sabato 30 maggio 2020

COSMICHE ARITMIE IRRIVERENTI...








Cosmiche aritmìe irriverenti girovagano affrescando silenzi, straripano dove soffi eterei smisurano implicazioni e tentennamenti.
Percuotono cadenze agrodolci, preludi sottratti da sguardi ammorbiditi dai sensi.
Estenuano il mimetismo di chi s'interpreta sulla scena dei tripudi, in clandestino gioco elaborato di sotterfugi.
Accarezzano frivole lo schiumare intraprendente di remore e rimpianti.
Soffiano parole cupe che trascendono, brividi macerati, impilandoli, sbiechi, nello slancio verso la penombra.
Distillano dolcezza dall'etereo inflorescente d'irrisori incanti ed ardenti rimbalzi di crescite improvvisate.
Nell'amnesia evocata, che inducono sul muschio sgargiante e prelibato, flettono le eclissi sfilacciando l'enfasi scandita nel sottofodo tremulo di vertigini dilatate da allusioni martellate come lamiere e spasmi.
Accadono per squarciare la trasparenza sipida di parabole e nodi sistemati sul bordo degli attimi irruenti, che esaltano la farsa mistificata di virgulti, sgualciti dalle onde vibranti della mente.



venerdì 29 maggio 2020

CIOTTOLI GREZZI E FRASTORNATI










Indagano senza emettere sospiri, prodighi di stupore, s'insinuano tra i segreti invaghendosi di passioni primordiali, sognano di forgiare estasi focose, alla ricerca di falde tiepide per planare nell'oblio di sembianze cangianti e prodigi mascherati.
S'abbeverano alla fonte del fluido aromatico che smorza versi adulatori, quando i respiri si fondono nel tinteggiare denso dei dissapori.
Ingaggiano spasmi profondi, cadenzando il ritorno del silenzio privilegiato.
Languono nel chiostro delle percezioni sottili, dove emozioni congelate provocano sonoritá inarmoniche e fatalitá sfibrate, addensandole sul pavimento dei ricordi.
In decadenti discordie, edificano alteri sobbalzi di sillabe scostate.
Sono ciottoli grezzi e frastornati, in attesa d'essere lanciati oltre il confine delle intemperie, verso alture remote ed echi inventati in recessi taglienti, ricorrendo ad ambigue metamorfosi per ingannare il trascorrere del tempo.






giovedì 28 maggio 2020

AVIDE ELUCUBRAZIONI PULLULANO IL PANTANO











Avide elucubrazioni che pullulano nel pantano esistenziale, testimoniano consuetudine ad abbandonarsi a volteggi sottintesi, permettono che, su scenografie strutturate, ogni colore scalpiti in amplessi loquaci.
S'arrampicano tra scorci di chiassoso plasma stremato, congestionano d'impatti cerebrali le preziositá incomprensibili di loquaci infiorescenze nel tonfo di bocche sconcertate, riflesse in sillabe chilometriche
Trapelano clandestinitá in rumori distillati su tessuti ricamati da miriadi di passi traboccanti d'emotivitá disincantata.
Strascicano densitá, contornando rilievi di struggenti avanguardie del pensiero.
Profanano anche riflessioni pacate ed incursioni d'incalzante razionalitá, sistemandosi comodamente in alloggi di filo spinato.
Demotivano assaggi di crepitio ciacolante, esiliano il rituale di danze sincopate, sottraendole al dominio di tocchi setosi e pulsioni intraprendenti.
Sfilacciano suoni melliflui per ridurli in vuoti brandelli di logica azima e zoppa, scrollano parole dondolanti per vivisezionarne le usanze, turbano i passi della mente attraverso la dinamicitá di tremori inafferrabili.




