martedì 8 settembre 2020

L'INGORDIGIA DI SGUAIATE VOCI








L'ingordigia di sguaiate voci, racchiuse in scatoloni di cielo, accompagna sempre le sincopate cadenze d'una loquacitá senza tempo.
Come germogli teneri di appiccicosi intenti, ovattate rinunce di frammenti cadenzati, solcano prismi intraprendenti ed ansimanti enigmi.
Evidenziando retrogusto contaminato, s'abbarbicano tra approcci spigolosi. volteggiano sbiadite evoluzioni, distraggono arroventate consuetudini.
Ostentano piume arruffate, destinate a contraffare temperamenti nodosi, che ribollono in scenografie addestrate ad ingoiare le linee sghembe, che, orizzonti dislettici, tracciano sui connotati di chi s'avventuri a ciacolare al vento.
Potessero alimentare le bocche di fiordalisi meccanicamente aggrappati a slavine ribelli all'autoritá di ricordi ringalluzziti da rituali velenosi, assottiglierebbero l'essenza di ricami ansimanti di vertigine, sfuggirebbero all'incertezza che implode plasma nel crepitio di profanate riflessioni ed apatici passi di valzer.








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