Qualche anno fa' , appena prima della nascita di Rimba , sulla costa meridionale di Giava si scatenó un violentissimo temporale tropicale .
Nubi , esauste di trasportare il peso dell'intero Oceano Indiano , s'addensarono al tramonto , oscurandolo come enorme dragone pronto a vomitare il diluvio .
Chi venne sorpreso nelle campagne , non riuscendo a rientrare nel villaggio , cercó rifugio in qualche anfratto roccioso , dove passó la notte intera .
Sutya invece non trovó tempo per raggiungere un luogo sicuro .
Si trovava sulla spiaggia in attesa del marito , uscito a pesca con due suoi fratelli .
Le iniziarono le ultime doglie quando si sentí colpire il viso , umido di vapore e di pianto , da gocce di pioggia , ostili come sassate .
Con un po' d'ignoranza e troppa fiducia , s'illuse di poter resistere fino a che qualcuno la venisse ad aiutare .
In risposta , la Natura , sconvolta al punto da diventare crudele , le rovesció tutto contro , come per cancellare lei , non soltanto le sue orme sulla sabbia .
Cosí Rimba nacque dove capitó , in una pozza scavata dalle onde , ma piena d'acqua caduta dal cielo .
Un modo tanto tribolato d'iniziare a vivere , comporta conseguenze gravi per tutto il resto dell'esistenza terrena .
Non deve stupire , quindi , che il bambino abbia sviluppato debolezze organiche e difficoltá di crescita .
Sul viso , caratterizzato da evidente asimmetria , rimasero segni indelebili dei goccioloni che lo martoriarono all'uscita dal grembo materno .
Macchie pigmentate apparvero anche sul petto , ma non su gambe e braccia dove - peró - con il passare degli anni , cruenti incidenti , contatti con il fuoco e perturbate esplorazioni di scogli rocciosi , lasciarono tracce vistose .
Ma , bilanciando gli effetti d'un aspetto gracile e poco salutare , la sopravvivenza creó in Rimba sentimenti eccezionali di pazienza e comprensione , oltre ad una grande forza morale .
Prima che raggiungesse l'adolescenza , gli veniva giá attribuito un ruolo importante da parte degli abitanti del luogo .
Tutti veneravano la sua saggezza , avvicinandolo spesso per chiedere consiglio .
Rimba rispondeva sempre prontamente , anche quando avrebbe dovuto dedicarsi ad altre occupazioni .
Ma non nascondeva il desiderio di trasfersi dove avrebbe potuto aiutare un numero maggiore di persone .
Appena compiuti 18 anni , dopo aver ricevuto il consenso dai genitori e dal Capo del Villaggio , decise di mettersi in cammino per raggiungere Giakarta .
L'annuncio della sua partenza suscitó un'onda d'emozioni incontrollate che resero il commiato ancor piú gravoso .
Promise di ritornare dopo aver compiuto la sua missione , ma non specificó a nessuno quale fosse e quanto tempo l'avrebbe tenuto lontano .
S'incamminó , da solo , prima dell'alba , una mattina di festa , in modo da scivolare via inosservato .
Portó con sé il minimo necessario : niente cibo né vestiti , solo un paio di ciabatte di ricambio , un bastone , due penne stilografiche ed un libro voluminoso , scritto in una lingua a lui inconprensibile .
L'aveva trovato - insieme ad alcuni coetanei ancora bambini - in una cassa arrivata sulla spiaggia , dopo una tempesta , forse proveniente d'un naufragio .
Gli altri s'impossessarono di tutti gli oggetti di qualche utilitá , lasciando soltanto un ammasso di carta stampata , ammuffita e di colore cangiante , racchiusa in una copertina di vinile blu .
Rimba se ne prese cura come se si trattasse d'una reliquia .
D'allora lo portó sempre con sé , con delicatezza e dedizione , spesso leggendo enfaticamente ad alta voce frasi totalmente inventate .
Un gioco infantile - forse - ma anche - sicuramente - un antidoto efficace in molte situazioni .
