martedì 25 febbraio 2020

QUANDO LA TENEBRA S'INFITTISCE COME VIRUS...








Trascolorando la portata del sentimento, assumendo le sembianze profonde dell'oscuritá, anche se si é capaci di scrutare la trama, la si trasforma immancabilmente in un esercizio silenzioso e senza senso.
Ci s'addentra in espressioni strazianti e coerenti, portando all'eccesso la negazione di sé stessi.
Dagli scritti di chi venera il limine del buio e si sospende tra due mondi, come un sasso lanciato verso il tramonto, traspare desiderio, frustrato e sterile, di minute scintille stellari, confortate da inafferrabili fusioni di piacere.
Ma, il fallimento della notte nuziale, si tinge sempre dell'ombra inseguita dalla condizione umana.
Il dramma cosmico, disperatamente occulto, che l'uomo non smette mai di cercare, riassorbe la sua luce affievolita prima di rinchiudersi in suprema riconciliazione.
Invece di nascondere la vita dietro lapidi anonime di pietra grigia, o nell'erba coriacea e cespugliosa, ci si adoperi a commuoversi, inebriando immagini di pupille luccicanti, accennando sorrisi dissimulati d'emozione, inchinandosi all'eco sommessa ed indefinibile di poesie fiorite.
Si ricordi che, chi arde d'amore, non si scioglie come deperibile candela, ma dirada i limiti della mortalitá proprio quando la tenebra piú s'infittisce, nella risonante vibrazione dell'esistere.

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