Ogni effrazione labile disconosce gli impatti addomesticati che coinvolgono ricerche di anomalie evanescenti.
Accoglie i sentori vividi di tattilitá smaniose, rincorre il retrogusto subliminale, che, rimbalzi di nebbie sventagliate, disseminano sul palcoscenico adornato di sfere seleniche e sagome empiriche.
Innesta pigmenti flessuosi nell'iride di evoluzioni inarrestabili, estrae scansioni patinate dal corollario predatore, che, i passi del viandante perplesso, ammorbidiscono rabbrividendo.
Rinasce nel gheriglio intricato e svigorito, quando sopraggiunge il letargo della commozione irriverente.
Sedimenta silenzi ed implorazioni sommesse, si cela nell'oblio abbarbicato che scuoia sospiri incantati, mentre tuonano sillabe incoerenti e trasecolano incanti capovolti.
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