 

mercoledì 27 maggio 2020

ALLA RICERCA D'UN SIGNIFICATO PERFETTO











Imbrattano specchi, alla ricerca d'un significato perfetto, gli attimi dedicati a scolpire cristalli d'introspezione sopita e boccheggiante.
Spregiudicatamente, allontano la mente dai fruscii flautati che sbordano i ghirigori di prospettive svolazzanti.
Avanzano a passi lenti e concentrici, ma, nell'intonaco grezzo con cui ricoprono languori inesigibili, divaricano disegni d'aria, procaci sfumature e slavine di coriandoli.
Si concedono l'intreccio di giri di lingua, mischiando accalorati nettari con situazioni scostanti e rapimenti di realtá selvagge
Inglobano mosaici di versi inteneriti ed infranti per confezionare rigogliose genialitá, assaporandole  dietro al velo di memorie estemporanee.
Sbandano in strade senza curve, inchiostrando creazioni frammentate, scavalcando l'oscillare intermittente di sagome mute e bagliori insidiosi.
Gemono come il susseguirsi di frastuoni emblematici che percuotono crepuscoli con strali d'allegorica dedizione.
Nel loro abbraccio, il baluginare d'incertezze assetate d'adorni rugiadosi, esorcizza l'emotivitá di brividi storditi.
Sciarade, edulcorate dal fremito ammiccante d'illusioni acerbe, possono asfissiare coriacei paradigmi, asimettrici segmenti ed ingordi boccioli d'umore prorompente.






 

martedì 26 maggio 2020

LA MEMORIA D'INCANTO








Acquiescente, la memoria d'incanto illustra, ed assapora lentamente, enfasi di trasmissioni che percorrono attimi sgargianti e rarefatti incantesimi persi nel silenzio.
Appaga sonoritá emesse da disarmati appagamenti che trapelano in sordina.
Sfiora collisioni nella brezza dei sentimenti, ricorrendo al fluido denso, originario del sigillo strascicante in grado di tramutar sembianze ai soffi contraffatti dal calore dei bisbigli.
Si dedica a produrre immormorati esili stupori, soprattutto quando, sfinita, affronta fremiti e gestualitá irrevererenti, nella cella di pensieri rabbrividiti dal movimento di penombre ritagliate in vapori malinconici.
Annusa affanni e fragranze affogate nell'oblio.
Ruba inquitudine a complici in attesa d'interferire in volteggi sincopati ed imprendibili ostilitá latenti.
Nella contemporaneitá, si sgretola come slavina senza freni, rivaleggia vibrazioni catturandone la coreografia offuscata, scavalca trappole allestite da atteggiamenti irrazionali, logora il volo d'immagini che rincorrono l'afflato dei naviganti e gli scalpori ingrigiti di transiti fuori scena.







lunedì 25 maggio 2020

L'ELOQUENZA DISTILLATA








L'eloquenza distillata, scandita in sordina e dispersa in menzogneri riflessi, imbelletta detriti che valichino sinuositá slegate, per sistemarsi comodamente nell'entroterra della mente.
Come annichilita malinconia, rannicchia l'odore del miraggio, disperdendolo nell'abbraccio catturato da lacrime premature ed abbaglianti nuvole che transitino forzate.
Rassetta e venera lastre di ghiaccio, intricati disegni che labbra ardenti imprimono sull'asfalto.
Provocazione contraffatta dall'audacia di fermenti evanescenti, gingilla pertugi mormorati, levigando il bacchettare di quei ricordi che assomigliano al sibilo del vento.
Esala essenze amalgamandone i sobbalzi, flette l'iride d'ombre stremate che percorrono il cosmo come lamenti concavi e disallineati.
Asseconda, esasperandola, la smania d'appartenere ad attimi imbrattati dall'amaro talamo, incatenati nella proiezione di scalpori frizzanti, ormeggiati sul mellifluo velluto di gesti scomposti, dove assorti attori di parabole titubanti stropicciano fossili interrogativi nel labirinto di cristallo scarmigliato.





