lunedì 29 luglio 2019

IMPERDONABILE GESTO.





È nel pozzo delle ombre scure, dove si nascondono i paesaggi sfuggiti alle barriere di chi solleva la coperta stellata della notte, che si conficcano gli strali del nostro orgoglio.
Come tronchi tarlati e purulenti, emettono grida malevole e disperate, fumi e miasmi che si rodono ed arruginiscono, fino a disperdersi mordendo le piogge ed avvelenando il vento.
Secoli di abusi e miserie atroci si stemperano nella melma paralizzata dal gelo disegnato con rabbia da ostaggi che scivolano implacabili, abbracciando pigmenti e preghiere, e custodendosi tra le cataratte che vedono ogni giorno.
È difficile il compito dell'angelo caduto nella gabbia dei dannati.
Batte costantemente sui massi bianchi ed acidi che riflettono il sorriso delle parole indesiderate, é come se squartasse alberi divelti o saltellasse sul fondo del mare, invece di rimanere immobile, come marmo da cui trasudino soltanto due lacrime di polvere.
Osserva il fumo consumarsi tra le fiamme, il calore puó evaporargli il sangue, e la delusione disorientarlo con un gesto, rimuovendolo dal piedestallo di lana grezza, che copre l'imboccatura del pozzo.
Cadendo in ginocchio, il fiato gli si mozza per lunghi istanti.
La Luce appare sempre quando la paura d'affrontare il dramma la chiama imperiosamente.
Bastano pochi passi percorsi nelle tenebre, per avviarsi al suo incontro.
Ma, per trattenersela dentro, conviene aver sbriciato, almeno una volta, oltre l'orlo dell'abisso.
Altrimenti, sará soltanto un bagliore, fugace come il lampo, imperdonabile gesto di crudeltá nei confronti del fiore piú delicato.




1 commento:

Anonimo ha detto...

Una bellezza struggente in questo tuo scritto...