , inconsciamente , per dimostrare a sé stessa d'essere ancora in controllo e capace , s'inventava innumerevoli prove da svolgere in simultaneo .
Una mattina , stava riportando il figlio minore a casa , dopo averlo prelevato da scuola .
Guidava nel traffico convulso , mezz'ora piú tardi del previsto .
Aveva appena risposto al cellulare .
Ascoltando da un fornitore i motivi dell'indisponibilitá di alcuni articoli , s'era chiesta cosa avrebbe gradito il marito per pranzo .
In quell'istante si ricordó che avrebbe prima dovuto preparargli la valigia e che forse non ci sarebbe stato tempo .
Suo figlio le gettó uno straccio umido tra i capelli , proprio quando un paio di ciclisti la stavano superando .
Istintivamente Nadira sterzó di pochi centimetri , rischiando d'urtare il marciapiede .
Non travolse nessuno .
Si spaventó - peró - ripensando a cosa sarebbe potuto succedere .
Capí che la morsa che le bloccava lo stomaco annunciava seri problemi di salute .
Non disse nulla al marito , che vide per pochi istanti prima che scappasse verso l'Aeroporto .
Ma spiegó bene la situazione a Rimba , il giorno dopo, quando qualcuno la condusse a quel Parco .
Concluse il dettagliato racconto con : « Sono molto ammalata , vero ? » esprimendo una convinzione , non una domanda .
Quando Rimba le sorrise e disse : « Sí , sí , molto ammalata , indubbiamente » , Nadira si sentí autorizzata a seguire il processo delle sue deduzioni logiche .
Chiese : « Quali Dottori é meglio vedere ? Di quali Specialitá ? Forse un Endocrinologo puó aiutarmi » .
« Sí , é importante che qualcuno ti guardi dentro . » - il Maestro trattenne una risata . Utilizzó peró il tono di voce di chi sta raccontando una barzelletta .
« Ah , capisco : Medicina Interna ... » - sembró convincersi Nadira .
Soddisfatta , pensó ch'era tempo di lasciare il Parco .
Come se volesse dirigersi immediatamente ad una Clinica .
Il suo accompagnatore peró le fece cenno di ringraziare .
Cosí si prostró con apparente devozione e rimase immobile per alcuni istanti .
Esaurita quell'ultima formalitá , si rialzó e se ne sarebbe andata .
Rimba la trattenne per un braccio .
Le spiegó che : « L'unico Dottore che ti puó guarire sei tu stessa . La tua malattia é facile da diagnosticare : é la tua anima ch'é stufa di vivere in quel corpo ! » .
Nadira consideró quelle parole farneticanti , senza senso pratico .
Credette di poter vincere la discussione : « Se é una malattia spirituale , io che ci posso fare , non posso vincere il destino ! possiamo solo occuparci del corpo , all'anima che ci pensi Dio ! » .
« Tu sei il tuo destino , tu sei Dio » .
Negli occhi scuri della donna si generó il panico .
Per dissiparlo , Rimba aggiunse , paternamente : « Ascolta . Immagina il tuo corpo come una casa . Se é pulita , luminosa ed accogliente il tuo spirito ci stará comodo e aiuterá a mantenerla in ordine , altrimenti vorrá abbandonarla , per cercarsene una migliore . Per guarirti devi semplicemente ammettere ch'é cosí ! » .
Ne seguí una fitta discussione :
- « Ho sempre avuto una grande forza di volontá , eppure mi sono ammalata lo stesso ! »
- « Il problema é che ti sei mantenuta fuori di casa , passavi il tempo a dipingere la facciata , immaginando che all'interno fosse tutto in ordine . »
- « Non credo : la mia mente s'é sempre imposta di stare bene ! »
- « Certo , la tua volontá esiste ed é positiva , ma é male indirizzata .»
- « Ma come ? che potevo fare di piú ? »
- « Un semplice passo necessario : calarti al livello dove puoi fare la differenza . »
- « Quale livello ? »
- « Chiedi alla tua coscienza di fornirti l'indirizzo ! »
Quel consiglio fu molto utile a Nadira , che imparó a respirare a fondo ed a guardarsi dentro , smise d'imporsi mille incombenze inutili .
Lasció spazio sufficiente alla sua anima , in modo che non si sentisse piú costretta , limitata da un corpo che non le apparteneva .
L'Amore la rigeneró , tornó in perfetta salute , senza ricorrere a Dottori e medicine .
Nessun commento:
Posta un commento