 

sabato 23 maggio 2020

SOTTERFUGI ELARGITI DAL GIROTONDO ESISTENZIALE











Se si lascia che sotterfugi elargiti dal girotondo esistenziale invadano l'alchimia di concavi presagi, rotolando su scivolosi pendii d'artemisia in polvere, si rischia di sbriciolarsi in fosche malinconie ed illogici scrosci di sentimento.
Si procede a carponi alla ricerca di sfumature che obliterino emaciate icone, azzerino il risultato di sconnesse, chiassose, equazioni, nel territorio di vicissitudini ebbre e capricciose.
Guizzi di paturnie, scostanti presenze alloggiate in solchi plateali, agognano l'arsura d'istanti senza tempo, ma, spesso, smarriscono il passo tra ombre abbassate dal rincorrersi di controsensi allineati in un semplice sospiro.
Nel fiato scarlatto di costellazioni irriverenti, scalpitano plasticitá e collisioni; ricordi sfaldati da tensioni rancorose, emettono mugolii dipanando rotoli di filo spinito.
Sagome pennellate in vorticose giravolte, risucchiate dal loro stesso involucro gestuale, alleggeriscono il rumore, cospargendolo d'indaco annebbiato ed ammiccanti venature di spasmi riconciliati.
Raggi di febbre stremante golosamente sminuzzano grappoli lucidi, ma nessuna barriera sinuosa riduce l'impatto dell'irruenza cosmica che rimpolpa senza tregua sorsi languidi, versi arrampicati, toni floreali di peduncoli taciturni e richiami inquietanti.
Annodandosi a parole adulterate, la sommossa taciturna disarma appunti mentali, ed eclettici parassiti imprigionati nei meandri di memorie frammentate.





venerdì 22 maggio 2020

FRAMMENTI IPNOTICI








Frammenti ipnotici inchiodano gocce d'inchiosto sbiadito su testamenti ed enfasi, annusate quando si vive la penombra degli sguardi.
Danno adito a sinuosi passi, intercettano echi di versi impronunciabili. deturpano virgulti di corallo nano, accarezzandoli con refoli insistenti e rugiadosi.
Sublimano freddezza intingendosi in motivi cerebrali, ammiccano sapienza boicottando misteri e spasmi di contrasti.
Intrigano il susseguirsi dei respiri, quando alludono a lapilli traboccanti nell'abbraccio ovattato di timori didascalici.
Emblematici e smodati, innescano brividi sfregando pietre piú scure del pane carbonizzato.
Ambigue ed indecise, scavano pretesti trafugati per estrarre incertezze avvolgenti, scandire note irrisolte, soffocare traiettorie imprendibili tra filari storditi dall'essenza bigia di sciarade tempestose.
Estenuandosi, saturano chicchi di sale e rantoli d'impulso.



giovedì 21 maggio 2020

PENSOSI RICHIAMI SOLITARI









Pensosi richiami solitari, spigoli d'attimi sgarbati, radunati a danzare in imperfezioni del profondo, umettano i rantoli emessi ad ogni passo.
Avvertono motivi inconsistenti, lacerano innocue parabole accendendo atmosfere ampliate dal mito del silenzio, ulcerano l'effervescenza di equinozi rimbalzanti, scenografie impalcate rivestite di versi immaginosi.
Accatastano improbabili architetture, contagiando estensioni dello strapiombo convulso d'ipnotismi frammentati.
Discostano arterie colme di sospiri oscillanti, seminano effimere briciole di menzogne immaginate.
In controluce, incrinano la deriva scoscesa di lacere bavatte che s'affacciano sul baratro di frasi affrante, pronunciate nella solfa amorfa frastornata d'arabeschi.
Stretti nella morsa di vertigini caducate, sono affreschi sfumati, assonanze scosse di partiture sillabanti, fuggevoli scrosci di fragorosi dissapori, svettano da foreste fuligginose, circondando capricci e gemiti abusivi.



