giovedì 7 maggio 2020

SPOPOLANO SU TAVOLE DI LACRIME FRAMMENTATE










Spopolano su tavole imbandite di pulviscolo cerebrale, lacrime frammentate ed incolte, speranze provenienti da acque incartapecorite da orizzonti mestamente fittizi, che scavano trincee nel buio, mortificandosi a negare il trasporto di sguardi persi in nuvole opulente.
Smorzano applausi di scintille, impazzite in istanti gelidi e repressi, come sorrisi che s'aspettano d'incontrare il volto della saggezza, e ne temono la rappresaglia.
Fotografano, sul vetro delle carezze, la nascita della luce, ascoltando i respiri lenti che, ricordi saturi, tracciano in muri dove il sangue scorre senza lasciar traccia.
Per placare gli zampilli della fonte iniqua che sogna, ci scrivono sopra frasi effimere ed indecifrabili, aspergendo d'oscuritá i paragoni dispersi dal profumo delle stelle.
Ricevono lamenti che, nella cella del destino, cercano ragioni per rubarsi ogni colore svogliato, dipinto sulle idee da rottamare o tramutare in insipidi tormenti.
Quando il silenzio invita a volare, non appare alcuna emozione, che possa mitigare la rabbia che scorre tra dita ardenti e corteggia schizzi d'ambra, racchiusi nella preghiera sfumata della prepotente stanchezza, avvolta nella tunica di mille perché.




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