venerdì 25 gennaio 2013

NON SONO PIÚ LA PUTTANA !!!










È passato un mese dal Natale .
Durante questo periodo non sono apparsa qui , non ho pubblicato nulla .
Non perché fossi " in-vacanza " , o avessi perso interesse in questo mezzo di comunicazione .
Ho utilizzato la pausa che mi sono concessa , chiedendomi come trasformare , evolvere , il modo d'esservi utile .
So che un Blog é un mezzo poderoso , raggiunge molte persone e puó influenzarle .
Quindi - assumendomi la responsabilitá dei contenuti - mi rendo conto che devo sempre cercare di proporre  idee innovatrici e rigeneranti .
Ultimamente le mie situazioni esistenziali sono mutate  .
Non si tratta - peró - d'un cambio di direzione radicale .
In apparenza , le situazioni della mia vita attuale non differiscono da quelle che ho spesso descritto , qui , in passato .
Continuo ad essere una Escort , mi faccio pagare per fare sesso con estranei .
Anche se non provo rimorsi , né mi sento sminuita dai giudizi di chi non mi conosce profondamente , devo ammettere che m'é necessario mentire spesso , raramente posso rivelare i miei pensieri in modo trasparente .
Sono dunque prigioniera del mio personaggio e vincolata alle circostanze ?
La risposta é semplice .
Rappresenta un punto fulcrale di un processo che mi coinvolge totalmente , costituisce la grande novitá che intendo comunicarvi ora .
In tutta sinceritá , e facendo uso della consapevolezza che deriva da profonda presa di coscienza , vi dico che NON MI IDENTIFICO PIÙ CON IL MIO " LAVORO " !! 
Il mio segreto é tutto qui .
I risultati sono sorprendenti : allegra d'esistere , affronto la vita d'ogni giorno con calma , senza lasciarmi sopraffare dalle difficoltá .
So con certezza che , la percezione di gravitá che accompagna i cosiddetti problemi , é , spesso , la conseguenza del nostro desiderio inconscio di soffrire . 
Se riesco a vedermi " da-fuori " - come la protagonista d'un Film - tutta la scena perde quella drammaticitá che , prima , mi provocava stati ansiosi .
Osservo , cosí ,  l'esistenza dell'Ego , quell'entitá che dettava l'Agenda dei miei comportamenti .
Lo smaschero , rivelo a me stessa - alla mia Coscienza - la necessitá di neutralizzarlo , di togliergli il comando .
È un trucchetto banale , ma estremamente efficace .
In sostanza - Care Amiche & Amici - io NON SONO PIÙ LA PUTTANA , come non sono nemmeno la scrittrice , la dottoressa o la fancazzista ...
ESISTO , e basta  !
I ruoli che la Societá ci attribuisce , i lavori che accettiamo d'eseguire - se percepiti come un fine e non un mezzo - sono creazioni per sfruttarci , per inserirci , come ingranaggi , in un sistema , da cui sia impossibile scappare .
Se rifiutiamo la logica perversa di questa mascherata generale , allora ci resta l'essenziale , la nostra libertá ed indipendenza .
Fatemi un favore :
provate ad osservare le situazioni di vita con maggiore distacco , non prendetevi troppo sul serio !
Siamo pronti ad uscire tutti dal Labirinto che la mente ci crea ?













21 commenti:

EnDor Love ha detto...

Certo ! siamo pronti ! Via !
..e a te Auguri per il tuo nuovo viaggio ! E goditi quello che sei !!

Essere? Non essere?

UIFPW08 ha detto...

C'è sempre un punto di partenza nella vita da cui iniziare a sorridere..
Basto solo volerlo.

Minerva ha detto...

Sì, lo siamo :-)
Ti bacio.

LED ha detto...

Bene , allora siamo almeno in 4 ...

Essential Ramblers Pensiero diverso ha detto...

Liberissima. La piena consapevolezza di ciò che si fa è fondamentale

mas ha detto...

E' sempre difficile uscire dai propri labirinti. Forse la cosa più importante è riuscire a non farci condizionare da essi

MG ha detto...