martedì 19 maggio 2020

IL RETTILE DELLA SMODATA AMBIZIONE












Viscido e prepotente, il rettile della smodata ambizione sfibra panieri colmi di prodotti della mente.
Nel contesto acceso dove si snodano, beandosi, paradigmi verbali ed indefinibili echi di flessuositá, é l'ingordigia sguaiata che confinerebbe l'intero universo in un vicolo cieco, mentre lingue biforcute disegnano spegasci nel cielo riflesso su bucce di banana.
Privando l'ossigeno di tenui intonazioni, si fissa lo sguardo nel passato, lasciandone imputridire le porzioni discinte dal rantolare di battiti ossessivi e graffiti sfacciatamente contagiosi.
La brama di sospendere arcobaleni su aridi terreni tambureggiati da grandine infuocata, disperde i suoi lamenti nel translucido sfrangiarsi di emozioni ed agguati prorompenti.
Ma, per resuscitare il fremito che appassiona fantasie, non basta plagiare canzoni ed inabissare l'illusione d'occhiate intraprendenti.
Se l'esibizionismo imbandisce raffinati sfizi, si stordiscono sciarade assetate di sfumature temerarie, si soffoca effervescenza insinuandola tra filari ammutoliti come quaderni d'ombra, si trasforma il moto d'una carezza in gestualita refrattaria ed opaca, trafugando inutili pretesti per immergersi, volteggiando, in acque destinate a prosciugarsi.







lunedì 18 maggio 2020

AVVENENZE, INTRIGHI DI SOLFEGGIO...








Recitate avvenenze, intrighi di solfeggio, intarsiati minuziosamente da carezze di miele saturo ed approcci barattati all'attrazione dei sensi, scandiscono versi intraprendenti, svelando irriguardosi brandelli di sagome, ancestrali come il desiderio inconscio che tremula il velo delle impronte.
S'addensano in solchi assottigliati e fragili, vagano invadendo il territorio inanimato di gestualitá sbiadite, dove si tramutano in mura plagiate e longeve elucubrazioni.
S'impigliano, inadatte alla fuga che la vanitá ostenta, avvizzendo propositi di esibizioni estemporanee.
Inebriano barlumi dell'iride, riverberano proiezioni, sommosse per boicottare drappi che approdino in ibrido fruscio.
Nella parvenza che sminuisce sospiri di labbra caramellate, cercano di levigare un grido scivolato nella penombra, rispecchiano il nesso prodigo a mietere sillabe cruente e vezzi labili, confinati nell'esilio del crogiolo esistenziale.
Si fanno strada, sottovoce, come pulviscoli fioriti nell'effusione di calore ruvido, rimbalzando sulla luce ammainata dal suono sibilante d'enigmi sbriciolati dallo sguardo denso di chi trasforma in amaranti vapori, l'afflato di sgualcite movenze del pensiero.




mercoledì 13 maggio 2020

I PENSIERI SOPPIATTI DELL'EMOTIVITÀ EMANATA DALL'OBLIO










Circuiscono disegni e sopite bocche arse nel desertico malumore, asfaltano fissure ansimanti, svelando linee allontanate con fragore, i pensieri soppiatti dell'emotivitá emanata dall'oblio.
Coagulano respiri effimeri, collidono superlativi e teoremi, alienandoli in ondulazioni impalpabili che sfiancano tempeste, stingono acquarelli tappezzandoli di sfumature languide, leggono, a voce alta, i mutamenti dell'umore, dietro ombre incostanti che celano i tonfi delle stelle.
Dalla scorza del loro vapore catalizzato, trapelano rilievi intrepidi, straripano frutti esotici, gemono voluttá d'istrumenti oltrepassati dalla gestualitá d'orchestranti vestiti ritualmente.
Sbriciolano l'esaltazione densa che, dall'argine degli enigmi, rapprende emozioni, soppesate come squilli di penombra e promiscui tentacoli trasparenti.
Disperdendosi in flebili rivoli di dolore, sussurrano un tracciato illogico, avvolgono mani indecise con foglie accartocciate e smunte, dilatano le funi che sostengono sguardi furtivi e fiati evanescenti, beffano i tocchi impudenti, scostandoli dalla veste del loro senno.



