mercoledì 25 dicembre 2019

FESTIVITÁ






Fruttificando, l'albero s'impone di rinascere da sé stesso, crea le premesse per la propagazione eterna.
Allo stesso modo, l'uomo deve approfittare dei meccanismi che generano l'espansione universale, per collocarsi convenientemente in posizione evolutiva.
Ogn'istante dell'esistenza va dedicato a questo proposito.
Ma esistono occasioni specifiche , che richiedono sforzi di maggiore intensitá.
Il periodo ch'accompagna le celebrazioni del cosiddetto Natale, é, probabilmente, l'opportunitá piú sostanziosa per applicare un impegno eccezionale, che permetta d'attingere elevati livelli di consapevolezza ed altruismo.
In tal senso, si puó affermare che, la commemorazione d'una nascita illustre, rappresenta motivo valido per confermarsi sul cammino morale di rigenerazione dello spirito.
S'intenda, quindi, che soltanto la nostra rinascita spirituale puó costituire elemento sufficientemente importante da giustificare tanta celebrazione e gaudio.
Senza il suo apporto, le imminenti festivitá si riducono ad uno show variopinto, che produce lucro materiale, ma non consente alcun guadagno di natura superiore.



venerdì 20 dicembre 2019

QUANDO GLI EFFETTI SOVERCHIANO LE CAUSE.








Quando, nell'ambiente, gli effetti soverchiano le cause, l'identitá cigolante di chi si trovi lí a rappresentarsi, spesso si manifesta con frasi fatte, ripetute ad oltranza, ricavate da ricordi importati d'altri mondi.
E, cosí, ci si nasconde dietro giganteschi paraventi, eretti da energumeni, muti come gorilla pietrificati dall'aviditá dei propri desideri.
Il davanzale ombroso, che s'insinua tra ciliegi curvati da venti innovatori, ed acquedotti dove scorre ancora zucchero filante, accoglie sfere abnormi, che, altrove, apparirebbero come facce contrite, che s'affidano alla clemenza del cielo che le sovrasta.
Ci s'illude di galleggiare come boe, intuendo le ombre spigolose dei pesci che camminano sul fondo, ma, prima o poi, ci si deve arrendere alle correnti imperiose, che spingono verso le cascate dell'orgoglio, dove la vaghezza mentale agisce in modo inesauribile.




martedì 17 dicembre 2019

UNGUENTO BALSAMICO










Durante una qualsiasi esistenza terrena, succede a tutti, prima o poi, d'imbattersi in scalinate bianche di tedio e rimpianti mal tollerati, illuminate da raggi cosmici estremamente obliqui, e di sovrapporvi la propria immagine, accarezzata e respinta, replicando la postura dislettica di chi, per attraversare un fiume in piena, si assoggetta ad alimentare ricordi spaventosi.
Sorge, allora, la tentazione irresistibile di contorcersi la mente, per combaciare la ricerca d'un aroma inconsueto con la confusione provocata dalla vista di scacchiere a cui manchino colori alternati.
Con approssimazione suggestiva ma incoerente, si decide d'accovacciarsi al sommo della piramide, e, tentando di contenere riflessi intravisti specchiandosi in qualcun'altro, ci s'affanna a colpire realtá dense e compatte, che costituiscono memorie aeree, equiparabili a variegati pomeriggi d'autunno.
All'interno di contorni depurati, lacunosi soltanto quando testimoniano mancanza d'autenticitá e tenerezza, il marasma si coagula in tubi d'argento, che trasportano risorse d'energia vitale, provenienti dalla sorgente inesauribile alimentata da sogni e visioni rigogliose.
Ed, anche se riesce difficile crederlo, si delineano i confini del proprio essere, mentre il cielo s'abbassa per sigillarli ed appropriarsene, trasformandoli in una canzone penetrante, unguento balsamico, da applicare a ferite mascherate ed inafferrabili, sussurri ossessionanti emessi degli altoparlanti del tempo.




sabato 14 dicembre 2019

LA FABBRICA DI SALE








Qualsiasi popolo polverizzato in nuguli d'individualitá senza reciproca connessione, implode nella ricerca dell'aggregazione svanita.
Quindi, se viene a scarseggiare l'acqua che profuma di gelsomino e stuzzica l'appetito, dalle lusinghe di baci dimessi e sguardi impertinenti, non conviene rifugiarsi in grotta oscura, affidando alla solitudine la propria incolumitá.
Lá dentro, senza il conforto offerto da mani affrescate di curiosa invadenza, e l'ausilio di tastiere di fragola assaggiata all'ombra della luna, non si forgia nemmeno un briciolo di pensiero agghindato come ciocca di capelli soffici, vestiti d'un rosso piú sgargiante della stanchezza all'imbrunire.
Senza la compagnia di chi persegue la stessa meta, correre é esercizio instabile, che allontana nuvole grigie per accarezzare sogni di cioccolata.
Si respira con affanno, desiderando la lontananza di chi c'é accanto, ma, per cambiare rotta, non basta rivolgersi alle stelle che rigano l'alba, o lamentarsi del colore di parole sussurrate a stento.
È impossibile piacersi se si naufraga il cielo sull'asfalto, dedicandosi all'ascolto di suoni usciti dai programmi della gola in fiamme, ma incompatibili con la musica emessa da chi irriga campi con l'umore delle proprie lacrime.
Appendendosi a sé stessi, come foto sistemata su parete di cristallo o biancheria stinta in attesa d'un soffio che l'asciughi, non s'impara neppure a lucidare la follia, rassegnandosi, invece, a viaggiare su binari che puntano l'infinito, ma non sorpassano il silenzio e la tristezza della fabbrica di sale, dove acqua ed olio non si misceleranno mai.





mercoledì 11 dicembre 2019

PRIMA DELL'ESTINZIONE...