Distacco...distacco.... distacco... ok non mi rimane difficile, anzi.
Il guardami è un "esercizio" che conosco fin troppo bene. C'è un rischio alla lunga nel sorridere di se stessi, nel guardasi con distacco, si rischia di perder il contatto la parte emotiva...

C.k. ha detto...

Ma scusa e perchè mai uno dovrebbe identificarsi con il lavoro o la professione che fa?
Io almeno non l'ho mia pensato forse perchè vivo da sempre un lavoro che sento non mio. Voglio dire che mi sento "prestato" al lavoro che faccio. Ma io sono ben altro!
Altrimenti con queste misere "identificazioni" finiremmo per considerarci noi stessi strumenti del lavoro che facciamo, mentre io affermo con orgoglio che la persona
non è mai un lavoro.
Una persona è un universo intero in continua espansione/evoluzione e confina temporaneamente con un qualcosa che definiamo "lavoro".
Ed essendo convintissimo di questo, non ho alcuna difficoltà a condividere la tua impostazione. Tu sei tu e il lavoro che fai è altro da te. La consapevolezza credo sia fondamentale per non ridurre noi stessi a "cose" o a funzioni.

Una colta che parti da questo presupposto certo che ti senti più leggera e vivi tutto con un altro tipo di approccio. Mantenere una propria liberà interiore lontana dai pregiudizi e dalle banalità che si sentono in giro è la chiave di volta per avere un concetto di sè davvero vasto. Pure io posso trovarmi a scrivere, oppure a fare l'agricoltore, o il turista, il consulente finanziario o il pittore piuttosto che l'appassionato di fotografia o lo Psicologo, ma mai mi verrebbe in mente di identificarmi semplicemente con una mia occupazione che è sempre temporanea e parziale. Felice di essere sbarcato da queste parti, in questa tua "casa" virtuale che ovviamente non ti contiene.
Piuttosto direi che sei tu che contieni lei. :-))
Un caro saluto
Carlo

LED ha detto...

Ognuna/o apporta il suo contributo importantissimo qui !!
Anche soltanto leggendo i miei scritti : é un modo di confrontarci insieme con realtá che possono rivelarsi fondamentali in questa nostra esistenza terrestre ...
Peró , quando ricevo un commento come quest'ultimo - di Carlo - ovviamente mi sento moolto gratificata , mi sembra d'aver raggiunto quello che mi ripropongo qui .
Vedi , Caro Carlo , condivido pienamente quanto affermi in modo tanto chiaro ed esauriente !
Sappi - peró - che tu appartieni ad un'esigua minoranza : non tutti gli abitanti di questo Pianeta inferiore hanno raggiunto il tuo livello di coscienza ... PURTROPPO !!

Lombardo ha detto...

lavorare alla Fiat, in catena è peggio è meglio?
Fin dei conti ognuno sceglie per vivere quel che gli sembra meno peggio, vendendosi sempre un po'.
Quando entri in contatto con qualcuno, occorre pensare come fregargli un po' di soldi con la minor fatica possibile. La vita è questa, dal condor all'orca assassina.

LED ha detto...

Mio Caro Lombardo , come vedi pubblico senza problemi il tuo commento !
Rispetto totalmente la tua opinione e ti ringrazio per averla espressa qui .
Ti dico - peró - che non corrisponde alle mie convinzioni .
A differenza degli animali , che solo rispondono all'istinto , noi esseri-umani siamo liberi d'agire secondo la nostra Coscienza .
Quindi , qualunque sia il lavoro in questione , é importante che ci si senta soddisfatti eseguendolo .
In Catena-di-montaggio ( ma esiste ancora .. non é tutto automatizzato ormai ?? ) o altrove , se ci mettiamo dentro entusiasmo ed attenzione , raccoglieremo soddisfazione e gratitudine di chi ci stará a contatto .
Altrimenti , se l'unica nostra motivazione sono i soldi , temo che il risultato sará estremamente frustrante .. :-((

Taz! ha detto...