martedì 12 maggio 2020

PROPRIO NEL GIACIGLIO DEL LETARGO S'ANNIDANO AGGUATI DA CAPOGIRO











È proprio nel giaciglio del letargo, che s'annidano agguati da capogiro, sobbalzi di respiri spasmodici, lo scalpore stropicciato d'asincroni mormorii e proiettili effervescenti, scorticati come urla spigolose.
Si coricano lí, nel talamo del dissenso, le supposizioni stremate, invase d'intenti, che saggiano lo spudorato appiglio rappreso intorno a bagliori di silenzio.
Nell'esigenza vibrante di fili amari sospesi al vento, tracimano smorfie concentriche ed irrequiete, umettando di sottigliezza i sussurri intraprendenti che indirizzano alla luna.
Tergiversando nei capricci della rugiada, frugano l'eccitazione mentale, alla ricerca di fiati flessuosi e sottomessi rintocchi di fervidi inganni naufragati.
Proiettano strali incolti sul deserto incrostato di livore, s'accovacciano, incatenandosi ad ogni trespolo irrequieto che dissolva i vapori della nebbia.
Ansimando di sensazioni mulinanti, scandiscono in sordina i pigmenti avvinghiati a collisioni distillate, e traslucide come neve sopraffatta dai flutti della pioggia.



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lunedì 11 maggio 2020

NEL FRINIRE DELLE MOLTITUDINI CAMMINANO PASSI SILENZIOSI










Nel frinire delle moltitudini camminano torride orme di passi silenziosi, vivono ansimanti turbini d'implosione eterica, alleandosi ai richiami di cupidigie gestuali, imbrigliate nel canovaccio di sementi acerbe e poco propense a germinare.
Innescano la densitá meccanica di proiezioni echeggianti ed accorate, ridestando approcci velati dal rilievo dei distacchi.
Apatiche mosse sottraggono raziocinio a pensieri agitati dall'osservazione convulsa di aculei agili e dondolanti, intenti ad accarezzare setosi merletti per riscattarli dai soprusi della mente.
Se subiscono l'influsso sfilacciato dei vuoti di coscienza, vibrano in segreto recitando il fiato di molecole evanescenti, collidono sulla parete di vertigini assordate da fragranti tepori e squallida levitá in miniatura.
Digrignando i denti, avvalorano alibi madidi d'umori e sapori ancestrali, barattano assiomi e pregiudizi affondando nella melma delle contraddizioni.
Scandendo parole goffe, estratte dalle fauci di pozzi inaciditi e ribollenti, annebbiano di vapore inconsistente il sentiero amareggiato che dipanano digrignando i denti.
In spazi appositamente riservati, occhi perduti nella sublimitá oscena del transeunte, adulano lo squilibrio torrido di cronache, pubblicate con grida eviscerate e fremiti assiemati di coaguli rappresi su brividi che scaturiscono sfuggenti dai flutti della risacca.






domenica 10 maggio 2020

NELLA FETTA D'AMBRA TOSTATA A RILENTO










Nella fetta d'ambra tostata a rilento si concentrano rughe spianate, segnali muti, e vibrazioni d'energia acuta, imprimendo bisbigli e rintocchi al tamburaggiare fluente del magnetismo illimitato.
S'appagano cosí paludose estensioni, palpiti fuggenti dal declivio celato nel ricordo d'ingenti insignificanze.
Respinti dalla coscienza, sospiri accresciuti d'ingannevoli, conturbanti, essenze, si sistemano per fremere violando l'esaltazione di sentimenti, nella gabbia dove risiedono ingaggi circolari e sementi carbonizzate.
È in frammenti di cosmo che, il volare inabile ed inappropriato, si tinge di sfumature inquietamente impudenti, frenesie accentuate dal tocco insistente della solitudine che riflette il fondo d'un mare prosciugato.
Con fragile battito d'ala, farfalla infrange il tepore della brina, interpreta il sogno che albeggia ogni giorno in labbra vellutate, sollazza il vuoto attutendo pantomime vissute a rovescio, provocanti languori di ombre annodate.




