mercoledì 9 settembre 2020

IN UN LEMMA DI PRAMMATICO DILETTO









È in un lemma di prammatico diletto, che tristezze intorpidite incorporano peduncoli di discostata solitudine.
Riaffiorano, cosí, prodighi contrasti, sobillati dall'evanescenza di variopinte schegge e pretenziose saghe emotive.
Il loro spessore incorporeo, ne rabbuia la sbornia prematura, confezionando primordiali allusioni in cangianti movenze di mistero.
Tinteggiano cadenze dilatate, depravandole nella penombra adulatrice, che ergono da boccheggianti densitá, sospinte in modo irriguardoso.
Iniettano fatalitá pugnaci, diluendo il corteo altero di sonoritá discordi e sobbalzi intermittenti, che procede sul pavimento levigato da cospicui inganni ed intemperie odorose, mantenendosi in equilibrio estremamente precario.
Ricorrono ad inventati bisbigli per recitare scene di auto-commiserazione, stancano, con carezze addestrate, l'impeto di parabole e metamorfosi, annegandole in risacche artificiosamente adornate con adunchi detriti di fragilitá enfatiche e struggenti.





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