martedì 3 marzo 2020

DA FANTASMI CI SI TRASFORMA IN PRINCIPI VITALI









Dopo un'estenuante cavalcata su terreni incolti e scivolosi, rabbrividendo all'ombra di macigni tondi ed addormentati, per poi attraversare piattaforme incrostate di chiocciole marine e fogliame sparso dal lamento degli innocenti, s'arriva a provare desiderio di giungere al precipizio estremo.
Da lí, si scorgono all'orizzonte ombre che fabbricano intrecci impossibili da districare, e sentimenti troppo feroci per essere domati, pretesti atroci, pronti a degenerare come litigi che insanguino anche strumenti musicali.
Per non farsi risucchiare dal vuoto vanesio e spudoratamente allusivo, si cerchi d'aggrapparsi alla convinzione che esistono palazzi, dentro i quali, scalinate immense permettono di viaggiare nel tempo, senza nemmeno accorgersene.
Lá si esiste singolarmente, nessuno si saluta; gli sguardi, se s'incrociano, rimangono pietrificati ed assenti.
Tutti deambulano senza farsi notare, incontri non ne avvengono, oppure si consumano senza senso, invisibili come seduzioni ed amplessi disegnati in cielo, articoli collezionati sotto il tendone ammuffito d'un bazar abbandonato prima ancora d'accogliere avventori.
Non ci si scambiano parole, né ci si sente mai sfiorare da dita allucinate.
Eppure, vibrazioni potenti s'incrociano costantemente, conducendo ad azioni coordinate in storie d'inseguimenti e sorprese dirompenti.
Materializzando i propri sogni, da fantasmi ci si trasforma in principi vitali, e, quando si scende dalla giostra per sedersi sul muretto della piazza, si possono ammirare tutte le combinazioni possibili, quadrati, piramidi e tanti ricordi pirografati, ormai smunti come il passato che li ha originati.




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