Al punto che gli abitanti del villaggio presero l'abitudine d'accostare Rimba non soltanto per chiedergli consiglio , ma , soprattutto , per invitarlo a trovare , nel suo libro misterioso , un brano che si potesse rivelare utile per risolvere qualche grave problema .
Si credeva ciecamente in ció che un bambino , malaticcio dall'aria accidentata , pronunciava , fingendo di leggere parole non scritte nel suo libro .
Pur riconoscendolo come un processo d'illusione collettiva , nessuno mai osó contestarlo .
Furono , anzi , moltissimi i casi in cui s'attribuí " saggezza divina " a consigli dispensati in quel modo , e che finivano sempre per produrre effetti positivi .
Quando lui se ne andó , si diffuse una grande disperazione , come se ormai quel villaggio non potesse piú proteggersi contra le difficoltá della vita, e fosse destinato alla disgrazia perenne .
Si cominció ad attenderne il ritorno , con ansia ed un po' di fanatismo .
Ma non arrivarono mai notizie precise , che confortassero ed aiutassero a prevedere il futuro .
Solo si seppe - parecchi anni piú tardi - che Rimba fu accolto malissimo nella grande Cittá .
Poco importa se fu realmente cosí , o se rumori infondati vennnero sparsi da chi , per problemi personali , nutrisse odio o gelosia contro chiunque .
Sicuramente , per quel giovane uomo venuto da fuori , non fu facile aggiustarsi ad un ambiente , dove imperano egoismo e materialismo , ed i rapporti umani sono improntati , quasi esclusivamente , all'interesse economico .
Soprattutto perché si trovó senza alcuna protezione .
Dipese dalla caritá altrui , sforzandosi di indirizzare benevole parole , ricche di gratitudine , a chi si degnasse a fornirgli anche solo un piccolo aiuto .
Ma andare oltre , stabilire un contatto piú intimo , si riveló impossibile , almeno fino a quando avvenne un episodio singolare , che suggerí un approccio differente .
In un afoso primo pomeriggio d'Estate , Rimba si trovava nel giardino comunale di Giakarta , dove usufruiva spesso della pace offerta da alberi secolari .
Venne avvicinato da uno sconosciuto , che - peró - dimostró di conoscere il suo nome .
Si sentí chiamare da un'ombra lunghissima , vestita sobriamente con giacca e cravatta .
Un anziano di razza caucasica , di sembianze poco appariscenti e modi piuttosto bruschi .
Rimba , pur incuriosito , finse d'immergersi nella lettura .
In realtá , stava pensando se e come contraccambiare l'attenzione di cui si sentiva bersaglio .
Non ebbe tempo d'elaborare i suoi pensieri per molto .
L'uomo gli strappó il libro dalle mani , esaminó la copertina per un istante , sfoglió alcune pagine a caso , e scoppió immediatamente in una fragorosa risata !
Pronunció anche tre parole poco rassicuranti , un insulto , con il tono che un genitore esasperato userebbe per redarguire un figlio degenere .
Poi - senza attendere risposta alla domanda : « Ma lo sai cosa stai leggendo ? » - continuó , come accingendosi a fare dell'ironia un esercizio letterario :
« Si tratta d'un Manuale di Apicultura , scritto in Russo , lingua che non credo tu conosca .. » .
Gettó il libro senza neppure richiuderlo in direzione d'un cestino dei rifiuti , e se ne andó rapidamente come era arrivato .
Da allora la vita di Rimba cambió radicalmente .
Decise che proprio quell'enorme albero Banyan sotto il quale si trovava , sarebbe diventato la sua casa permanente .
Non si spostó piú da lí , se non in casi eccezionali .
Si lasció avvicinare da tutti , ed a tutti forní una buona parola di speranza , che sempre finse di leggere in quel libro antico dalla copertina blú .
Chi venne sorpreso nelle campagne , non riuscendo a rientrare nel villaggio , cercó rifugio in qualche anfratto roccioso , dove passó la notte intera .