Come avviene per qualsiasi altra che s'affacci alle porte dell'Universo, la presenza umana, per quanto tenacemente ostinata ed invadente, smetterá un giorno d'aggrapparsi alla superficie della Terra.
Ed allora scomparirá, non lasciando alcuna traccia, e neppure tanto clamore.
È il destino di ogni esistenza che non sia eterna, quello di srotolarsi nell'intervallo che decorre tra il suo insorgere ed il definitivo tramonto.
Cosí avviene, da sempre e dappertutto, senza eccezioni.
L'esperienza decorre in tempi ben determinati, la sua validitá deriva proprio dalla sua transitorietá.
Tutto finisce, prima o poi.
È superfluo ricorrere a documentazioni scientifiche, per avvalorare quanto il nostro intuito afferma in modo perentorio.
Prima dell'inevitabile estinzione -peró- possiamo, come specie, compiere quel salto evolutivo che affranchi completamente dalla condizione oscura che c'ha originato, abbandonando per sempre la caverna dei nostri progenitori.
Altrimenti, all'interno dei meccanismi cosmici, l'utilitá di questo genere umano non sará stata superiore a quella di molte altre rudimentali forme biologiche, proliferate in modo grottesco nel tentativo di diversificarsi e sopravvivere.
Molte sono le generazioni trascorse da quando ci originarono alcune scimmie paranoiche, ma, dopo molte migliaia d'anni vissuti in modo violento e predatorio, ci comportiamo ancor peggio che agli albori.
Ci moltiplichiamo consumando smodatamente aria cibo ed atmosfera, minacciando gli elementi, per viverci dentro in maniera ogni giorno piú scomoda ed insoddisfacente, mentre ruminiamo improperi e lamentele nei confronti della crescente ostilitá ambientale.
Ed, al momento di tramandare quel minimo di buon-senso raggranellato in qualche anno d'esistenza, lasciamo dietro un'interminabile sequenza d'intricati nodi che creditori offesi, debitori ignari, e pochi amanti stupefatti, dovranno cercare d'affrontare in nostra memoria.
Durante tutta la vita, aborrendo l'oblio in cui cadremo un giorno, facciamo di tutto per incoraggiarlo e rendendecelo inevitabile.
Utilizziamo la tecnica di chi, osservando il tempo passare, alza le spalle e decide di essere eterno!






sabato 7 dicembre 2019

ANELA AD UN'ESISTENZA TRANQUILLA...










Chi anela ad un'esistenza tranquilla, senza soprassalti, bandisce manie esulceranti che impediscono ogni approdo, corre a rifugiarsi in soffice ovattante biancore, depurandosi le viscere di frenesie ed effusioni, trasformandole in tubi sterili ed inanimati.
Il risultato che ottiene é -peró- controproducente.
Emarginandosi da stimoli indotti, di fatto ci s'ingabbia in contesti deteriori, ben piú perniciosi della sofferenza, che ci s'illude di schivare.
Ci si crea un simulacro di fallimenti e svarioni, che gravano pesantemente sull'individualitá degl'intenti, neutralizzando totalmente l'effetto didattico caratteristico di esperienze e tentativi illuminanti.
Di conseguenza, si annichila ogni residuo fertile, faticosamente raggranellato in varie incursioni d'intenso ed attento deambulare.




lunedì 2 dicembre 2019

IL NOSTRO MIGLIORE ALLEATO!








Il destino di chi coltiva la propria indipendenza in un contesto molto affollato, dipende dalla capacitá di trasformare ogni abitudine sociale in fattore di crescita personale.
Ed é ricorrendo a detriti estratti da miniere d'orgoglio e superbia, che si colmano i fossi dell'incomprensione.
Non ci si lasci -quindi- distrarre dal compito di elaborare una via d'uscita dalla prigione di sé stessi.
Nel progetto di vita che ne consegue, si ammetta che, spesso, attivitá molto monotone e frustranti, forniscono le premesse di gratificazioni superiori a quelle offerte da svariati piaceri istantanei.
Per dipendere in maniera edificante dall'estrensicarsi delle proprie manifestazioni, si accetti che é soltanto attraverso la sofferenza che si raggiungono mete elevate, dato che i successi facili si rivelano sempre di breve durata.
Ci si guadagna un punto di vista preferenziale, imboccando il sentiero che s'inerpica tra i rovi,  rinunciando all'abitudine malsana di cercare una scorciatoia agevole.