Eccoci... ciao!
Come vedo, continui il tuo viaggio verso una consapevolezza più profonda di ciò che sei e ciò che fai quotidianamente... bene!
Rimango del parere che stai facendo sia i giusti passi, sia le giuste osservazioni, che le giuste domande.
A questo punto, credo che nulla ti impedirà di comprendere questo piccolo estratto, che centra esattamente il nocciolo della tua stessa questione (che è di importanza fondamentale secondo me).
Te lo lascio con il cuore e nella speranza che possa continuare a spingerti... spingerti a chiederti e a scoprire. La "I" indica il visitatore, la "M" invece indica il saggio. Buona lettura!
"I.: Ogni giorno, al risveglio, il mondo si mostra a noi. Da dove ci viene quell'esperienza?
M.: Prima che qualcosa si mostri, dev'esserci qualcuno cui mostrarsi. Ogni apparizione e sparizione presuppongono un mutamento su uno sfondo immutabile.
I.: Prima di svegliarmi, non ero cosciente.
M.: In che senso? Perché non lo ricordi o perché non l'hai provato? Anche senza coscienza, non c'è forse esperienza? Puoi esistere se non lo sai? Un vuoto nella memoria è una prova di non-esistenza? Puoi parlare della tua non-esistenza come di un'esperienza vera e propria, o sostenere la non-esistenza della mente durante il sonno? Se ti chiamano, sei subito sveglio, e la tua prima percezione non è forse l'"io sono"? Perciò un qualche seme di coscienza deve pur annidarsi nel sonno o nel deliquio. L'esperienza del risveglio scorre così: "Io sono... un corpo... nel mondo". In realtà non sono tre percezioni distinte e susseguenti, ma una sola e complessiva, quella di avere un corpo nel mondo. Può esserci l'"io sono" senza qualcuno che lo riconosca?
I.: Si è sempre qualcuno, con i suoi ricordi e abitudini. Non conosco altri "io sono" al di fuori di me.
M.: Forse c'è qualcosa che t'impedisce di conoscere. Quando ignori una cosa nota ad altri, come procedi?
I.: Mi faccio guidare da loro, per risalire alla fonte di ciò che sanno.
M.: Non ci tieni a sapere se sei solo un corpo o qualcos'altro, o magari niente del tutto? Non vedi che i tuoi problemi sono tutti del corpo - cibo, vestiario, casa, famiglia, amicizie, posizione, fama, sicurezza, sopravvivenza - e che diventano subito irrilevanti appena ti rendi conto che non puoi essere solo il corpo?
I.: Che cosa ci guadagno a saperlo?
M.: Anche dire che non sei il corpo non è esatto. In un certo senso sei tutti i corpi, i cuori e le menti, e molto di più. Scava nell'"Io sono", e troverai. Come fai a ritrovare una cosa smarrita o dimenticata? La tieni in mente finché non riaffiora. Il primo a emergere è il senso di essere, l'"Io sono". Domandati da dove viene o osservalo quieto. Quando la mente s'installa nell'"Io sono" senza muoversi, entri in uno stato di cui puoi solo dire che ci sei dentro. L'unica è allenarsi continuamente. Dopotutto l'"io sono" è sempre con te; non lo cogli perché gli hai sovrapposto una quantità di cose: corpo, sentimenti, pensieri, idee, proprietà interne ed esterne, e così via. Sono tutte auto-identificazioni infedeli. Per causa loro, ti prendi per quello che non sei.
FINE PRIMA PARTE

Taz! ha detto...

