L'Amore é il sentimento piú profondo e nobile che un essere umano puó generare e trasmettere .
È l'opposto della cattiveria , di cui costituisce l'antidoto , neutralizzandone molto efficacemente le conseguenze .
Risolve problemi complicatissimi , allevia dolori lancinanti , attraversa deserti e fiumi in piena , nutre , consola , illumina di splendore case e foreste , ospedali e prigioni , lo si trova in ogni angolo del globo .
Passa rapidamente da un cuore all'altro , senza bisogno di contatto diretto , contagia anche chi si crede refrattario o scettico .
Con poderose ondate , abbatte in un istante tutte quelle barriere che l'egoismo erige , e dietro alle quali , molti credono di potersi nascondere .
Ma - per beneficiarne - dobbiamo saperlo riconoscere , non lasciarci ingannare dalle apparenze .
È indubbio che in ogni cuore , per quanto indurito e malvagio , alloggi qualche seme di bontá , in attesa dell'occasione propizia per germinare .
Anche i piú spietati dei criminali dimostrano forme d'attaccamento , se non verso delle persone , almeno per qualche animale , un giardino fiorito o costosi oggetti di consumo .
È un'innegabile conferma del potenziale affettivo insito in loro .
A tutti piace ricevere amore , pur se in maniera distorta .
Conviene - peró - usare estrema cautela quando viene manifestato con fanatismo , propagato in modo ostentato .
Chi si prefigge d'aiutare qualcuno , senza esigere una ricompensa , non sbandiera mai i suoi propositi , agisce con grande discrezione e sensibilitá .
Lo conosco bene , so che Rimba é fonte inesauribile d'Amore profondo , di tenerezza estrema .
Ci considera tutti parte della sua famiglia , si unisce a noi in una visione armoniosa e limpida , ma non elargisce baci e carezze indiscriminatamente .
La saggezza gl'impone atteggiamenti inequivocabili .
Anni fa' , quandó inizió a ricevere bisognosi sotto un Baobab , il suo comportamento era meno prudente e misurato , frequentemente amministrava effusioni , come segnale d'affetto e considerazione .
A quel tempo , gli si presentó una giovane donna , di nome Felisia , la quale , invece di cercare l'abbraccio fraterno , come facevano tutti , rimase timidamente ad un paio di metri di distanza , rifiutando anche una formale stretta di mano .
Prima che trovasse la forza di parlare ed esporre la sua vicenda , si raccolse in un lungo silenzio , durante il quale non tolse gli occhi dalle dita rugose dell'uomo , che maneggiava un sasso levigato , attendendo pazientemente .
L'abbigliamento di Rimba non avrebbe dovuto costituire motivo di preoccupazione : vestiva la tunica bianca , lunga ed ampia , di tessuto fitto , che usa , ancora adesso , per nascondere completamente le sue fattezze maschili .
Eppure su quel viso di fanciulla indifesa , perseguitata da ricordi orribili , trasparvero schegge d'ombra livida , bagliori d'una ribalta dove s'inscena il dramma della vita .
Raccolse i gomiti al seno , come per proteggersi dal piú implacibile dei predatori .
Quando , dalle cosce serrate in una morsa impenetrabile , una fitta di dolore l'obbligó a vacillare , forní spiegazione per gli inequivocabili segni di disagio :
- « Quel vestito ..... é lo stesso .... che orrore ! »
Rendendosi conto d'aver espresso un commento incomprensibile , non aspettó domande e continuó :
- « Mi scuso , ma tanti sospetti ormai invadono la mia mente , dappertutto , diffido d'ogni persona che incontro ... m'é impossibile stare in pace , é la mia condanna per essere stata tanto ingenua .. lui parlava a tutti d'amore e tutti l'adoravano , potevo io essere l'unica a non credergli ? »
Rimba non disse nulla ; con un gesto dolce , sollevando le braccia , rasserenó l'ambiente .
Notó come la bellezza di Felisia si stesse affermando piano , pigra come un'alba brumosa in una foresta densa , ma non meno promettente .
Con il corpo soffice , denunciava languida , remissiva , accondiscendenza , fragilitá d'anfora preziosa , che , prima d'essere ridotta in frantumi , riflette lontano i raggi del sole estivo .
La lieve brezza agitava gli indumenti , in lei raggiungeva il territorio intimo dove le sensazioni si fanno violente ed incontrollabili .
Negli occhi ostentava fermezza , la risoluzione di non lasciarsi affliggere .
Le sue parole - peró - espressero fragilitá immensa : « Fu Maurizio , mio marito ad insistere perché andassimo a quel Centro , gli avevano detto che lí curavano qualsiasi malattia . Soffrivo d'una depressione molto forte , non m'ero recuperata dalla nascita del secondo figlio , dal parto difficile e dalle difficoltá d'allattamento . M'insospettí subito quell'uomo , istintivamene lo trovai ripugnante . Poi peró , durante il sermone , i discorsi sull'amore e fratellanza mi rilassarono , decisi che erano la medicina perfetta per il mio problema . il Giovedí dopo ritornai per assistere alle liturgie e ricevere la benedizione dalle mani del predicatore . Maurizio non m'accompagnó per occuparsi dei bambini , La sala traboccava di fedeli , quasi tutte donne , la maggior parte molto giovani , che parevano felici , animate da pensieri amorevoli , pronte ad aiutarsi . Scambiai alcune parole con due ragazze che erano sedute accanto a me . Mi chiesero subito se avessi giá dato il mio amore . Sinceramente non capii cosa intendessero ma risposi che sí , ero lí per dare amore anch'io . Quella sera stessa , dopo la funzione , quando stavo andando verso l'uscita , mi sentii trattenere per un braccio . Una signora mi disse di seguirla . Salimmo una scala ed entrammo in una stanzetta in penombra . La donna mi lasció sola lí . Pensai che avrei ricevuto qualche terapia . Dopo poco arrivó lui , il predicatore , in una tunica bianca come quella che indossi tu adesso . Mi condusse fino ad un lettino dove avrei dovuto spogliarmi . quando chiesi perché cercó di convincermi dicendo che era arrivato il momento di dimostrare che so amare davvero . Penso che tu capisca cos'é successo poi ... »
Ammutolí allora , forse per non lasciarsi completamente travolgere da un impeto di vergogna .
Chinó il capo , il viso s'oscuró nel movimento delicato , sulle palpebre socchiuse apparvero scarabocchi di dolore .
Trattenne le lacrime , ma non un lungo sospiro sconsolato .
Rimba , invece , fu sopraffatto dall'emozione , pianse senza ritegno .
Nel cielo terso vide un'unica nuvola scura .
Si chiese se fosse possibile allontanarla con lo sguardo .
Poi , quando riusci a parlare , non si rivolse a Felisia , che - affranta - gli aveva voltato le spalle per allontanarsi in silenzio .
Disse direttamente all'Universo : « Spesso rovesciare un secchio di lurido concime su fiori meravigliosi , non é una crudeltá , é segno di grande saggezza e previdenza . Ma servirsi del profumo piú sublime per mascherare la puzza del proprio corpo in decomposizione , non ne riduce l'agonia , l'accelera . L'amore é la medicina piú efficace , ma chi lo utilizza per alimentare la sua malattia , non guarisce , sta pessimamente . »
2 commenti:
Non era amore, l'amore vero non inganna..
Ovviamente non si trattava d'amore , non ne era nemmeno la piú pallida copia ....
Purtroppo - peró - l'inganno esiste e la nostra ingenuitá puó venire attratta in trappole molto dolorose .
Consiglio la massima vigilanza !!
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