martedì 6 ottobre 2020

SIAMO VOCI ASSOPITE.









Sandali luridi di bugie strisciano descrivendo fumi sottili, apparsi come sogni in ritardo, che s'abbeverano all'orizzonte nudo delle emozioni, mentre la musica dell'infinito ammassa attimi in scatoloni a strisce blu, ed, al centro del malincuore, si perdono sguardi che avvicinano la Luna.
Sarebbe preferibile perdersi in chiazze di rabbia che si stemperano nel mare, invece d'affondare nel miele di storie oblique da decifrare, assestando colpi alla serenitá di pensieri ciechi ed ingenuamente dignitosi, impallidendo nel riflesso di momenti distratti dal candore delle stelle.
Ma, il tedio, incrocia nuvole basse che farneticano come sbadigli nella bocca di chi biasima il suo tempo, quando dita rovesciano piatti sporchi, e le regole del gioco s'applicano anche alla carta sottratta dalle gabbie del circo inanimato.
Prima o poi, impareremo tutti a risvegliarci il destino, proiettando al buio desideri parlanti, nascondendoci dietro l'insistente presunzione di ostacoli congelati, allineandoci come coltelli affilati nel mulinello d'emozioni che combattono ad occhi chiusi e pugni serrati.
Siamo voci assopite da trasparenza sfrenata e rimpianti senza senso, pronte a vestire la sabbia quando nessuno ci guarda, mura scrostate d'una fortezza di carte scolorite, sospiri di vapore dileguato, tremiti d'una pioggia emozionata che scivola tra frasi emancipate, tormenti affrettati come il suono della salvia nel cielo smussato, che colonne di seta innalzano all'infinito.



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