sabato 9 maggio 2020

LE IMPALCATURE DEI MOMENTI DETERMINANTI











Le impalcature dei momenti determinanti sgretolano il portamento sommesso che inchioda ai barlumi dell'esistenza terrena, sono tappezzate di minuzie ed inezie intorpidite, ceselli affievoliti da fessure concave, impossibili da intarsiare.
Imperlano la loquacitá del profondo, orlano gli abiti che corpi bollenti cuociono muovendosi nel rumore evoluto del buio tagliente, ammantano di stelle sfumature estenuanti che imbevono la trascendenza dei sensi.
Giocano in bilico sul precipizio, ricamando graffi, solcando equivoci accovacciati dal passato, scambiano da mendicanti amplessi storditi con presenze labili e percosse, distillano l'amianto fedele della seduzione corrotta, superstite talismano d'illusioni ammiccanti e smosse.
Al contempo, ripropongono sottigliezze flautate ed incontenibili stille di rugiada, intingendo effigi ammorbidite nel crogiolo esistenziale colmo di promesse abbagliate e vezzi rituali.
Vibrando in modo effervescente, gli involucri assordati d'istinti primordiali, modellano la gestualitá, straripano nell'effusione di enfasi voluttose e sconquassi generazionali, ma producono soltanto l'intrigo che autentica l'irrealtá.




venerdì 8 maggio 2020

IRRIVERENTI MORMORII DI BOCCHE ASSORTE











Irreverenti mormorii di bocche assorte inarcano la turbolenza dei pensieri, insistono, estenuanti, a soffermare l'alito emotivo, scompigliando l'alchimia di contrattempi e sotterfugi, ruvidi ma chiassosamente docili.
Scivolano assonanze seducenti tra brandelli imbalsamati, e gemiti dettati dal capriccio d'un intimo girotondo, finché il silenzio non annienta eloqui striduli, che vagano insinuando sussurri ed allusioni alla trasparenza indecentemente languida del magma passionale.
È su cerchi di fumo che si fissano pupille lucide, sfiorando la penombra, per perdersi in promesse esili come nevralgiche ebbrezze, mentre s'allontano barlumi alleggeriti da guizzi e sommesse intonazioni.
Svicolando dal cospetto di sapori mordenti e sinuosi, il profumo degli spasmi eccellenti socchiude suoni sublimi, rimarrá, per sempre, impresso sulla carta, cospargendola d'emotivitá gentile, contenuta ed elargita con nettare asprigno e densitá di sillabe iridescenti.





giovedì 7 maggio 2020

SPOPOLANO SU TAVOLE DI LACRIME FRAMMENTATE










Spopolano su tavole imbandite di pulviscolo cerebrale, lacrime frammentate ed incolte, speranze provenienti da acque incartapecorite da orizzonti mestamente fittizi, che scavano trincee nel buio, mortificandosi a negare il trasporto di sguardi persi in nuvole opulente.
Smorzano applausi di scintille, impazzite in istanti gelidi e repressi, come sorrisi che s'aspettano d'incontrare il volto della saggezza, e ne temono la rappresaglia.
Fotografano, sul vetro delle carezze, la nascita della luce, ascoltando i respiri lenti che, ricordi saturi, tracciano in muri dove il sangue scorre senza lasciar traccia.
Per placare gli zampilli della fonte iniqua che sogna, ci scrivono sopra frasi effimere ed indecifrabili, aspergendo d'oscuritá i paragoni dispersi dal profumo delle stelle.
Ricevono lamenti che, nella cella del destino, cercano ragioni per rubarsi ogni colore svogliato, dipinto sulle idee da rottamare o tramutare in insipidi tormenti.
Quando il silenzio invita a volare, non appare alcuna emozione, che possa mitigare la rabbia che scorre tra dita ardenti e corteggia schizzi d'ambra, racchiusi nella preghiera sfumata della prepotente stanchezza, avvolta nella tunica di mille perché.




martedì 5 maggio 2020

QUANDO ITINERARI DI SABBIA CANCELLANO LA DOLCEZZA DEL TRAMONTO ...