Sutya invece non trovó tempo per raggiungere un luogo sicuro .
Si trovava sulla spiaggia in attesa del marito , uscito a pesca con due suoi fratelli .
Le iniziarono le ultime doglie quando si sentí colpire il viso , umido di vapore e di pianto , da gocce di pioggia , ostili come sassate .
Con un po' d'ignoranza e troppa fiducia , s'illuse di poter resistere fino a che qualcuno la venisse ad aiutare .
In risposta , la Natura , sconvolta al punto da diventare crudele , le rovesció tutto contro , come per cancellare lei , non soltanto le sue orme sulla sabbia .
Cosí Rimba nacque dove capitó , in una pozza scavata dalle onde , ma piena d'acqua caduta dal cielo .
Un modo tanto tribolato d'iniziare a vivere , comporta conseguenze gravi per tutto il resto dell'esistenza terrena .
Non deve stupire , quindi , che il bambino abbia sviluppato debolezze organiche e difficoltá di crescita .
Sul viso , caratterizzato da evidente asimmetria , rimasero segni indelebili dei goccioloni che lo martoriarono all'uscita dal grembo materno .
Macchie pigmentate apparvero anche sul petto , ma non su gambe e braccia dove - peró - con il passare degli anni , cruenti incidenti , contatti con il fuoco e perturbate esplorazioni di scogli rocciosi , lasciarono tracce vistose .
Ma , bilanciando gli effetti d'un aspetto gracile e poco salutare , la sopravvivenza creó in Rimba sentimenti eccezionali di pazienza e comprensione , oltre ad una grande forza morale .
Prima che raggiungesse l'adolescenza , gli veniva giá attribuito un ruolo importante da parte degli abitanti del luogo .
Tutti veneravano la sua saggezza , avvicinandolo spesso per chiedere consiglio .
Rimba rispondeva sempre prontamente , anche quando avrebbe dovuto dedicarsi ad altre occupazioni .
Ma non nascondeva il desiderio di trasfersi dove avrebbe potuto aiutare un numero maggiore di persone .
Appena compiuti 18 anni , dopo aver ricevuto il consenso dai genitori e dal Capo del Villaggio , decise di mettersi in cammino per raggiungere Giakarta .
L'annuncio della sua partenza suscitó un'onda d'emozioni incontrollate che resero il commiato ancor piú gravoso .
Promise di ritornare dopo aver compiuto la sua missione , ma non specificó a nessuno quale fosse e quanto tempo l'avrebbe tenuto lontano .
S'incamminó , da solo , prima dell'alba , una mattina di festa , in modo da scivolare via inosservato .
Portó con sé il minimo necessario : niente cibo né vestiti , solo un paio di ciabatte di ricambio , un bastone , due penne stilografiche ed un libro voluminoso , scritto in una lingua a lui inconprensibile .
L'aveva trovato - insieme ad alcuni coetanei ancora bambini - in una cassa arrivata sulla spiaggia , dopo una tempesta , forse proveniente d'un naufragio .
Gli altri s'impossessarono di tutti gli oggetti di qualche utilitá , lasciando soltanto un ammasso di carta stampata , ammuffita e di colore cangiante , racchiusa in una copertina di vinile blu .
Rimba se ne prese cura come se si trattasse d'una reliquia .
D'allora lo portó sempre con sé , con delicatezza e dedizione , spesso leggendo enfaticamente ad alta voce frasi totalmente inventate .
Un gioco infantile - forse - ma anche - sicuramente - un antidoto efficace in molte situazioni .
Al punto che gli abitanti del villaggio presero l'abitudine d'accostare Rimba non soltanto per chiedergli consiglio , ma , soprattutto , per invitarlo a trovare , nel suo libro misterioso , un brano che si potesse rivelare utile per risolvere qualche grave problema .
Si credeva ciecamente in ció che un bambino , malaticcio dall'aria accidentata , pronunciava , fingendo di leggere parole non scritte nel suo libro .