SECONDA PARTE

"I.: Ma allora, chi sono?
M.: Non ti serve sapere chi sei, ma che cosa non sei. Infatti, se per conoscenza s'intende una descrizione a partire da ciò che è già noto, sia in senso fisico che concettuale, non può esserci la cosiddetta autoconoscenza, visto che ciò che sei è descrivibile solo come totale negazione: "Non sono questo, non sono quello". Affermare "Questo è ciò che sono" non ha senso, perché se lo indichi, non puoi essere tu1. Niente di percepibile o immaginabile coincide con te e tuttavia, se non ci sei, non può esserci né percezione, né immaginazione. Il cuore sente, la mente pensa, il corpo agisce, e tu li osservi; l'atto stesso di osservare mostra che non sei le tue percezioni, benché non ci sia percezione o esperienza senza di te. Un'esperienza deve "appartenere". Qualcuno dovrà venire a rivendicarla come sua. Senza lo sperimentatore, un'esperienza non è reale, è lui che le dà realtà. Un'esperienza preclusa, a che vale?
I.: La coscienza di essere l'"Io sono", lo sperimentatore, non è a sua volta un'esperienza?
M.: Certo, ogni cosa sperimentata è un'esperienza, e in ogni esperienza è presente chi la fa. La memoria crea l'illusione della continuità. Di fatto, per ogni esperienza c'è uno sperimentatore, e il senso dell'identità è implicito in tutte le relazioni sperimentatore-sperimentato, come il fattore costante che le accomuna. Sia l'identità che la continuità variano. Come ogni fiore ha il suo colore, ma tutti i colori dipendono dall'unica luce, così molti sperimentatori trapelano nella consapevolezza, che è una e indivisa. La memoria li fa diversi; l'essenza, identici. Questa essenza è la radice e il fondamento di ogni esperienza, la sua perenne "possibilità" fuori dello spazio e del tempo.
I.: Come la ottengo?
M.: Non ti occorre ottenerla perché sei già essa. Si manifesterà non appena gliene darai l'occasione. Smetti di dipendere dall'irreale, e il reale rientrerà sofficemente in sé; smetti di immaginare che sei o che fai questo o quello, e scoprirai che la fonte e il fulcro di tutto è dentro di te. A quel punto amerai, e sarà un grande afflato, senza scelta, predilezione o attaccamento, la forza che rende tutte le cose care, e degne d'amore."

Ovviamente questa è soltanto una piccolissima parte di tutto il discorso, presa di corsa tra una cosa ed un altra. C'è ancora molto da aggiungere, ma di certo è sicuramente un buon inizio su cui riflettere.. spero che tu non perda mai la tua sana curiosità in merito!

Un abbraccio, alla prossima!
Il solito lettore affezionato! :)

LED ha detto...

Il tuo contributo , Caro Taz! , giunge al momento e nel modo piú opportuno !!
Quello che sinceramente spero é che , oltre ad incamminare me - che sono giá particolarmente in sintonia - costituisca un aiuto per tutti coloro che leggono questo Blog .
L'estratto che riporti qui esprime con parole chiarissime concetti elementari , ma fondamentali per comprendere significati profondi .
Per favore , fate in modo di appropriarvene !
Grazie !!

Taz! ha detto...

