martedì 16 luglio 2013

IL BUIO DI CHI NON SA AMARE ABBASTANZA .











In quel Parco insonne , somatizzante , la vita di Rimba scorreva come un impasto semi-liquido che si deglutisce senza masticare .
A scandire il tempo ci pensava il ritmo del globo terrestre con i suoi vocaboli variopinti , battiti d'ali d'un vento , umido come nubi che si scordino dov'é il mare e si rincorrano in un sogno luccicante .
E , quando il sole di metallo opaco lasciava il suo corridoio di cemento , apparivano caricature di fuliggine fluorescente e , dal fogliame denso , si scatenava un applauso fragoroso .
Alla fine della giornata miriadi di bottoni luminosi scandivano il movimento di macchine pesantissime , disarticolate , che , mormorando , si dirigevano , lentamente , verso la scala che porta al di lá dell'orizzonte .
Ma - spesso - non era la notte scura a subentrare in scena .
Ci si sentiva tutti avvolgere da un chiarore evanescente , un lenzuolo strappato , inutile per nascondersi .
L'aria sapeva di naftalina ed impregnava , come un fumo di lampade a petrolio .
Le persone assumevano connotati surreali , esagerati , e Rimba si vedeva circondato da ombre tremule come barche riflesse sulla superficie d'un fiume , ondeggianti in un mare di colori fatui .
Solitamente , era proprio all'imbrunire che il suo corpo si rivelava poco reattivo .
Sentiva il bisogno d'assopirsi .
Ma , per non deludere nessuno , allontanava la stanchezza ., motivandosi la mente .
Sollevandosi di peso , appoggiava entrambe le mani ad un sostegno conficcato nel terreno .
Assumeva la stessa posizione , maestosa , d'un albero che sfidi le intemperie .
Accolse cosí una giovane donna , eccessivamente pallida , che gli s'avvicinó una sera .
Non gli fu subito possibile capirne l'etá , decidere se fosse ancora un'adolescente o una persona adulta .
Notó che trascinava un ragazzo avvinghiato ai suoi piedi scalzi .
Coperto soltanto da una maglietta , che occultava appena i pochi peli del petto .
Anche prima che dalle bocche d'entrambi uscissero parole , s'udirono suoni articolati , liturgici , forse emessi dal rotolare di quel fragile corpo ossuto contro il terreno pietroso .
Echeggiarono come la musica d'un tamburo , mentre un cupo senso d'aspettativa s'impossessava dell'attenzione dei presenti  ,
Poco dopo , la ragazza spiegó il motivo della visita :
« Sono venuta a farmi perdonare ! »
Aggiunse di sentirsi molto male , di non riuscire a sopportare il rimorso provocato da non specificate " azioni ignobili " .
Urló , supplicando aiuto , convinta che Rimba le avrebbe mostrato il cammino perduto .
E , senza aspettarne il parere , chiese concitatamente in che modo fosse possibile onorare tutta la sua saggezza .
Formuló la domanda : « Un monumento , una statua d'oro massiccio , ricorderá degnamente al Mondo la tua importanza , Maestro ? » .
Poi , accasciandosi al suolo , esausta , avvolse in un abbraccio il viso del compagno , che le era rimasto silenziosamente accanto , come se volesse impedirgli d'ascoltare .
La risposta fu immediata :
« Nessuno mi deve , né puó , esaltare con feste o con altri onori mondani .Sapete che non amo il lusso e l'ostentazione . Ma vorrei sí essere ricordato . Non come persona da idolatrare , ma come umile esempio da seguire . »
La ragazza credette d'aver capito il messaggio .
Affermó che , allora , avrebbe raccontato a tutti di quanta bontá lui fosse dotato .
Ma solo riuscí a pronunciare l'inizio delle sue intenzioni .
A lei Rimba rivolse parole destinate a tutti noi :
« Il mio animo non é superiore al tuo , né a quello di nessun'altro . L'Amore nasce spontaneo ovunque c'é un raggio di sole . Dobbiamo solo coltivarlo , farlo crescere rigoglioso , fino a che diventi la nostra casa eterna . » .
Tutti i presenti lo ringraziarono devotamente per la pazienza e l'affetto dimostrato .
A loro disse che il modo migliore per sdebitarsi é quello d'amare con ancor maggiore intensitá .
D'allora , ogni sera che piove nel giardino di Rimba , appare un arcobaleno di mille colori .
È li che Rimba invita tutti ad abbeverarsi .










Nessun commento: