sabato 31 agosto 2019

SI TAGLIEREBBERO LA TESTA D'UN SOL COLPO...






Lo sguardo introspettivo percorre umidi e tortuosi cunicoli, alla ricerca del segreto antro dove si confinano le sacerdotesse dell'altro tempo, con le quali costruisce folgoranti temperamenti di consapevolezza divina.
Ma, coloro che focalizzano la vista soltanto su ostacoli che inerpichino il cammino, finiscono per disorientarsi, ed inciampano nei loro propri piedi.
Ricorrono a maschere d'ardesia e scudi pesantissimi per repellere l'accecante impatto delle veritá.
S'impegnano a proiettare immagini su ogni superficie che le possa riflettere, senza preoccuparsi di contrastare le ombre del giardino proibito, si muovono a ritroso dando le spalle ai guardiani diligenti che coltivano le brume del mattino.
Si taglierebbero la testa d'un sol colpo, per sottrarsi al compito di guardarsi dentro.


giovedì 29 agosto 2019

ESTROMESSA PER AVER OSATO ECHEGGIARE






Percorre strade in salita e scalinate di pietra imbarazzata ma iridescente, ravviva l'aspetto dei prati che si mascherano nel trambugio pervasivo di luci surreali, avvolge il soffio di chi attende l'autobus da mesi, gocciola dalle ferite come miele appiccicoso che traspiri dalla mente, unguento che calma e dilata, accompagna di rassegnazione dolce la malinconia delle prime ore del mattino, é la canzone che tutti conoscono ma nessuno osa intonare.
Melodia inafferrabile, sussurro di corrispondenze misteriose, insinua aspettative insistenti, vortici di quiete momentanea e deliri insoddisfatti, trasfigura facciate di palazzi del settecento, s'inserisce rinvigorando il quadro di stoffe aderenti su cosce giubilanti, adduce gioia purissima e delicatezza inesprimibile in coloro che si dedicano ad udirla.
Stempera un languore segreto nelle ubicazioni piú inusitate, facendo credere d'aver raggiunto la casa dell'altro sole, quello che colora l'anima nel buio della sera.
Se questa musica vi s'insinua nel cuore, come avviene per molti milioni di persone, lasciate che ve lo spezzi in due, che sia sangue del vostro sangue, vertebra di pensieri rotondi, inebriati dell'amore che non dá tregua, che cammini suonando zampogne, imprimendo al cervello briciole argentate, come durante quei banchetti da cui é stata temporaneamente estromessa per aver osato echeggiare fuori dal portone principale.

mercoledì 28 agosto 2019

DIVERSI.






Tra le rocce che fiancheggiano l'angusto cunicolo dei desideri insoddisfatti, s'annidano tutti coloro che non corrispondono ai canoni stabiliti da autoritá rivestite d'unguenti soporiferi.
Cercano cosí di non venire individuati, e di sfuggire alla persecuzione in atto contro chi si rifiuta di farsi intrappolare dai recinti del pregiudizio.
S'aggirano titubanti e guardingi, vestiti come funghi mimetici o gnomi, intenti a preservare la foresta dagli effetti delle esclissi lunari e di speculazioni edilizie derivanti dal malumore commerciale. 
Provo per lo loro gli stessi sentimenti che mi suscitano immagini d'ingombranti imbarcazioni, confinate nello stagno dei miasmi imperituri, o impedite di spiegare le vele contro i venti di primavera.

sabato 24 agosto 2019

LE SPIRALI VISITATRICI.






Oltre la soglia del nostro udibile, minimamente percettibili nel marasma della memoria, le spirali visitratrici, composte di resistenza elastica e sinuosi rituali di lentezza, si ritrovano quando si rende necessario incominciare una nuova storia, cullandola nella dinamica che s'accende come pulviscolo d'incenso, direzionando fumo sempre verso il basso.
Si sistemano, allungandosi su materassi di gomma semi-sgonfi, prima di cercarsi in un abbraccio,  invisibile se la nebbia s'addensa nella sfera floscia circostante.
Intricano puntini che s'accendono in successione, nella sequenza ritmica originata dove il cammino s'é interrotto bruscamente, dando l'impressione di sfumare, con il tocco delicato di pensieri mascherati, la luce che si snoda, arrapincandosi e scalciando sassi verso l'alto.
Rispondono, con trilli vivaci, a saluti sparsi sul terreno della mente, incamminando ogni evento emozionale verso la battaglia della sopravvivenza, che rende l'esistenza stimolante, degna dell'attenzione individuale e collettiva.
Con sguardo intelligente, osservano, scuotendosi, il moto ondulatorio che imprimono ai mondi, aiutandosi con corde, a trainare assi troppo larghe e pesanti per finire tra sacchetti di sabbia.
Ed, arrivando davanti al cancelletto che preclude l'accesso alla scala dei ricordi, declamano, con voce querula, che si ascende a gradi, prima dondolando appena, poi galleggiando senza peso, ed infine spiraleggiando incessantemente.


mercoledì 21 agosto 2019

TUTTI AMMALATI...









Nel periodo storico attuale, le forze imperiose incaricate della dominazione si vedono costrette a riprogrammare importanti strategie.
Infatti, in nessuna circostanza é piú giustificabile la schiavitú fisica perpetrata direttamente.
Si devono, quindi, escogitare maniere che producano gli stessi effetti di quei meccanismi illeciti, che hanno tanto marcato la Storia, ma che presentino connotati socialmente accettabili.
Preferibilmente, conviene trasmettere all'opinione pubblica la nozione che ogni misura imposta, invece di costituire una repressione dell'individualitá personale, sia strumento necessario per attingere significativo miglioramento delle condizioni esistenziali d'ogni essere umano.
Con l'avvallo di quella comunitá scientifica, disposta ad asservirsi in cambio del riconoscimento ufficiale della propria importanza, risulta estremamente facile condizionare l'inconscio collettivo ed indirizzarne il comportamento.
È in simposi e congressi, a cui partecipano rinomati esperti, medici e professori, che, utilizzando ricerche di portata estremamente limitata, vengono definiti i parametri caratteristici di qualsiasi malattia.
In base a tali studi, ed alla opinabile estrapolazione di dati statistici, risulta che siamo tutti affetti da patologie importanti.
Non a caso, chi s'incarica di definire gli elementi per diagnosticarle, é anche chi elabora le cure e fornisce i farmaci per combatterle.
Viene consigliato a tutti di sottoporsi regolarmente a scrupolosi esami ed analisi, prima ancora che insorga qualche sintomo sospetto, vien fatto credere che un'accorta e tempestiva prevenzione possa risparmiare infiniti guai e sofferenze.
In realtá, si tratta d'uno stragemma per invogliarci ad entrare nella gabbia, con l'illusione che lá dentro ci aspetti il benessere perenne.
Il meccanismo dell'inganno é semplicissimo, applica la legge elementare che regola ogni attivitá commerciale: per aumentare i profitti si deve allargare la base su cui esercitare influenza, e, consequentemente, incrementare il numero dei potenziali clienti.
Applicando criteri arbitrariamente molto ampi, stabiliti per confermare l'esistenza di patologie presenti o future, si "arruolano" eserciti di fedeli consumatori di farmaci e terapie, convincendoli d'essere gravemente ammalati.
Molti dei "reperti anormali", presenti in analisi ed esami a cui ci sottoponiamo, invece d'essere indicatori di potenziali problemi, come ci viene fatto credere da chi ha interesse a spaventarci, costituiscono significativa conferma che gli aspetti della fisiologia individuale sono cosí molteplici e variati, ch'é praticamente impossibile ricavarne norme applicabili a tutti.




lunedì 19 agosto 2019

MISCELARE ERBE AROMATICHE NEI MARI DELLA LUNA.






Contrariamente a quanto sembra ovvio ed immutabile, non s'arriva dove tutto assume significato utilizzando il percorso piú corto e diretto. muovendosi come proiettili lanciati in direzione d'un bersaglio che presenti contorni evidenti.
Soltanto danzando intorno al fuoco acceso al centro d'una stanza angusta ed imbrunita, assecondando tamburi e flauti, si supera la distanza che allontana da sé stessi.
Non si prescinda -peró- dal prezioso apporto di chi ci prende per mano, ed aggiunge consapevolezza ai riti di tradizioni troppo spesso stravolte da ricordi inesistenti.
Da tale condivisione vibrante deriva il moto centrifugo che produce l'espulsione d'ogni peso superfluo, rispedendolo alle sue scomode origini.
Si rigenera cosí il grembo morbido dove s'accostava l'esistenza senza ipotecare alcuna libertá.
Ma, per sentirci ancor piú leggeri, lasciamoci guidare dall'idea di miscelare erbe aromatiche nei mari della luna, osservando come miriadi di fiorelli selvaggi avvolgano la biancheria dei luoghi dove si riesce a convivere in pace ed armonia.

mercoledì 14 agosto 2019

CHI GALLEGGIA NELLA SAVANA...






Rifiutano noccioli di pietra, le fauci di felini circospetti, alla ricerca di nutrimento nelle steppe del Serengeti, e solo si schiudono per addentare l'emozione d'un orizzonte infinito.
Allo stesso modo, nel calore salato che evapora dal latte in putrefazione, folle di nomadi e pellegrini annusano la terra bagnata, per riconoscere la provenienza delle cicatrici che ricoprono i corpi di donne sottoposte ad ogni umiliazione.
Si tatuano le caviglie, invece d'imbottire di lana grezza gli stivali d'antilope che sono costretti a calzare.
Camminano uno dietro all'altro, portando a spalla fucili imburrati di miele da vendere al mercato, chiaccherano a gesti, stringendo tra le dita le occhiate brillanti delle acace ed il rumore del frustino, che s'accanisce contro il tronco bianco dell'incenso.
Nella cittá fantasma, i fili elettrici s'attorcigliano in spirali senza senso, ricoprendo di scarabocchi pareti di calce, accovacciate per paura dei venti tropicali.
Chi indossa gonne di pelle di capra a strisce verticali, porta al collo pesantissimi fili di conchiglie gialle e blu; bracciali di rame ed orecchini d'ambra riflettono il colore della crudeltá inferta da frustate sgargianti, almeno fino a quando il distillato di sudore non si tinge del verde brillante con cui il té speziato infonde coraggio ai viandanti.
Da queste distese sconfinate non affiorano ricordi.
Se esiste il tempo, é come la nube bianca che solca il cielo in un istante, o lo scorrere di chi galleggia nella savana, non lasciando orme né tracce del suo passaggio.


lunedì 12 agosto 2019

MUFFE SMODERATE...








È nel buio di soffitte e cantine anguste, o in armadi vetusti mantenuti chiusi da secoli, che si incontrano i paesaggi nascosti di quando i nostri progenitori diventarono adulti.
Lá dentro, si rivivono i tempi in cui fiamme, sputate da fauci fetide di rettili giganteschi, venivano a stanarci, e l'olfatto era l'unico mezzo di soccorso a nostra disposizione.
Imparammo, proprio allora, ad usare la mente per catalogare ogni odore, e collegarlo alla memoria, in modo da poter rispondere adeguatamente ad ogni tipo di pericolo e minaccia.
Annusando ed immagazzinando sensazioni, creammo uno spazio personale per riflettere, dedurre e pensare a soluzioni efficaci.
Cosí, assecondando piú il "fiuto" che l'udito o altri sensi, progettavamo fughe tempestive ed ogni altro genere di attivazioni creative, ancor prima che fosse scrittto il primo capitolo della Storia.
Ancor oggi, pur impegnandoci a deodorare l'ambiente, camuffando ogni fragranza personale che fornisca identitá esclusiva, minuscole molecole possono ricondurci ai luoghi del destino, dove tutti finiscono per ritornare, prima o poi. 
Basta un soffio minuto, o l'alito di due parole, la goccia d'un profumo o l'aroma di ginestre disperso dal vento, per srotolare la mappa del tempo, e permettere che la ricchezza d'informazioni evocate ci spiani il cammino per sempre.



giovedì 8 agosto 2019

UTILE E CAPIENTE.







In tutte le case affittate ad ore per trascorrerci una vita, esiste un locale destinato a custodire delusioni, insulti del destino, eccessi e frustrazioni, oltre a tutti quegli oggetti materiali la cui funzione é tramontata o c'é sconosciuta da sempre.
Potrebbe rivelarsi rispostiglio capiente, dove immagazzinare in buon ordine molte conseguenze esistenziali, ma, per un motivo o per l'altro, spesso evitiamo di utilizzarlo, mantenendolo chiuso a chiave, evitando persino di passarci accanto.
Molti di noi non lo considerano piú utile d'una stanza d'albergo durante i mesi di chiusura, quando é immancabilmente vuota ed inospitale.
Se solo infilassimo dentro qualche parola smodata, quei tovaglioli di carta a cui si affidano tristezza e pianto, una forchetta sdentata ed il suo corrispettivo, pungente quanto la crudeltá d'uno schiaffo avventato, oppure tutta la vendetta e l'orgoglio di chi si sente umiliato, alleggeriremmo altri spazi vitali che rigurgitano parossisticamente.
Ci ostiniamo ad impilare in scaffali di cartone sensazioni sgradevoli, elucubrazioni precoci ed inconsistenti, e qualche pretenzioso.volo di fantasia, che costituisce bagaglio scomodo anche se poco ingombrante, per stiparli nei cassetti della memoria, giá saturati da tempo, asfissiando anche quei pochi sentimenti nobili che vi avevamo sistemato dentro.


lunedì 5 agosto 2019

SACCHI DI RIFIUTI DELLA MENTE...







Se si osserva attentamente il modo di camminare di qualcuno, ci si trova in possesso di tutti gli elementi necessari per decifrare la struttura dei suoi pensieri.
È indubbio che non ci si desloca senza l'apporto della mente, la quale, a sua volta, funziona al meglio quando accompagna direttamente il movimento delle gambe.
Rare sarebbero le eventualitá concesse per avanzare, se fosse precluso l'accoppiamento delle funzioni fisiche con quelle spirituali.
Eppure, il cammino del pensiero, costituisce spesso un fattore imprevedibile, si snoda secondo una logica, che raramente corrisponde a quella che regola ogni altro meccanismo dinamico.
Secondo me, risulta istruttivo riconoscere che, al contrario del moto deambulatorio, quello cogitativo é quasi sempre eccedente, caratterizzato da una iperproduzione di detriti.
Noto che la mole dei pensieri, che spesso soverchia l'esistenza dell'individuo, é tale da rendere necessaria una depurazione, che, di solito, avviene con estrema incuria, svuotando la mente senza chiedersi come e perché, e, cosí, disseminando sacchi di rifiuti idelogici in luoghi inappropriati ad accoglierli.
Di conseguenza, si vive in un mondo i cui autentici connotati scompaiono sotto cumuli di maleodorante lordume, un impasto di pensieri inutili e privi di senso, scartati da chi non sa piú che farsene.