Permettimi un ultima intrusione.. visto che rispondi in tempi record!
Ho passato anni a sperare che più gente possibile (vicina e non) potesse interessarsi a discorsi del genere, perchè ogni problema umano, sia esso fisico e\o mentale, nasce proprio dall'essersi identificati in qualcosa che NON si è. Tutti i problemi rientrano in questa casistica, nessuno escluso. Nel tempo però ho compreso che è inutile instradare o incoraggiare qualcuno.. e i motivi sono diversi. In particolare però posso dire sicuramente questo: è grazie alla grande libertà (che hai e che vivi) che sei arrivata a porti certe domande. La libertà è la chiave per farci arrivare ovunque e darci ogni genere di conoscenza (e consapevolezza). Senza di essa, saresti stata presa da un qualsiasi affare, questione o corrente di pensiero della vita comune.. così come succede per la stragrande maggioranza delle persone. E forse (forse..) solo verso la fine di questa vita ti saresti posta alcune delle domande che adesso ti fai... così come succede a molti altri.
Adesso.. suggerire a qualcuno di credere o anche soltanto riflettere su queste righe, è si un gesto onorevole e mosso da sentimenti positivi (anche rari aggiungerei), ma può (e di solito è) essere controproducente. Per quella che può essere la mia esperienza personale, nessuno su cui "ho voluto agire o intervenire volontariamente" è riuscito davvero a comprendere e\o realizzare quello che stiamo cercando di dirci qui. E non solo: parte di queste persone, pur presi da un'entusiasmo e una voglia iniziale incredibile "di fare", alla fine sono arrivate non solo a disinteressarsi della cosa, ma in certi casi, a convincersi che quello che ultimamente credevano giusto, era solo una mera storiella che li distoglieva dai problemi reali, quelli che possono più o meno derivare da una vita comune (ed è ovvio ed inutile spiegarti in questo caso, quale potesse esser la considerazione verso di me). Insomma, sono (dal mio punto di vista) arrivati a star peggio di prima (se così si può dire), visto che ora si sono completamente convinti di certe cose.
Questo successe perchè, in realtà, non hanno agito in piena libertà. Hanno agito invece sotto l'influenza di qualcuno che credeva di poter dire cosa potesse esser giusto per un suo simile... e la differenza, in questo caso, è enorme.
E' solo nella libertà che ogni cosa può esser portata a compimento. Nella libertà, ogni cosa è libera di nascere veramente.. e successivamente di morire. E' solo tramite questo processo quindi, che abbiamo l'opportunità di conoscere "Realmente" le cose. E' solo quando un idea, un concetto, un sentimento, sono lasciati liberi di fiorire completamente (giusti o sbagliati che siano), che possiamo Realmente assaporare la loro essenza... non prima. Se c'è anche un minimo di scelta, di influenza, di evasione o di fuga, di spinta da parte di qualcosa o qualcuno.. nessuna cosa che è in noi sarà libera di essere quello che E' veramente.. e non capiremo mai qual'è la Reale situazione delle cose.

FINE PRIMA PARTE

Taz! ha detto...

SECONDA PARTE

Guarda il nostro parlarci: io ti leggo da anni, ma non ti ho mai detto queste cose, prima che tu stessa iniziassi a realizzarle "seriamente". E come sei arrivata a domande tanto importanti? Grazie alla libertà che ti sei presa nella vita.. sia sotto il punto di vista mentale, che fisico. Sei voluta uscire fuori dagli schemi forzatamente e coraggiosamente... e nel tempo, in te è affiorata una consapevolezza che non credevi nemmeno di possedere.. e che nulla ha a che fare con la professione che svolgi. Ebbene, anche per tutti gli altri dovrebbe esser così, e anzi.. se così non fosse, non arriverebbero mai a realizzare quello che vorresti dirgli.. per quanto il tuo vero intento sia davvero questo. Le parole purtroppo sono solamente dei simboli.. quello che vivi tu stessa, le tue sensazioni, percezioni ed emozioni, per quanto brava tu possa essere a scrivere ed a spiegarti, non sono altro che pallide imitazioni di quello che provi realmente dentro. Solo una persona che ha già vissuto (o che vive) quello che stai vivendo adesso, può "veramente" comprendere quello che dici... perchè in realtà è di una profondità spaventosa.. e più ti interesserai alla cosa, più ti accorgerai che è tanto profonda da non possedere nemmeno una fine.. sembrerà costantemente più come un qualcosa "sempre nuova pur essendo la stessa"... (su questo potremmo parlarne molto).
Cerca di non fraintendermi: il mio non è un ammonimento! Se tutti avessero buoni propositi come i tuoi, probabilmente il mondo sarebbe di gran lunga diverso! Ma non posso non confessarti quanto in passato abbia sofferto, proprio per aver preso le cose in questo modo. Ed ecco, adesso se posso, con tutto il cuore, questa esperienza\violenza io vorrei risparmiartela!
Preoccupati in primis di te, che sei la cosa più importante (cercando di non fraintendere questa mia affermazione)! Tutto il resto "verrà spontaneamente". Così come spontaneamente sei arrivata a certe riflessioni (e sempre spontaneamente ti sei rivelata ai miei occhi), spontaneamente "arriverà" a chi avrà il bisogno di questa "consapevolezza". Sarai un magnete per certe persone, anche senza pronunciar una singola parola.. così come già succede per altri ambiti (tipo il tuo ultimo post, dove hai di nuovo visto giusto).
La spontaneità e la libertà sono come due sorelle che girano sempre per mano e si manifestano contemporaneamente. Al mancar di una, manca anche l'altra, e viceversa.
Senza di loro, nulla ha veramente un valore.. e tu ne sei una prova vivente!