Se mani callose s'infilano nel canovaccio di sogni sorridenti e vezzosi, si affidi alla rugiada il profumo raccolto, in silenzio, mentre itinerari di sabbia cancellano la dolcezza del tramonto.
S'osservino, allora, ricordi galleggiare alla deriva, tra schegge di pensieri vivisezionati e nuguli di desideri infranti.
Scegliendo di sgualcire il passato, invece di nasconderlo dietro silenzi imposti, s'adorna, di riflessi sincopati, il respiro sagace in cerca d'emozioni prorompenti.
Per sostentare cieli che attraversino velocemente l'ombra trascinata da membra stanche e consumate, non si continui a credere di poter fermare il tempo, né si abbandonino, inermi, gli appunti perfidi d'emozioni innescate da malinconie semplici e vellutate.
Ascoltandosi attentamente, l'allegria immensa allontanata dai venti, ritorna copiosa come pioggia di parole desiderose d'essere coccolate.




sabato 2 maggio 2020

LABBRA DI RUGIADA BACIANO LA SCHIENA DEL DOLORE









Come scarabocchio che labbra di rugiada baciano sulla schiena del dolore, l'odio di parole malinconiche e sedate, ricama in fretta il declivio azzimato di sbiadite tristezze, restie a contemplare arcobaleni sussurrati al vento.
Vive l'importanza di volare in un cielo socchiuso al mondo, senza l'impeto di chi agogna libertá, s'immerge, senza fiatare, nell'ascolto, in silenzio, di finzioni e rancori variegati, sistemando sfondi stanchi in un campo di girasoli.
Declina gli occhi, fornisce spazio a farfalle che s'assopiscono, sapienti, per sfidare l'aurora che arretra sogni assombrati e storti.
Gemono baci traditi danzando al ritmo d'emozioni ubriache, quando nuvole calde scaricano voci anguste, assumendosi la responsabilitá della loro disgrazia.
Le regole della ragione suonano in modo sempre piú distratto ed inconsistente.




venerdì 1 maggio 2020

LO STUPORE CHE STRATTONA RADICI MEDICINALI










Sguardi languidi d'occhi arrossati si perdono nello stupore che strattona radici medicinali, incrostandole di ricordi pronti a vaporizzarsi.
O s'accontenano d'un giudizio ipocrita per sgombrare la mente da epiteti iridescenti, che, come il caledoiscopio degli atteggiamenti, spingono carichi pesanti verso opportunitá di sopravvivenza e catture di traumi incipienti.
Ghettizzano la speranza, per ingabbiarla dove, aguzzini di vetro, stipano bestie vittime della lealtá dichiarata ad ideali eretti su piattaforme dissestate.
Paradossalmente, é proprio dal processo lento che arrugginisce ingranaggi per non trasformarli in inesorabili frammenti, che scaturisce la rivoluzione sfaccettata per riappropriarsi di documenti faticosi e stanchi, di lezioni frettolosamente visionate al microscopio, mentre echeggiano suoni prolungati dalle assenze, e scorrono, impregnandosi d'inganni, pressanti malinconie.
La fanghiglia esala profumi per ricoprire di vischiosa essenza corpi spogliati dalla smaniosa incredulitá che, braccia protese al vento, richiamano dal giro di giostra, che libera il passo dall'eco affannoso di chi non sa come perdonarsi.