Pur riconoscendolo come un processo d'illusione collettiva , nessuno mai osó contestarlo .
Furono , anzi , moltissimi i casi in cui s'attribuí " saggezza divina " a consigli dispensati in quel modo , e che finivano sempre per produrre effetti positivi .
Quando lui se ne andó , si diffuse una grande disperazione , come se ormai quel villaggio non potesse piú proteggersi contra le difficoltá della vita, e fosse destinato alla disgrazia perenne .
Si cominció ad attenderne il ritorno , con ansia ed un po' di fanatismo .
Ma non arrivarono mai notizie precise , che confortassero ed aiutassero a prevedere il futuro .
Solo si seppe - parecchi anni piú tardi - che Rimba fu accolto malissimo nella grande Cittá .
Poco importa se fu realmente cosí , o se rumori infondati vennnero sparsi da chi , per problemi personali , nutrisse odio o gelosia contro chiunque .
Sicuramente , per quel giovane uomo venuto da fuori , non fu facile aggiustarsi ad un ambiente , dove imperano egoismo e materialismo , ed i rapporti umani sono improntati , quasi esclusivamente , all'interesse economico .
Soprattutto perché si trovó senza alcuna protezione .
Dipese dalla caritá altrui , sforzandosi di indirizzare benevole parole , ricche di gratitudine , a chi si degnasse a fornirgli anche solo un piccolo aiuto .
Ma andare oltre , stabilire un contatto piú intimo , si riveló impossibile , almeno fino a quando avvenne un episodio singolare , che suggerí un approccio differente .
In un afoso primo pomeriggio d'Estate , Rimba si trovava nel giardino comunale di Giakarta , dove usufruiva spesso della pace offerta da alberi secolari .
Venne avvicinato da uno sconosciuto , che - peró - dimostró di conoscere il suo nome .
Si sentí chiamare da un'ombra lunghissima , vestita sobriamente con giacca e cravatta .
Un anziano di razza caucasica , di sembianze poco appariscenti e modi piuttosto bruschi .
Rimba , pur incuriosito , finse d'immergersi nella lettura .
In realtá , stava pensando se e come contraccambiare l'attenzione di cui si sentiva bersaglio .
Non ebbe tempo d'elaborare i suoi pensieri per molto .
L'uomo gli strappó il libro dalle mani , esaminó la copertina per un istante , sfoglió alcune pagine a caso , e scoppió immediatamente in una fragorosa risata !
Pronunció anche tre parole poco rassicuranti , un insulto , con il tono che un genitore esasperato userebbe per redarguire un figlio degenere .
Poi - senza attendere risposta alla domanda : « Ma lo sai cosa stai leggendo ? » - continuó , come accingendosi a fare dell'ironia un esercizio letterario :
« Si tratta d'un Manuale di Apicultura , scritto in Russo , lingua che non credo tu conosca .. » .
Gettó il libro senza neppure richiuderlo in direzione d'un cestino dei rifiuti , e se ne andó rapidamente come era arrivato .
Da allora la vita di Rimba cambió radicalmente .
Decise che proprio quell'enorme albero Banyan sotto il quale si trovava , sarebbe diventato la sua casa permanente .
Non si spostó piú da lí , se non in casi eccezionali .
Si lasció avvicinare da tutti , ed a tutti forní una buona parola di speranza , che sempre finse di leggere in quel libro antico dalla copertina blú .
3 commenti:
Rimba potrebbe essere uno qualsiasi di noi...
In realtá , ser , Rimba È uno qualsiasi di noi .
Non possiede nessun potere speciale e neppure si puó definire particolarmente intelligente .
Pensa sempre agli altri , peró , mentre noi ce ne dimentichiamo spessissimo .
Ringrazio per l'apprezzamento , Dome57 , ma ti faccio notare come i personaggi che citi rappresentino sfaccettature d'una Spiritualitá ch'é presente in tutti noi .
Quindi non sono autobiografici .
Io c'entro soltanto perché incanalo verso di voi il loro messaggio !!
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