Con Affetto e stima,
TAZ!

Ps: se posso permettermi di urlarlo, non è che "non sei più la puttana".. non sei MAI stata "la puttana"!!! :)

Ancora ciao!

LED ha detto...

Recentemente , quando leggo qualcosa che giudico interessante , sai cosa mi dico , Taz! ?? : .. « Que assim seja - che cosí sia » !!
Ecco questa é anche la mia risposta ai tuoi consigli/elucubrazioni .
Li condivido , sono conscia di muovermi in " terreno minato " ..
Di certo non mi ripropongo di cambiare il Mondo con i miei scritti e nemmeno con il mio esempio .
Ma credo , sinceramente , di poter offrire un piccolo contributo : lo stesso che forniscono le nervature d'una foglia di platano , o una stella che brilla lontana milioni-d'anni-luce ... :-0
E adesso lasciamo che sia qualcun'altro a contraddirci , OK ??

BAACIO !!

Anonimo ha detto...

PURTROPPO NON FUNZIONA COSI', OGNUNO E' CIò CHE FA, SE NON VUOI PIU' SENTIRTI PUTTANA , SMETTILA DI FARLA! SE LO VUOI . PUOI
DAVIDE

Taz! ha detto...

Ognuno è ciò che fà soltanto se si identifica erroneamente con quello che stà facendo... e questo sbaglio sull'identificazione di noi stessi, dà vita a qualsiasi genere di problema nel mondo, "conosciuto e non" (qualsiasi sofferenza e dolore parte da qui).

Non è di certo cosa semplice da spiegare, ma nemmeno impossibile da compredere.. c'è da chiedersi: io chi sono veramente? Sono il mio corpo e\o la mia mente e\o le mie emozioni... o niente di tutto questo? Praticamente l'attenzione cade su un problema che ogni essere umano (in realtà) dovrebbe porsi, ancor prima di vivere la propria vita.

Per quanto riguarda il corpo però, è presto detto: possiamo contrallare una (e anche una soltanto...) funzione biologica e\o naturale del nostro corpo? Possiamo decidere quando aver fame e quando non averla? Quando far crescere i capelli e quando no? Quando sentire la fatica e quando esser pieni di forza? In realtà non possiamo decidere nulla di tutto questo e di tutto quello che il nostro corpo potrebbe fare e aver bisogno. Non abbiamo controllo alcuno delle sue funzioni, nemmeno delle più piccole, se non al limite, il saper e poter sollecitare alcune di esse.
Quindi.. come potremmo mai pensare di essere realmente il corpo?

Inoltre.. solo quando troveremo l'unica cosa che non possiamo "osservare", saremo finalmente al cospetto dei Veri noi stessi. Perchè l'osservazione richiede in primis che ci sia un osservatore e un osservato.. quindi, due cose distinte e separate, dove una delle due riesce ad osservare l'altra (proprio perchè esiste un distacco). E se lo si può osservare allora, non si può essere quello. E' solo quando non ci sarà più nulla da osservare che capiremo realmente chi o cosa siamo..

Saluti, Taz!

Anonimo ha detto...

Sai Carla forse non lo sei mai stata nel tuo intimo..
giustamente tu dici che non ti identifichi ed è corretto..una volta uscita dal letto, dall'albergo togli la maschera e ritorni ad essere TU.
certo che il bagaglio di VITA, di esperienza non lo butti..lo riusi, lo recicli elucubrando pensieri e concetti e non può essere diversamente..Come tutti noi l'operaio, il professionista, il poliziotto, il prete ecc..

kovalski ha detto...

fondamentale differenza tra fare ed essere.